foreman

FOREVER FOREMAN, IL PUGILE CHE VISSE DUE VOLTE - "BIG GEORGE" DOMANI COMPIE 70 ANNI: PERSE NEL 1974, A KINSHASA, L’EPICO MATCH CONTRO ALI (“SONO STATO DROGATO, MI HANNO AVVELENATO”) E NEL 1994, A 45 ANNI, DIVENTO' IL CAMPIONE DEL MONDO PIÙ ANZIANO NELLA STORIA DEL PUGILATO ISPIRANDO ANCHE SYLVESTER STALLONE PER UN ROCKY D' ANTAN - DEI 10 FIGLI AVUTI, 5 LI HA CHIAMATI GEORGE: ECCO PERCHE’ – VIDEO

 

 

Furio Zara per Avvenire

 

foreman ali

Un incontro epocale, due vite, cinque mogli, dieci figli, la faccia di gomma, il sorriso dolce dei pugili sopravvissuti a loro stessi, i movimenti lenti, una naturale inclinazione allo show. Settant' anni oggi.

 

George Foreman. "Big George", il campione che ha vissuto due volte. Nel mezzo: Rumble in the Jungle, la storia della boxe. Contro Muhammad Ali.

 

Che all' ottavo round, dopo aver insultato e sbeffeggiato l' avversario, gli sussurra: «Ehi George, è tutto qui quello che sai fare?». Via dalle corde, una serie veloce di colpi, un destro definitivo. Foreman al tappeto, Ali in trionfo nel delirio di centomila africani. Era il 30 ottobre 1974, a Kinshasa, nello Zaire. Quando eravamo re, appunto. Campione olimpico nel 1968, anno di rivoluzioni più o meno riuscite, Foreman nel cammino verso la medaglia si trovò di fronte l' italiano Bambini. Lo mandò al tappeto. All' allenatore che gli intimava di rialzarsi, Bambini rispose: «Se lo faccio, quello mi uccide».

 

Fisico devastante, pugno definitivo. Sul ring sventolò anzi: ostentò - la bandiera americana, per dissociarsi dalla contestazione di Smith e Carlos dopo la finale dei 200 metri. Nel 1972 si prende la corona di campione del mondo, smontando Frazier pezzo per pezzo. È il periodo di maggior successo. Arriva all' appuntamento con la storia - Rumble in The Jungle - cavalcando l' onda di 40 vittorie, di cui 37 per ko. Finirà al tappeto per la prima volta nella sua carriera. Urlerà al mondo la sua rabbia: «Sono stato drogato, mi hanno avvelenato ». Gianni Brera scrive: «Pareva che l' avessero stregato, che un filtro misterioso ne avesse improvvisamente ottenebrato le facoltà mentali». Quella sera è irriconoscibile.

ali foreman

 

Un fantasma. Goffo e maldestro. L' incontro con Ali lo segna nel profondo.

Non trova pace. Tre anni dopo decide di ritirarsi. Si fa fotografare con la Bibbia in mano. Ha trovato il Dio che non aveva cercato. È un' illuminazione: diventa predicatore evangelico. Nel mentre, sforna figli e divorzia da svariate mogli con modalità turbolente.

 

Ali si aggira sul ring dopo il ko di George Foreman

Tornerà sul ring nel 1987, a 38 anni, dopo un' aspettativa di dieci lunghissimi anni. E' diventato calvo, è sovrappeso di trenta chili, più che muoversi, arranca. Annuncia intrepido: «Riprendo a combattere perché per compiere la mia missione di pastore di anime occorrono tanti soldi. Se Dio è con me, proseguirò fino a 45 anni».

 

Sarà di parola. Nel 1994 a Las Vegas George Foreman a 45 anni e 9 mesi diventa il campione del mondo più anziano nella storia del pugilato. Dopo la vittoria si inginocchia all' angolo per pregare. Al suo ritorno sulla scena di ispira anche Sylvester Stallone per un Rocky d' antan. Tre anni dopo gli organizzano un incontro con un pugile più giovane di lui di 17 anni. Foreman ne ha 48, Lou Savarese 31. Gli rifila un destro micidiale, Savarese non si regge in piedi. Big George scende dal ring con 4 milioni di dollari in più sul suo conto bancario.

 

george foreman con il suo grill

Ai giornalisti spiega: «Devo pagare le scarpe di Michael Jordan ai miei figli». E poi se la ride. Anche oggi che ha settant' anni Foreman viene ricordato per essere lo sconfitto in quella notte a Kinshasa, la notte in cui non vinse solo Ali, ma tutta l' Africa. Muhammad Ali - il nome dopo la conversione all' Islam di Cassius Clay - era il nero d' Africa che tornava dai suoi fratelli: «Dio mi ha prescelto - disse - la boxe è il mezzo con cui rac- conterò l' Africa alla mia gente». "Big George" era invece complice dei bianchi. Quando scende dalla scaletta dell' aereo si fa precedere da un pastore tedesco. È un' offesa - forse non voluta per il popolo africano. Quando il Congo era ancora una colonia prima di diventare Zaire, i belgi usavano infatti i cane pastore nelle loro spedizioni punitive contro inerì.

 

Quella notte era tutti contro Foreman. Gridavano: «Ali bomayè», «Ali uccidilo». Simbolico che l' incontro simbolo della libertà si sia disputato in un paese - lo Zaire oltraggiato dal colonialismo, dalla dittatura e dalla guerra civile. Texano, quinto di sette figli, conosce il padre biologico - un militare di carriera - solo quando è adulto, cresce tra risse e rapine, c' è sempre un motivo valido a Marshall - per fare a botte con qualcuno. E George non si tira mai indietro.

ali vs foreman 9

 

La boxe arriva come un' ancora di salvataggio, esperienza comune a molti pugili prima e dopo di lui. Ha distrutto il mito di Joe Frazier, ha rivinto il titolo di campione del mondo dei pesi massimi due volte a distanza di vent' anni dalla prima alla seconda, ha esordito nei pro' nel 1969, ha tirato l' ultimo pugno nel 1997, 83 incontri ufficiali, 70 chiusi per ko, una sola volta è finito al tappeto, sì, contro Muhammad Alì, in quella notte meravigliosa e terribile, da leggenda. Ha attraversato due ere, ha combattuto nell' epoca di Ali e in quella di Mike Tyson.

ali vs foreman 8

 

Ha preso tanti pugni, molti di più ne ha dati, ha regalato brividi ad almeno due generazioni di appassionati. Grande tra i grandi, ha un posto d' onore nella leggenda della boxe. Dei dieci figli avuti, cinque li ha chiamati George. Ineccepibile la motivazione: «Un pugile deve prepararsi al tempo in cui perderà la memoria. Un solo nome da ricordare è più facile di cinque».

ali vs foreman 7ali vs foreman 2ali vs foreman 10ali vs foreman 14JOE FRAZIER GEORGE FOREMAN MOHAMMED ALI ali vs foreman 12foreman

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?