1. OK, LA FERRARI E’ FUORIGIOCO MA E’ DAVVERO UN PECCATO PERDERE LA FORMULA UNO: IL DUELLO KILLER TRA I DUE COMPAGNI DELLA FORTISSIMA MERCEDES, IL BIONDINO TEDESCO ROSBERG E IL NERO BRITANNICO HAMILTON, PASSERA’ ALLA STORIA DELLO SPORT 2. AL SECONDO GIRO. HAMILTON È IN TESTA, ROSBERG TENTA UNA MANOVRA DEMENZIALE VISTO CHE C’ERA ANCORA L’INTERA GARA DAVANTI, UN TENTATIVO DI SORPASSO DALL’ESTERNO, UNA ROBA DESTINATA A SICURO FALLIMENTO. QUANDO RIENTRA ALLE SPALLE DI HAMILTON, CON UN COLPETTO DI VOLANTE SEGA CON L’ALA ANTERIORE DELLA SUA MERCEDES LA GOMMA POSTERIORE DEL RIVALE. UCCIDENDONE LA GARA, ROVINANDO LA PROPRIA (L’ALA SI È ROTTA) E FAVORENDO L’INCREDIBILE TRIONFO DI RICCIARDO (RED BULL), CHE ORA COMINCIA A CREDERCI 3. IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE: ROSBERG AMMETTE DI AVERLO FATTO APPOSTA E I SOGNI DI GLORIA DELLA MERCEDES S’INFRANSERO CONTRO GLI EGO FUORI CONTROLLO DEI DUE PILOTI

1. GP DEL BELGIO - LA PERFETTA MERCEDES IN PIENA CRISI DI NERVI ROSBERG SI VENDICA E SILURA HAMILTON

ROSBERG E HAMILTON  ROSBERG E HAMILTON

Marco Mensurati per La repubblica

rosberg e ricciardo rosberg e ricciardo

 

Alla fine, come dice Fernando Alonso, la Mercedes non riuscirà nell’impresa di non vincere questo mondiale. «Con una macchina due secondi al giro più veloce delle altre è impossibile». Ma se dovesse farcela, se la stupidità degli uomini riuscirà a dimostrarsi più forte e perfetta della migliore ingegneria di Germania e d’Inghilterra, be’ allora questa gara, il Gran Premio di Spa, passerà alla storia come il momento chiave della stagione, quello in cui la coppia, definitivamente, scoppiò, il cervello di Lewis Hamilton andò in frantumi, e i sogni di gloria dell’impero anglo tedesco dell’automobile s’infransero contro gli ego fuori controllo dei due piloti.

rosbergrosberg

 

Il destino aveva preparato il suo plot con molta cura. Per prima cosa aveva fatto capitare nella stessa squadra due piloti l’uno l’opposto dell’altro. Uno biondo biondo, tedesco, figlio d’arte e ricco di famiglia, efebico, glaciale, dotato di un talento appena ordinario ma armato di una furbizia confinante con la guittezza.

ROSBERG E HAMILTON  iROSBERG E HAMILTON i

 

L’altro nero nero, inglese di origini caraibiche, non povero ma quasi, però benedetto da una portentosa predisposizione alla guida, un forzato della competizione che da sempre affronta con una generosità persino naif.

 

Poi aveva fatto in modo di mettere a loro disposizione una macchina talmente mostruosa da livellare le differenze di guida. E infine li aveva consegnati a un team votato all’insana politica del “lasciali scannare in pista” (politica cambiata da ieri sera). Ne è venuta fuori una stagione sull’orlo della crisi di nervi.

ROSBERG E HAMILTON  ROSBERG E HAMILTON

 

In Bahrein Hamilton accusa: «Gli ingegneri rubano i dati delle mie telemetrie e li girano a Nico». In Spagna, Rosberg rilancia: «Hamilton usa più potenza di quanta ne usi io». A Montecarlo, l’escalation: «Rosberg è solo un ragazzino ricco e viziato».

ROSBERG E HAMILTON  ROSBERG E HAMILTON

 

Rosberg incassa, poi scende in pista e da canaglia simula un “dritto” alla maniera di Schumi, bandiera rossa e qualifica di Hamilton devastata. A Budapest, il team, sotto pressione, perde la testa e durante la gara impone una strategia che penalizzi Hamilton, il quale disobbedisce agli ordini. «Doveva obbedire», sottolinea Rosberg col sorrisetto in una fastidiosa video intervista rilasciata mentre è tutto rilassato sul lettino del massaggiatore.

ROSBERG E HAMILTON  ROSBERG E HAMILTON

 

Ieri, il disastro. Al secondo giro. Hamilton è in testa, il tedesco tenta una manovra demenziale visto che c’era ancora l’intera gara davanti, un tentativo di sorpasso dall’esterno, una roba destinata a sicuro fallimento.

