LA CINA E’ SEMPRE PIU’ VICINA AL MILAN - PRESSATO DAI FIGLI ANCHE BERLUSCONI SEMBRA ESSERSI CONVINTO: SÌ ALLA TRATTATIVA IN ESCLUSIVA CON IL CONSORZIO ASIATICO PER LA VENDITA DEL 70% DEL CLUB MA PER IL CAV SARA’ ANCORA POSSIBILE FARE MARCIA INDIETRO - -

Gli acquirenti sono ancora misteriosi ma secondo indiscrezioni nel consorzio ci sarebbero il fondo immobiliare Evergrande e il re dell’e-commerce Jack Ma, attraverso il suo “family office” - Restano due nodi: l’esatto esborso iniziale e il nuovo assetto societario con un ad unico rispetto al duo Barbara Berlusconi- Galliani...

Condividi questo articolo


Enrico Currò e Luca Pagni per “la Repubblica”

BERLUSCONI MILAN BERLUSCONI MILAN

 

La soffertissima gestazione della trattativa per la vendita del Milan ai cinesi si è virtualmente conclusa ieri. Nel classico lunedì di Arcore con i figli, che da tempo spingono compatti per la cessione, Silvio Berlusconi è passato dalla riluttanza mattutina all’assenso pomeridiano al patto di esclusiva col consorzio cinese, pronto a rilevare la maggioranza del club entro metà giugno. Secondo fonti finanziarie vicine alla trattativa, già oggi dovrebbe arrivare la chiamata del Cda della holding di famiglia: ormai si lavora agli estremi dettagli.

 

Il passaggio era tecnicamente fondamentale. Per il proprietario sarà ancora possibile fare marcia indietro, durante il mese riservato alla definizione tra Fininvest e acquirenti tuttora misteriosi – secondo indiscrezioni, ci sarebbero il fondo immobiliare Evergrande e il re dell’e-commerce Jack Ma, attraverso il suo “family office” - del contratto per il trasferimento del 70% (circa 350 milioni di euro) delle quote del Milan.

jack ma jack ma

 

Ma il primo gradino elimina le suggestioni tardive di Berlusconi, dal soccorso di imprenditori italiani alla riesumazione dell’improbabile valutazione di un miliardo data dal broker thailandese Bee Taechaubol, e spiana la strada al cambio di proprietà, dopo trent’anni.

 

I nodi residui sono l’esatto esborso iniziale, il nuovo assetto societario con un ad unico rispetto al duo Barbara Berlusconi- Galliani, la delicata gestione dell’interregno. Tra maggio e giugno si costruisce la squadra del futuro e si stipulano con gli sponsor gli accordi commerciali in scadenza: senza deroghe, il tetto di un milione a operazione paralizzerebbe di fatto l’attività, limitandola all’ordinaria amministrazione.

BERLUSCONI MILAN BERLUSCONI MILAN

 

A pesare sulla scelta di Berlusconi è stata soprattutto la volontà dei figli. Ma anche la contestazione dei tifosi e il modesto spettacolo dell’1-0 di sabato a Bologna in 11 contro 10 hanno avuto importanza. L’infelice videomessaggio su Facebook con maldestro fotomontaggio di un provino giovanile in maglia rossonera, voluto dal padrone senza avvertire la famiglia e i collaboratori e confezionato per rivendicare il diritto a tenere il club fino alla comparsa di compratori affidabili, è oggetto di incessanti beffe dei milanisti, mentre Fininvest conferma coi fatti di credere alla cordata cinese.

 

Né al malinconico presidente arrivano buone nuove dalla squadra spenta, appesa a tentativi di rivitalizzazione come l’ingaggio del nutrizionista di Borriello e Lotito e al ritorno in Europa. Che dipende dall’Inter contro il Sassuolo e dalla vittoria in Coppa Italia.

 

La finale del 21 con la Juve è l’ordalìa di Brocchi e di un gruppo in cui i giocatori col contratto in scadenza (Balotelli, Alex, Abbiati, Zapata, Mexès), quelli in partenza (Ménez, Honda, Bacca che piace al Bayern di Ancelotti) e quelli tentati da altri club (Donnarumma, Bonaventura, De Sciglio, Bertolacci, Calabria) sono pericolosamente numerosi.

berlusconi berlusconi berlusconi 7 berlusconi 7 BERLUSCONI MILAN BERLUSCONI MILAN BERLUSCONI MILAN BERLUSCONI MILAN

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PRELEVERÀ IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...