rossi marquez materazzi zidane

GLI ITALIANI E QUEI GIUDIZI STRABICI SU MARQUEZ-MATERAZZI E VALE-ZIZOU - DA CHE PARTE VI SIETE SCHIERATI NELLA NOTTE DI BERLINO QUANDO ZIDANE RISPOSE CON UNA TESTATA ALLA PROVOCAZIONE DI MATERAZZI? CHI ERA L’INFAME IN QUELL’OCCASIONE?

ROSSI MARQUEZ8ROSSI MARQUEZ8

Pippo Russo per “calciomercato.com”

 

La Patria chiama e il popolo risponde per riflesso condizionato. Succede ormai soltanto quando c’è di mezzo lo sport, e avviene in queste ore attorno alla vicenda che contrappone Valentino Rossi a Marc Marquez, col “terzo comodissimo” Jorge Lorenzo a godersi i frutti della lite. L’Italia intera si schiera col suo campione provocato e offeso, con una mobilitazione che parte dalla base dei tifosi per salire su fino al presidente del Coni e al Premier.

ROSSI MARQUEZROSSI MARQUEZ

 

Dal canto suo la Spagna si mobilita in difesa dei suoi idoli sportivi, puntando contro Valentino Rossi una potenza di fuoco mediatico che si riserverebbe ai grandi carnefici della Storia. Tutto molto tribale, se guardato col giusto distacco. E ci si prova a farlo, sapendo che non è facile.

 

MARQUEZ  - VALENTINO ROSSIMARQUEZ - VALENTINO ROSSI

Non certo perché non si sappia tenere a bada le animosità, ma perché a esprimere un’opinione fuori dalla bolgia si rischia di passare come alieni. Per riuscire a farlo, e mettere in chiaro la condizione di “strabismo del giudizio” suscitate da circostanze come questa, bisogna dividere l’articolo in due parti.

Parte prima: perché sto dalla parte di Valentino -  Faccio subito la mia dichiarazione di voto: nella vicenda di questi giorni mi schiero dalla parte di Valentino Rossi. Ma schierandomi lo faccio in modo ragionato, e non certo perché mi senta chiamato dalla patria.

 

Dico di più: mi schiero dalla parte di Valentino Rossi nonostante non abbia mai provato simpatia per lui. Anzi, se devo dirla tutta il suo personaggio pubblico mi è sempre risultato negativo. Indiscutibile come campione, l’ho trovato più volte troppo costruito: quel suo essere un professionista della simpatia, il voler sembrare “ganzo” a tutti i costi, il cavarsela costantemente con l’atteggiamento cazzaro da “muretto & comitiva”.

MARQUEZ  - VALENTINO ROSSIMARQUEZ - VALENTINO ROSSI

 

Soprattutto trovai del tutto fuori luogo, a suo tempo, il tormento dato – ai limiti dello stalking – a Max Biaggi. Il romano era già maturo e Valentino s’affacciava appena alle gare d’alto livello, e pareva che per il pesarese l’attività principale fosse perculare il collega anziano anziché preoccuparsi di vincere in pista (cosa che peraltro gli riusciva ugualmente). E magari all’inizio la cosa risultava anche spiritosa, ma poi prese a essere fastidiosa e stucchevole.

 

Bisognerebbe sempre portare un minimo di rispetto, soprattutto verso i colleghi più anziani. E invece il “giovane e simpatico” Vale non perdeva occasione di sbertucciare l’esperto Max, scendendo persino sul piano personale. Per dirne una, nel 1997 al Mugello il diciottenne Vale compì il giro della vittoria portando a spasso una bambola gonfiabile con la scritta “Claudia Schiffer”.

 

VALENTINO ROSSI MATERAZZIVALENTINO ROSSI MATERAZZI

E interrogato sul motivo del gesto disse che era la sua risposta al flirt tra Max Biaggi e Naomi Campbell. Tutti risero. Io invece trovai che il gesto fosse immensamente squallido, oltreché animato da un’ossessione personale.

 

E inoltre in quell’ossessione di Valentino per Max c’era una voglia di stravincere che non si perdona a nessuno. Perché era chiaro che Rossi fosse più forte, e che in ragione dell’età nettamente più giovane s’avviasse a scalzare Max Biaggi dai podi di tutto il mondo e dal cuore degli sportivi italiani. E dunque che bisogno c’era di mettersi pure a infierire?

