piccinini

IL CALCIO “‘CCEZIONALE” DI SANDRO PICCININI: “CON MEDIASET È STATO AMORE, AVEVO COMINCIATO FACENDO UNA RADIOCRONACA APPESO A UN ALBERO, E SONO ARRIVATO A RACCONTARE UNA FINALE MONDIALE. C'ERA BISOGNO DI UNA PAUSA. ASPETTO LA PROPOSTA DI UN DIRETTORE SEDUTTIVO - AMERI, I TORMENTONI, GLI ANNI DI “CONTROCAMPO” E CHI SONO I NUOVI MAGNIFICI 4 DELLE TELECRONACHE - VIDEO

 

 

Daniele Capezzone per “la Verità”

 

Quella di Sandro Piccinini è forse la voce più famosa d' Italia.

Sta finendo l' anno sabbatico che si è concesso dopo i Mondiali in Russia e dopo alcuni decenni senza sosta tra telecronache e trasmissioni di enorme successo.

Ci hai lasciato in mano agli urlatori, non lo dovevi fare«Eh, la tendenza è quella. Forse l' eccesso di competizione, il fatto che i telecronisti siano tanti, fa sì che alcuni per distinguersi esagerino un po'. E poi servirebbero direttori capaci di tenere le redini. Dopo di che, non è che io non abbia mai urlato, ma credo sia una questione di tempi e di modi.

sandro piccinini

 

Il dosaggio è fondamentale. Però non mancano telecronisti bravissimi, come Massimo Callegari (Mediaset e Dazn), forse il migliore in circolazione. E al di là di quelli più noti, mi piace segnalare Stefano Borghi e Alessandro Iori di Dazn e Federico Zancan di Sky.

Fossi un direttore, questi quattro me li terrei molto stretti».

 

Hai segnato uno spartiacque. Ci hai salvato dalle grigie telecronache Rai, ci hai portato nella modernità del racconto, tenendoti però a distanza dagli eccessi.

«Quando ho cominciato, i riferimenti erano Nando Martellini e Bruno Pizzul: per carità, voci bellissime, esperti di calcio, gran signori, da parte mia tutto il rispetto. Però, ecco: per il mio gusto personale, quel tipo di telecronaca non mi piaceva molto. Invece mi emozionava moltissimo Enrico Ameri alla radio: fu il mio primo modello. E quella fu la mia intuizione: ferma restando la differenza tra radiocronaca e telecronaca, portare anche in tv il pathos della radio».

 

sandro piccinini

Non ti pare che valga per alcuni telecronisti la famosa battuta di Dino Risi su Nanni Moretti («Nanni, scansati e fammi vedere il film»)?

«A volte da telespettatore tolgo l' audio e lascio solo i rumori d' ambiente. Guarda: gli attuali telecronisti sono mediamente molto preparati e molto competenti.

 

C' è però un equivoco: che si debba per forza parlare molto di più, e alzare la voce. Ma così diventi un disturbo».

 

Quanto è importante la pausa nella telecronaca? Nella radiocronaca non ci si può fermare, ma in tv un po' di silenzio aiuta?

«È fondamentale. Vedi, negli anni si è passati da un eccesso all' altro. All' inizio c' era una sola telecamera e una sola voce. Adesso hai venticinque telecamere, replay infiniti, la seconda voce, il bordocampista. Tutti che parlano, e a volte urlano. Ecco, forse, dopo tanto "aggiungere", è venuto il momento di "togliere". E il primo a togliere dev' essere il telecronista».

sandro piccinini

 

Nascono così alcune delle tue celebri formule?

«Esatto. Dire "non va" significa con due parole descrivere quello che prima ne richiedeva dieci: "Il tiro va sul fondo e non impensierisce il portiere"».

Dimmi la tua sui dettagli eccessivi. Dire tutto sulla zia o sulla cugina di un giocatore non è così essenziale

«Appunto. Dico sempre: il telecronista deve sapere tutto, ma non deve dire tutto. Quando prepari una partita, raccogli mille informazioni, ma poi ne devi trasferire solo una piccola parte. Altrimenti diventi come il secchione che deve far vedere quanto è bravo. Questi aspetti vanno calibrati come alchimisti».

 

Come bilanci la preparazione pre telecronaca con la spontaneità del momento?

«Prepararsi è un atto dovuto: devi sapere tutto sui 25-30 che potrebbero scendere in campo. Queste nozioni sono parte del tuo bagaglio tecnico. Ma quando l' arbitro fischia, è la partita che deve avere la precedenza. Tu devi accompagnarla, non sovrastarla».

 

L' equilibrio con la seconda voce è difficile da raggiungere?

«Sono stato fortunato a lavorare con persone squisite, da Aldo Serena ad Antonio Di Gennaro, fino a Roberto Cravero. Purtroppo alcuni ora pensano che la seconda voce debba "entrare" alla fine di ogni azione: ma allora vuol dire che parla quattrocento volte!

E come fa a essere originale? Meglio se interviene un po' meno, dicendo cose più incisive».

 

È spossante la prestazione fisica della telecronaca?

«Una faticaccia. Se ripenso alla finale del Mondiale a Mosca, 40 gradi, 90% di umidità, alla fine ero esausto Devi essere in forma. Alcuni mi prendono affettuosamente in giro perché riposo prima della partita, un po' come gli atleti. Devo anch' io dare qualcosa al match».

 

E le condizioni esterne? Il freddo? Magari la postazione non comodissima?

caressa piccinini

«Tutti elementi che incidono. Il giorno dopo qualcuno ti dice: ma quella cosa non l' hai vista bene Eh certo, lui stava davanti a una tv a 70 pollici con sei replay, io al campo, e solo con un monitor di 20 centimetri per 20, magari in ombra».

