infantino thohir seedorf

FIFA PAPERS - NELLE CARTE ANCHE IL NUOVO CAPO DEL CALCIO GIANNI INFANTINO: AVREBBE AVUTO UN RUOLO NELLA COMMERCIALIZZAZIONE DEI DIRITTI TV CON SOCIETA’ OFF-SHORE - COINVOLTI NELLO SCANDALO PLATINI, LA FAMIGLIA DEL PATRON DELL’INTER THOHIR, L’EX MILANISTA SEEDORF E IL PILOTA NICO ROSBERG

INFANTINOINFANTINO

Luca Pagni e Fabio Ionacci per “la Repubblica”

 

Dal più vasto leak di documenti fiscali della storia, continuano ad uscire schizzi di fango che imbrattano lo sport. Chi lo pratica e, soprattutto, chi lo governa. Gli ultimi nomi usciti dal calderone bucato della Mossack & Fonseca – Gianni Infantino, Clarence Seedorf, Nico Rosberg, la famiglia del proprietario dell’Inter – sono ancora storie a metà:

 

ci sarà bisogno di un lungo lavoro dei magistrati e degli agenti del fisco per stabilire chi veramente si sia servito dei servigi dello studio panamense per pagare meno tasse e occultare i soldi. Ma il terremoto è già iniziato, ed è devastante.

 

I GUAI DI INFANTINO

PANAMA MOSSACK FONSECA 1PANAMA MOSSACK FONSECA 1

«Congratulazioni per esserti unito alla famiglia dei broadcast partners che trasmetteranno la Champions League dal 2006 al 2009...Non vediamo l’ora di lavorare con te», si legge sul contratto Uefa, datato 2006 e siglato con una delle società offshore contenuta nei Panama Papers. E’ la carta che inguaia, non poco, l’italo- svizzero Gianni Infantino, il capo della Federazione mondiale del calcio.

 

PLATINIPLATINI

Torniamo al 2006. Infantino è direttore dei servizi legali della Uefa e si deve occupare della vendita dei diritti tv in Ecuador dei match di Champions. Dopo una veloce trattativa, vengono ceduti per 111mila dollari alla Cross Trading, che poi li rivende al canale ecuadoriano Teleamazonas per 311mila dollari. Il contratto tra Uefa e Cross Trading copre il triennio 2006-2009 e porta la firma di Infantino.

 

Non è nemmeno il primo di contratti con questa società: ne è stato firmato un altro simile, nel 2003, del valore di circa 400mila dollari per tre anni. Ma la Cross Trading, già allora, non è una società come le altre: è stata creata dallo studio Mossack & Fonseca nel 1998 nella minuscola isola di Niue nel Pacifico, poi spostata nel 2006 in un altro paradiso fiscale, il Nevada.

 

Appartiene a Hugo e Mariano Jinkis, padre e figlio, ritenuti dall’Fbi dei palesi riciclatori e corruttori: nel 2014 sono stati imputati di aver versato milioni di euro di tangenti per acquisire i diritti tv delle competizioni calcistiche in Sudamerica.

 

INFANTINOINFANTINO

Oggi sono in carcere in Argentina. «Sono costernato e non accetto che la mia integrità venga messa in dubbio – ribatte Infantino con una nota – non ho mai personalmente avuto a che fare con la Cross Trading né con i loro proprietari in quanto la procedura di gara è stata condotta dal Team Marketing. Non ci sono prove di irregolarità».

 

IL TESORO OFFSHORE DELLA FIFA

Non basterà una nota stampa a placare le polemiche su chi è stato eletto alla presidenza Fifa proprio per ricostruirne l’immagine dopo Sepp Blatter. Tanto più che la Cross Trading, a ben vedere, non è un “cliente” sconosciuto per la Fifa. I Panama Papers tracciano un legame tra l’avvocato uruguaiano Juan Pedro Damiani, membro del comitato etico Fifa e presidente del Club Penarol, e la famiglia Jinks.

THOHIRTHOHIR

 

In un documento la sua società, la J.P. Damiani Asociados, è definita “principale beneficiario” della Cross Trading, per cui farebbe da intermediaria, gestirebbe la posta e sarebbe consulente in materia fiscale. Non solo.

 

Damiani pare essere legato ad altre 7 compagnie offshore controllate da Eugenio Figuredo, l’ex presidente della Federcalcio sudamericana nonché ex vicepresidente Fifa, arrestato a Zurigo nella retata di un anno fa nell’indagine Fbi per tangenti attorno alla Copa Libertadores.

 

SEEDORFSEEDORF

Qualcosa da spiegare ce l’ha anche Jerome Walcke, segretario generale Fifa dal 2007 al 2015, poi bandito per corruzione: è sua la Umbelina Sa, registrata nel giugno 2013 alle Isole Vergini britanniche e proprietaria di uno yacht immatricolato alle Cayman. «Pubblicate ciò che volete», dice Walcke.

 

Infine, Michel Platini: secondo i file di Panama, le roi ha “potere illimitato di procura” sulla Balney Enterprises, aperta a Panama nel 2007. L’anno in cui era stato eletto capo dell’Uefa. «Le autorità svizzere sanno tutto, non c’è niente di nascosto», sostiene l’avvocato di Platini.

 

UN CASO INTER?

Tra i clienti della filiale di Singapore dello studio Mossack & Fonseca compare uno dei membri della famiglia Thohir. Non si tratta di Eric, l’imprenditore indonesiano che nel 2013 è diventato il socio di controllo dell’Inter.

 

ROSBERGROSBERG

Ma di suo fratello Garibaldi. Risulta azionista della Harold Heights Group Ltd, società delle Isole Vergini Britanniche, dal dicembre del 2012. Assieme a Garibaldi, nel capitale sociale c’è la Lawnfield Pacific Ltd, registrata sempre alle Isole Vergini. Ne fanno parte alcune delle più importanti famiglie indonesiane che condividono con i Thohir il controllo della Adaro Energy.

 

Anche Eric Thohir sembra avere interessi nelle Isole Vergini: da lì partono tracce di una complicata ragnatela di partecipazioni che attraverso Cayman, Hong Kong e Lussemburgo arrivano al controllo dell’Inter. E’ dalla società lussemburghese, per esempio, che arriva il prestito da 17,8 milioni che nell’aprile 2015 ha dato ossigeno alle casse dell’Inter. Con un’interesse dell’8%.

PANAMA MOSSACK FONSECA 2PANAMA MOSSACK FONSECA 2

 

SEEDORF E ROSBERG

E’ un quotidiano olandese a tirare fuori il nome dell’ex campione del Milan Clarence Seedorf, che figura nei file di Panama per la sponsorizzazione della sua scuderia di moto da corsa. Avrebbe firmato un contratto con la Image Building (sede alle Isole Vergini) di circa 600mila euro, che in una serie di passaggi di compravendita è salito fino a 3 milioni.

 

Seedorf, però, avrebbe dichiarato al fisco solo i 600 mila iniziali. Per il pilota della Mercedes Nico Rosberg, va invece chiarita la natura del suo contratto con la scuderia tedesca di Formula Uno: secondo i Panama Papers, è stato gestito dalla Mossack Fonseca. E non si capisce perché.

 

INFANTINOINFANTINO

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...