fotomontaggi su rocchi dopo juventus roma

COLPO GOBBO - IL PAGELLONE DI JUVE-ROMA: DA TA-ROCCHI A LADY COATTA AGNELLI, PER ARRIVARE A TRAVAGLIO: “HO VISTO JUVE-ROMA E DEVO DIRE, DA JUVENTINO, CHE NON MI VERGOGNAVO COSÌ TANTO DAI TEMPI DI LUCIANO MOGGI. A ME PIACE VINCERE MA NON RUBANDO...”

Giuseppe De Bellis per “il Giornale

 

Maicon Maicon

Uno psicodramma, Juventus-Roma. Errori, esagerazioni, follie, battute malriuscite e qualcuna riuscita. Abbiamo preso i protagonisti e li abbiamo giudicati. 

Arbitro Rocchi. Come si fa a sbagliare tutto? L'errore più grave è sul primo rigore per la Juventus: cambia idea tra punizione e rigore quando i giocatori della Juventus protestano. Ecco, domanda: non è la prima - o al massimo la seconda - regola dell'arbitro quella di non farsi condizionare dai giocatori? Una volta - e spesso anche oggi - gli arbitri non cambiavano opinione neanche davanti all'evidenza. Era un'esagerazione, Rocchi la fa rimpiangere.

Marco Miccoli, Fabio Rampelli, Gianluca Buonanno. Due parlamentari italiani (il primo Pd, il secondo di Fratelli d'Italia), un europarlamentare (Lega). Sono i protagonisti di giornata al pari dell'arbitro Rocchi e meritano lo stesso voto: tutti e tre per ragioni diverse hanno annunciato interrogazioni parlamentari. Parlano di società quotate (vero), parlano di rovina dell'immagine dell'Italia all'estero (vero), ma in realtà almeno in due casi su tre il motivo della loro indignazione è il tifo. Allora non diciamo più che bisogna migliorare la cultura sportiva di questo Paese. Se i parlamentari si occupano di partite e di errori arbitrali non c'è nessuna possibilità.

fotomontaggi su rocchi dopo juventus roma 3fotomontaggi su rocchi dopo juventus roma 3

 

Fifa. Le questioni sono due: o cambia la regola del fuorigioco o cambia la sua applicazione. Per le ultime direttive Fifa il gol di Bonucci di ieri è regolare. Rocchi quindi ha applicato ciò che l'interpretazione corrente dice: se un giocatore è tecnicamente in fuorigioco (cioè oltre la linea degli avversari) ma non partecipa attivamente all'azione e nel caso di un tiro in porta non «ostruisce la linea di visione del portiere». Ecco, Vidal non ostruisce la linea di visione del portiere. Quindi è gol.

 

allegri allegri

Il problema è che non c'è correlazione con il punto centrale della regola del fuorigioco, ovvero che un arbitro deve valutare la posizione dell'attaccante nel momento in cui la palla parte dal piede del compagno: in quel momento chi si trova in direzione della palla dovrebbe essere sempre in fuorigioco. A meno che non si decida di stabilire che si fischia solo dopo aver visto il risultato dell'azione. Cioè si dovrebbe cambiare la regola oppure, come ironicamente notava ieri la Gazzetta dello Sport, si potrebbe addirittura cancellare il fuorigioco stesso.

Domenico Messina (designatore arbitri). Nella giornata della partita più importante dell'anno, manda l'arbitro italiano che ha diretto la finale del Mondiale a Empoli per Empoli-Palermo. Sia detto con tutto il rispetto possibile: non proprio un match decisivo. In compenso a Torino ha mandato un arbitro spesso al centro di polemiche.

Rudi Garcia. La battuta sulle aree di 17 metri anziché di 16 è stata carina. Il contrario del tweet del giorno dopo, perché anziché stemperare i toni, l'allenatore della Roma li ha accesi ancor di più: «A mente fredda, una partita che fa male al calcio italiano». Meno male che voleva aiutare gli arbitri.

Francesco Totti. La frase è umanamente comprensibile, ma sbagliata: «Da anni ci sono questi episodi, la Juve dovrebbe giocare un campionato a parte. Arriveremo ancora secondi». Ammesso che la frase, sia umanamente comprensibile, il problema è che non si può dire la stessa cosa ogni anno. Non si può dirlo sapendo di aver chiuso il campionato scorso con 17 punti di ritardo e quello precedente con 25. 

Massimiliano Allegri. L'allenatore della Juventus a fine partita ha detto: «È sbagliato ridurre tutto all'arbitro. In sette anni di serie A difficilmente a fine partita mi sono arrabbiato con gli arbitri». Ops: bugia. Si dimentica il famoso gol di Muntari: «Partita falsata».

 

andrea agnelli emma winterandrea agnelli emma winter

Lady Agnelli. Emma Winter non è un volto noto, la si vede solo accanto al marito Andrea Agnelli in tribuna allo Juventus Stadium. Ieri alla frase di Totti s'è sentita in dovere di replicare: «Spero che Totti se ne vada e giochi nel suo campionato». Il capitano della Roma avrà pure sbagliato, ma è un monumento del calcio italiano e nel calcio italiano ha diritto di starci. E nonostante possa dire cose non condivisibili ha anche più diritto di parlarne.

Marco Travaglio. Di giustizialismo si può morire, ma si può anche far ridere. È quello che ha fatto ieri, il condirettore del Fatto, che ha detto: «Ho visto Juve-Roma e devo dire, da juventino, che non mi vergognavo così tanto dai tempi di Luciano Moggi. A me piace vincere ma non rubando...». Ovviamente quando parla dei tempi di Moggi parla del dopo, perché durante le vittorie che oggi giudica sporche non risultano sue indignazioni. Indignarsi ex post è una specialità della casa.

Maicon. L'unica reazione di stile l'ha avuta il giocatore individualmente più penalizzato. Maicon. «La mia prima sensazione è che non fosse rigore, perché avevo il braccio attaccato al corpo. La Juve è una grandissima squadra, sono dispiaciuto di avere perso questa partita, ma non amo parlare degli arbitraggi. La Juventus ha qualcosa in più di noi, la squadra è la stessa della passata stagione, noi stiamo crescendo molto e speriamo di proseguire su questa strada». Un vero signore.

Social network. Sono i protagonisti del durante e del dopo partita. Le frasi al veleno arrivano tutte da lì, le ironie pure. E sono queste soprattutto che fanno la differenza. Tra domenica e ieri twitter e facebook hanno dato il meglio di sé. due chicce: il fotomontaggio dell'area di rigore bianconera, ingrandita nei settori in cui sono stati fischiati i falli di Maicon e Pjanic; lo sfottò ai romanisti: «Se piangi su Shazam (la app che riconosce i brani musicali) si scarica l'inno della Roma».

rudi garcia violino 1rudi garcia violino 1

 

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…