 

Come va modulata la voce in base all' urlo dello stadio?

«Altra cosa decisiva. Se trasmetti l' amichevole estiva Milan-Varese davanti a cento spettatori e urli, sei un pazzo. Altra cosa se sei alla finale di Champions in uno stadio da 100.000 persone. Poi dipende anche da quali tifosi stiano urlando. A volte alcuni si arrabbiano se si tratta di una squadra italiana in trasferta e tu alzi la voce al gol degli altri: ma se tutta Wembley urla, anche tu devi farti sentire. È una questione di sync musicale».

 

piccinini

Hai attraversato molti anni di tv in esperienze diversissime.Che ricordo hai delle tv locali? Insieme a Giancarlo Dotto, hai scritto un libro gioiello sul tema (Il mucchio selvaggio, Mondadori). C' era una vitalità perduta?

valentino tocco sandro piccinini

«Era tipo la conquista del West. Libertà d' espressione totale, esigenza di inventarti cose nuove con pochi soldi, novità da mandare in onda subito: mica come ora, che se hai un' idea serve una riunione di sei comitati. Inevitabilmente c' era anche spazio per cialtronate, ma è stato un laboratorio da cui sono uscite grandi professionalità. Anni irripetibili».

 

Le trasmissioni. Vanno di moda stacchi velocissimi, grandi applausi in studio, blocchi molto brevi. Non si rischia di restare in superficie, di non approfondire niente?

«Con me sfondi una porta aperta. Vedo trasmissioni ultraspezzettate, e conduttori a volte prigionieri della scaletta. Se hai 38 minuti, a che servono sette servizi, le mitiche schede, interruzioni continue? Poi dipende anche dalla fascia oraria: capisco che se sei alle 8 di mattina, quando chi ti guarda non starà mai un' ora fermo davanti allo schermo, può avere senso preparare segmenti brevi, ma in altra fascia oraria è diverso. Quando facevo Controcampo, sai quanti servizi non usavo? Tantissimi. Se sento che lo studio è caldo, me ne frego della scaletta. Se invece lo studio è debole, do un nuovo stimolo».

piccinini

 

Il tuo Controcampo ha rotto schemi troppo rigidi senza cadere nel trash

«C' era un grande gruppo di lavoro. Il direttore Ettore Rognoni, gli altri autori con me, Paolo Ziliani e Giorgio Terruzzi. Personaggi come Giampiero Mughini, Diego Abatantuono, Franco Scoglio, Maurizio Mosca. Le trasmissioni vivono di tre elementi: scelta degli ospiti, selezione degli argomenti, capacità del conduttore».

 

PICCININI

I social. Hai un approccio anche lì british ed elegantemente sorridente.

«Mi ci sono avvicinato per curiosità. Utilissimi, anzi fondamentali: Twitter arriva prima su tutto. Non ne uscirò. Al tempo stesso non sento il bisogno di certe polemiche. Vedo che molti giocano con gli haters: ritwittano l' insulto ricevuto Altri vogliono denunciare: ma allora che facciamo, un milione di cause?».

 

C' è un geniale account in tuo onore (@sh8inipiccinini) che usa i tuoi grandi classici («sciabolata morbida», «sciabolata tesa», «pericolo») come tormentoni. Conosci l' autore?

«Sì, un ragazzo delizioso, un ingegnere elettronico. È venuto a un convegno e si è presentato: "Salve, sono Sh8ttini"».

Noto una tendenza nelle news sul calcio. Durante la settimana, il servizio sull' Inter affidato a un cronista dedicato, lo stesso per la Juve e le altre. Condividi?

sandro piccinini

«Ci sono due scuole di pensiero. C' è chi dice: così il giornalista avrà più rapporti, più notizie. Altri (io fra questi) dicono: meglio ruotare. Se stai 24 ore in un solo ambiente, diventi un elemento di quella "famiglia" lì, il rischio di fare da ufficio stampa c' è».

 

Come sono i giocatori oggi? Tra procuratori e social, hanno il tempo di ascoltare qualcuno?

«Non a caso ora scelgono spesso un familiare come procuratore. Vedi, stai parlando a volte di ragazzi che lasciano casa a 12 anni, vanno in collegio, e poi a 20 anni stanno in Ferrari. Non è facile avere equilibrio, essere già uomini formati. Intorno servirebbero più persone affidabili».

PICCININI TWEET

 

E gli allenatori? Non ti sembrano un po' ossessionati dalle conferenze stampa? Li ascolti e intuisci che la frasetta se la sono preparata, che pure loro hanno un autore di testi... Vogliono tutti fare José Mourinho?

«Infatti il mio preferito è Carlo Ancelotti: ironico, distaccato, mai aggressivo, mai teatrale. Ha vinto tutto ed è ancora normale: e i giocatori lo adorano. Invece altri cercano il salto verso lo spettacolo: ma non c' è una scuola di "mourinhismo"».

 

SANDRO PICCININI

Hai già deciso dove ti rivedremo?

«La storia d' amore con Mediaset è stata una favola. Da ragazzo, avevo cominciato facendo una radiocronaca appeso a un albero, e sono arrivato a raccontare una finale mondiale. C' era bisogno di uno stacco. Dopo 30 anni di matrimonio, non ti fidanzi di nuovo in una settimana. Ora è probabile che mi torni un po' di voglia. Aspetto un' occasione divertente, un direttore seduttivo».

LUISA CORNA E SANDRO PICCININISANDRO PICCININIpiccinini 2piccinini dotto cover libroalba maiolini sandro piccinini giancarlo dotto e giuseppe di piazzapiccinini dottoPICCININIPICCININIPICCININI

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...