LA DOTTO STORY DEL MILAN, QUARTA PUNTATA - SCONFITTE E POLEMICHE, PARTE MALE L’AVVENTURA DI ARRIGO SACCHI - VAN BASTEN LO CRITICA E “IL MATTO DI FUSIGNANO” LO METTE IN PANCHINA: “VISTO CHE SA MOLTO DI CALCIO MI SPIEGHERA’ DOVE SBAGLIO” - BARESI MUGUGNA: “IL TECNICO CI COSTRINGE A VEDERE I FILMATI DEL SUO PARMA” - A RINCUORARE SACCHI C’E BERLUSCONI: LO DIFENDE PER DIFENDERE SE STESSO

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berlusconi arrigo sacchi berlusconi arrigo sacchi

LA QUARTA PUNTATA

Da “La squadra perfetta” di Giancarlo Dotto (ed. Mondadori)

L’epopea del Milan di Berlusconi

 

PARTE MALE IL MATTO DI FUSIGNANO

Il Milan di Sacchi crolla nel finale del debutto a San Siro contro la Fiorentina. Domina per un’ora, ma Roberto Baggio e Diaz due volte in contropiede ridanno fiato alle trombe degli italianisti, secondo cui il calcio è sport bello perché iniquo, premia chi si difende.  E’ subito frustrazione.

 

Nel mirino di Sacchi il portiere Galli. Gli farà rivedere fino alla nausea il gol di Baggio. “Giovanni, devi capirlo, la prossima volta che esci, il pallone o l’avversario devono andare in tribuna. Ti è mancata la cattiveria”.

 

ruud gullit – marco van basten – rijkaard ruud gullit – marco van basten – rijkaard

Van Basten si lascia andare a due accigliate battute che nei titoli del giorno dopo risultano così tradotte e titolate a tutta pagina: “Van Basten attacca Sacchi e il suo modulo”. Sacchi ingoia e tace. Capisce che la sua fragile leadership è in pericolo. La domenica dopo si gioca a Cesena. Legge nello spogliatoio la formazione, Van Basten non c’è. Il suo nome è l’ultimo, il sedicesimo, in panchina. All’olandese che chiede spiegazioni, risponde nel suo anglo-romagnolo: “Ho preso atto che tu sai molto di calcio quindi verrai con me in panchina, così mi spiegherai dove sbaglio”. Il Milan non vince, è solo uno scialbo 0 a 0, ma alla fine Arrigo Sacchi, il matto, fa sapere: “Ho visto oggi la squadra che vincerà il campionato”. E non era il Cesena.

 

Audace a dir poco l’Arrigo. Come avrebbe reagito l’esteta Berlusconi? Dopo lo sfregio di Borghi, ora quello di Van Basten. Questo folle che sbatte fuori per ripicca il suo   giocatore di maggior talento.

galliani van basten galliani van basten

 

Berlusconi tace ma la stangata per l’eretico arriva dalle pagine della Repubblica dove l’incontinente Vate del Basso Pavese, teorico della inferiorità etnica degli italiani, arma il suo corsivo per liquidare il parvenu di Fusignano. Scrive Gianni Brera, alla fine di Milan-Fiorentina :  “...ho visto finalmente il Milan di Sacchi e ho preso atto del suo forcing, più fiducioso che efficace. La squadra era costantemente stracciata in avanti, così da offrire spazi incredibili ai fiorentini.... Ma come non capire che insistendo su quei creduli schemi si andava a morte sicura?.... Mister Sakki? E’ un bravo giovane che dalle maone è passato ai transatlantici per la generosa natura di Capitan Berlusconi”. Titolo del pezzo: “Ma Sacchi non può andare contro la storia”.

 

Il Napoli di Maradona intanto va che è una bellezza, cinque vittorie consecutive. Il Milan è ancora balbuzie calcistica, un bambino mai nato. Sembra la Sampdoria di Vialli e Mancini il competitor più credibile per lo scudetto.

 

berlusconi gullit berlusconi gullit

Mercoledì 21 ottobre 1987, 14 e 30. Il Milan gioca a Lecce il ritorno di  Coppa Uefa contro l’Espanol di Javier Clemente. Luogo bizzarro e orario insolito per una partita orrenda e un risultato funesto. Ruud Gullit aveva annunciato alla vigilia con la sua proverbiale leggerezza: “Ci vorranno due anni, a partire da questo, per vedere il vero Milan”. Sacchi deglutisce amaro. Vede il suo Milan troppo rilassato in ritiro. Non si fida. Altro dettaglio malaugurante: tra i pali dell’Espanol c’è quel Thomas N’Kono della famigerata Italia-Camerun ’82.

 

Il Milan gioca con Bianchi sulla fascia sinistra e Maldini al centro. Partita disastrosa, lo zero calcistico assoluto. Il manuale dell’imperfezione applicata al pallone. Tassotti, Maldini, Baresi, Ancelotti, Donadoni, Virdis, Gullit, Van Basten, nessuno escluso, fanno a gara nel dare il peggio di sé. La spunta Van Basten, bocciatissimo con una raffica di 4 in pagella. Lui soffre. Soffre alla caviglia, la maledetta caviglia.