 

Nico  Rosberg Nico Rosberg

Quando rientra alle spalle di Hamilton, con un colpetto di volante sega con l’ala anteriore della sua Mercedes la gomma posteriore del rivale. Uccidendone la gara, rovinando la propria (l’ala si è rotta) e favorendo l’incredibile trionfo di Ricciardo (Red Bull), che ora comincia a crederci. «È stato uno stupido», commenta Hamilton.

 

alonso ricciardo hamiltonalonso ricciardo hamilton

Niki Lauda, presidente onorario ed eminenza grigia della nuova gestione Mercedes, regolerebbe la cosa a mani nude, se non fosse così poco elegante. Toto Wolff, l’uomo del rilancio, definisce la cosa «inaccettabile», pregustava la facile doppietta. Ma il peggio deve ancora venire. E il peggio è il “debriefing”. Un incontro a quattro, Hamilton-Rosberg-Lauda-Wolff nel quale il tedesco finisce per ammettere di averlo fatto apposta.

ricciardoricciardo

 

Quel colpetto assassino era volontario. «Ha detto che voleva dare un segnale alla squadra» racconta Hamilton, «ha detto che avrebbe potuto evitarlo ma non lo ha fatto. E che era colpa mia. Quale segnale voleva dare? Chiedetelo a lui».

 

Ma lui tace. Forse è una strategia. Conta i punti guadagnati oggi (18), vede la schiuma agli angoli della bocca di Lewis, e sorride sotto allo sguardo attonito di Lauda e Wolff, che annunciano punizioni in arrivo, terrorizzati dalla possibilità che alla fine a sorridere sia Ricciardo.

 

 

2. QUANDO IL NEMICO È DENTRO CASA

Emanuela Audisio per La Repubblica

ricciardo ricciardo

 

E’ l’arma letale di ogni gioco: la rivalità. Quel non volersi piegare all’altro: ma soprattutto al vicino, a quello che ti sta a fianco, all’amico per contratto. Perché tutto brucia di più se davanti hai un collega di scuderia.

 

hamilton vince il gran premio di spagna hamilton vince il gran premio di spagna

Diventi irrazionale: scansati, ora, adesso. Il compagno di squadra si sopporta, si detesta e si tradisce. Perché l’altro appunto ti vive come un nemico in casa, un incubo domestico. Rosberg sperona Hamilton al secondo giro, corrono tutti e due per la stessa azienda. Che bisogno c’è di rischiare proprio all’inizio? Verrebbe da dire: è lo sport, bellezza. Da sempre è così: Prost e Senna, Villeneuve e Pironi. Illogico sì, infantile e sbagliato, ma vero. La Mercedes sbraita: mentre i nostri ragazzi litigano, altri vincono.

 

GQ MAGAZINE COPERTINA CON AYRTON SENNAGQ MAGAZINE COPERTINA CON AYRTON SENNA

La logica aziendale vuole altro, non scannatevi tra di voi, siete compagni. E poi nella Red Bull c’è l’australiano Ricciardo, al secondo successo consecutivo, che fa sembrare somaro il compagno Vettel, campione del mondo.

 

Quando a umiliarti è il tuo fratello di sport senti che ne esci ancora più sminuito. Già. Carl Lewis al Santa Monica Track ammazzò dolcemente ogni concorrenza nello sprint con le sue affinità elettive: Burrell, Marsh Heard, Baptiste. Lewis li convinceva di fare parte di una confraternita della velocità, quasi un’idea socratica di sport: conosci te stesso e migliorati. Non c’era bisogno di odiarsi, di ringhiare, troppo volgare. Uno sprint sereno, dove tutti correvano, e lui arrivava primo. Se li mangiò tutti: il resto lo fece la soggezione e il carisma.

Olimpionico Carl Lewis in tacchi a spillo Olimpionico Carl Lewis in tacchi a spillo

 

Lo sport idealizza, ma spesso il cuore brucia, senza lealtà. Tentato omicidio al posto delle piroette. Tonya Harding nel gennaio ’94, fece sprangare le gambe della sua rivale olimpica Nancy Kerrigan. Erano compagne nella nazionale americana di pattinaggio: ma l’altra era più bella, più coccolata, più ammirata. Una bella mazza di ferro avrebbe rimesso le cose a posto.

 

harding tonyaharding tonya

Non c’era bisogno che morisse, solo che se ne stesse per un po’ fuori da piedi e dal ghiaccio. La rivalità è più terribile da sopportare e da consumare quando è per così dire incestuosa: stessa squadra, stessa palestra, stessa città, stessa infanzia, quasi stesso letto.

USAIN BOLTUSAIN BOLT

 

Da Jesi le ragazze del fioretto, Trillini, Vezzali, Di Francisca, hanno camminato lontano per trovarsi a strapparsi il mondo in molte finali. Ha senso perdere l’oro da una vicina di casa? Bolt e Blake, sprinter giamaicani, sono anche compagni di club, dividono lo stesso allenatore. Ma Bolt si è sentito tradito quando Blake ai Trials ha vinto e esultato. Non era più l’altro.

 

 

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