 

VASCO ROSSI VALENTINO ROSSI MATERAZZI VASCO ROSSI VALENTINO ROSSI MATERAZZI

Ripensando a quella saga dello sfottò, è un meraviglioso contrappasso che adesso Valentino Rossi si trovi a malpartito a causa del comportamento “da stalker” (oltreché “da stopper”) di un suo ex giovane fan, Marc Marquez. Prima o poi la ruota gira per tutti, e ci si vede restituire con gli interessi ciò che abbiamo saputo meritarci. Inoltre, merita ricordare quella volta in cui la tensione fra i due divi italiani della moto toccò il punto più elevato.

 

Fu a aprile 2001 a Suzuka, quando Biaggi allargò un braccio per ostruire Rossi (che parlò di gomitata), e quest’ultimo reagì mostrando il dito medio. Rivisitando quell’episodio Valentino parlò addirittura di “quasi tentato omicidio” (sic!). Lo ridirebbe adesso, dopo il suo calcetto a Marquez?

Ho richiamato questi precedenti per rendere chiaro che, prendendo le difese di Valentino Rossi nella vicenda che lo coinvolge in questi giorni, lo faccio né per spirito patriottico né per simpatia verso il personaggio. E premettendo che il pilota italiano ha sbagliato nel tirare il calcetto, dico che in quelle condizioni il calcetto l’avremmo tirato tutti. Perché siamo umani. Perché situazioni estreme chiamano reazioni estreme. E perché c’è un limite di sopportazione alle provocazioni.

 

ROSSI MATERAZZIROSSI MATERAZZI

Aggiungo un altro paio di cose di cui bisogna tenere conto. La prima è che Marquez quel calcetto se l’è andato a cercare, e che se anche non fosse arrivato poteva arrivare la collisione, vista la vicinanza sempre più esasperata delle moto in quel marcamento asfissiante.

 

La seconda è collegata alla prima: per come la vedo io, il calcetto di Valentino Rossi è più di difesa che d’offesa. Sembra dettato dall’istinto d’allontanare il pericolo, non dalla volontà d’arrecare danno. Chi non lo avrebbe mollato, dovendosi parare da un invasato che sfreccia a un dito da te a 200 all’ora? Per tutto questo sto parte di Valentino. Che ha sbagliato, ma ha diritto a parecchie attenuanti.

Parte seconda: perché siete stati dalla parte di Marquez Materazzi? -  E però a questo punto bisogna occuparsi della seconda metà del discorso. Quella che riguarda il sentirsi dalla parte del Bene e del Giusto quando si prende campo in una disputa così. Sono convinti di stare dalla parte del Bene e del Giusto tutti gli italiani che si schierano con Valentino Rossi, così come sono convinti di stare dalla parte del Bene e del Giusto tutti gli spagnoli che si schierano con Marc Marquez e Jorge Lorenzo.

 

ZIDANE MATERAZZIZIDANE MATERAZZI

E guardando soltanto al campo italiano, si ha la ferma convinzione d’essere dalla parte del Bene e del Giusto schierandosi col campione che ha “umanamente reagito” alla provocazione. E di conseguenza ci si schiera contro “l’infame provocatore” e contro colui che dall’infame provocazione potrebbe trarre vantaggio in termini di successo sportivo.

 

Ok, prendo atto. E prendendo atto chiedo: da che parte vi siete schierati nella notte di Berlino, quando Zinedine Zidane rispose con una testata alla provocazione di Marco Materazzi? Chi era l’infame in quell’occasione? E il Bene e il Giusto stavano dalla parte della provocazione, o dalla parte della reazione alla provocazione?

 

testata zidane materazzi reuterstestata zidane materazzi reuters

E scusate se vi ho messo in crisi, ma ogni tanto è bene riflettere sul fatto che tutti quanti si soffra di strabismo del giudizio, e che Bene e Male non sono principi assoluti ma oggetti malleabili. Non metri di giudizio, ma metri da sarto: da allungare, accorciare e piegare alla bisogna.

zidane testata materazzi rep03zidane testata materazzi rep03zidane testata materazzi rep02zidane testata materazzi rep02zidane testata materazzi rep04zidane testata materazzi rep04ROSSI MARQUEZ MATERAZZI ZIDANEROSSI MARQUEZ MATERAZZI ZIDANE

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…