 

berlusconi primo raduno del milan in elicottero con cavalcata delle valchirie berlusconi primo raduno del milan in elicottero con cavalcata delle valchirie

Clemente affida al suo mastino Gallart la missione di braccare Gullit in ogni zona del campo. Gallart esegue, Gullit subisce, Sacchi inerme, incapace di reagire. Sono due i gol dell’Espanol ma potevano essere quattro. I tifosi invocano Fabio Capello. E questo la dice lunga sulla predestinata grandezza di Capello. Invocato, ancora prima di essere Capello. Non capitava da una vita al Milan di perdere in casa un partita di coppa con due gol di scarto. L’ultima volta con il Barcellona nel ’59.

 

A fine partita, Sacchi è un uomo da buttare. Allude spento a quattro, cinque titolari che lo hanno deluso. Il silenzio per il resto è tombale. Escono uno a uno, a testa bassa, dallo spogliatoio. Frammenti rubati. Gullit “un disastro”, Van Basten “mai giocato così male”. Donadoni, il più feroce: “Non avremmo mai segnato, nemmeno giocando cinque ore”.

 

Parte il processo al Milan di Sacchi. La vecchia guardia mugugna. Spifferi da Milanello. Qualcuno mette in guardia: “Spero che questi tre del Parma li abbia presi per fare numero”. Un altro recrimina: “Costretti ad allenarsi come somari con i paraocchi”.

 

arrigo sacchi arrigo sacchi

Ritorna sui giornali quello che Baresi aveva ingenuamente svelato ad agosto: “l’allenatore ci prepara costringendoci a vedere i filmati del suo Parma”. Fioccano le prime sentenze sommarie. “Non ha carisma”, “Soffre la grande città, come prima di lui è capitato a Sandokan Silvestri e a Pippo Marchioro”. “Si fa odiare. Strilla come un’aquila per il minimo dettaglio sbagliato”.

 

“Il campionato è già assegnato al Napoli”, scrive la Gazzetta. il giorno dopo. Candido Cannavo si sente libero di esternare la sua diffidenza e forse anche la sua istintiva antipatia per l’emergente pianeta berlusconiano. Scrive della prestazione “penosa” di questo Milan in “doppiopetto”, di “museo delle cere” e invoca il fantasma sempre buono di Nereo Rocco.

 

“Si sfascia il Milan” è il titolo che annuncia le prime contestazioni a Sacchi  Il centralino del giornale tempestato dalle telefonate dei tifosi furenti: “Non si può lasciare in panchina uno che tiene fuori lo stopper della Nazionale Filippo Galli per far giocare Bianchi e spreca uno come Gullit all’ala destra”.

berlusconi l elicottero del milan berlusconi l elicottero del milan

 

L’aereo di ritorno da Lecce è un funerale. Van Basten ha deciso che non può tenersi più dentro il rospo, si siede accanto a Sacchi e si sfoga : “Non ho intenzione di andare avanti così”. Marco soffre di calcificazioni alla caviglia, dovrà operarsi. All’ospedale San Matteo di Pavia gli sarà applicato un bendaggio rigidissimo per migliorare l’infiammazione al tallone.

 

Franco Baresi è il più depresso. Nessuno è depresso come Franco Baresi quando è depresso. Il ginocchio a pezzi e il morale pure, il Faraone non parla. Sacchi ostenta sicurezza: “Non temo l’esonero. La squadra non ha continuità mentale, non è abituata a certe cose…”.

 

SACCHI GALLIANI SACCHI GALLIANI

(….)Il presidente della Fininvest e del Milan Silvio Berlusconi apprende la notizia a Roma, a Palazzo Madama, impegnato in una riunione tra industriali. Firma l’autografo a un bambino con la scritta: “Nel giorno del grande dolore”. A notte fonda chiama Sacchi e trova la forza di rincuorarlo. Difende Sacchi per difendere se stesso. Lo consola per consolarsi. “Arrigo, lei vada avanti tranquillo. Ci sono qua io”.

 

Visto da Lecce, il suo Milan sembra più vicino alla Cavese che al tetto del mondo. Ma Berlusconi non è tipo da resa. Anche quando sbaglia aspetta che siano gli errori a chiedere scusa. Si disferà un giorno di Sacchi, ma solo quando Sacchi e lui con Sacchi, avranno vinto tutto. Quel giorno dirà: “Capello è il nuovo Rocco”.

FRANCO BARESI FRANCO BARESI

 

Eliminato dall’Europa, in ritardo in campionato, la trasferta di Verona diventa decisiva per le sorti del ragioniere di Fusignano. Una brutta trasferta. E’ il Verona di Osvaldo Bagnoli. L’ideale per capire se la disgrazia di Lecce ha ucciso o fortificato questo Milan nascente.

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