CHAMPIONS DOTTO - LA BUONA NOTIZIA È CHE LA ROMA È FUORI DALLA CHAMPIONS. LIBERA DI SCATENARE IL SUO TALENTO SU VEROSIMILI OBIETTIVI DI CAMPIONATO. LA CATTIVA È CHE LO È AVENDO GIOCATO UNA BUONISSIMA PARTITA E AVENDO BUTTATO NEI CESSI DEL SANTIAGO BERNABEU ALMENO CINQUE OCCASIONI E MEZZA CHIARISSIME

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Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia

 

REAL MADRID - ROMA REAL MADRID - ROMA

La storia infinita del mezzo bicchiere. Del cos’è il vuoto e cos’è il pieno. La buona notizia è che la Roma è fuori dalla Champions. Libera di scatenare il suo talento su verosimili obiettivi di campionato. La cattiva è che lo è avendo giocato una buonissima partita e avendo buttato nei cessi del Santiago Bernabeu almeno cinque occasioni e mezza chiarissime, quanto sarebbe bastato per santificare Big Spalla, il teorico dell’Impossibile.

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Se aggiungi lo spreco di Madrid a quello di Roma c’è, eccome, la valanga del rimpianto. I gol di Cristiano Ronaldo, chi altro, e James Rodriguez, dopo un’ora, arrivano quando le merengues s’erano fatte zuppe di paura e la Roma sfiancata dal proprio autolesionismo.

 

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Meglio così. Meglio crescere passo passo, senza autorizzare pericolosi deliri nella già di suo delirante piazza giallorossa. Quella strana cosa che sovrastava la pelata di Big Spalla stava pericolosamente somigliando a un’aureola. Già nella prima mezz’ora la Roma si pappava due gol facili che avrebbero spedito se stessa e il loro Rasputin di Certaldo dritti in paradiso.

 

Errori che si pagano sempre nel circo sadico del pallone, ma si strapagano se per fare l’impresa della vita devi capitalizzare il cento di quello che ti capita, se ti capita.

 

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L’impresa, per capirci, era del tipo spedire Niki Vendola in trasferta una notte intera nel letto di Valeria Marini e ritrovarlo padre la mattina dopo. L’impossibile piace a Big Spalla, ma c’è un limite. Se poi il Blando Cammellone disfa in modo cruento ciabattando di sinistro quello che Salah meravigliosamente inventa, tutto si fa disgrazia.

 

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Traviato dal cattivo esempio del bosniaco, s’inceppa anche l’egizio che spreca dieci minuti dopo, da destra, una similpalla e l’altra dopo cinque minuti del secondo tempo. Una pena, perché il Madrid non è poi così Real e, quando lo è, il polacco tra i pali fa più del suo dovere.

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Poco da dire e quel poco lo dicono i numeri. Nei centottanta minuti la Roma non è stata inferiore al Real, ma loro 4 e tu 0. Fine. Il calcio, alla fine, alloggia in questa banalità straordinaria. Cecchina inesorabile in campionato, la Roma non l’ha propria vista la porta in queste due vacanze europee. Aggiungi pali e arbitri.

 

Alla fine, un quarto d’ora anche per Francesco Totti. Polvere di stelle. Il bellissimo palo di Perotti e Big Spalla che fissa il vuoto. Ma nessuna malinconia, la sua Roma c’è, eccome, e anche a Madrid l’hanno saputo.

 

 

 

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