QUANTO DURERA’ LA PAX IN CASA MERCEDES? FINO ALLA PRIMA CURVA DEL PROSSIMO GP! - HAMILTON: “FIDUCIA IN ROSBERG? PAROLA GROSSA” - DIETRO ALLA BATTAGLIA DEI DUE PILOTI C’È UNA LOTTA TRA L’ANIMA TEDESCA E QUELLA BRITANNICA DEL TEAM DA CUI NON È ESCLUSA NEANCHE LA STAMPA

Al di là delle solenni ipocrisie e delle dichiarazione di maniera i due continueranno a «menarsi» come è giusto che sia in un Mondiale - Hamilton, oggi inseguitore di Rosberg, sarà svantaggiato dalla policy «mai più scontri» ordinata dal team? - Lo strano caso del dottor Jenson Button in cerca di un sedile per il 2015: “Merito ancora la McLaren”

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1.TRA ROSBERG E HAMILTON UNA TREGUA ARMATA CHE NON CONVINCE

Flavio Vanetti per il "Corriere della Sera"

 

rosberg e hamilton quando pilotavano i kart nel 2001 rosberg e hamilton quando pilotavano i kart nel 2001

È difficile credere che sia vera pace tra Nico Rosberg e Lewis Hamilton dopo i fatti di Spa, le «sberle» post-gara di Niki Lauda al tedesco, il seccato «poffarbacco» di Toto Wolff, il processo (con probabile multona) al suddetto Nico, il faccia a faccia all’interno del team e lo sforzo, alimentato da comunicati e video di scuse, di raccontare al mondo che tutto è superato.

 

C’è almeno una frase, di Lewis Hamilton, che fa sospettare che le cose non stiano precisamente in questi termini: «Ho la fiducia per pensare che io e Rosberg torneremo a lavorare bene assieme? Fiducia è una parola grossa, se applicata alle corse. Ma io e lui gareggiamo da tanto tempo e sappiamo come comportarci: si riparte da questo».

 

rosberg e hamilton quando pilotavano i kart rosberg e hamilton quando pilotavano i kart

Gli osservati speciali della conferenza stampa del giovedì si presentano sul palco collocandosi alle estremità della prima fila e sfoderando sorrisi di maniera. Ma quasi si ignorano. Tra di loro siede Fernando Alonso, che strabuzza gli occhi alla proposta di fungere da paciere, dato che nel 2007 alla McLaren, mentre era compagno di Hamilton, visse un film simile a quello proiettato adesso a casa Mercedes. Rosberg insorge davanti a un’ipotesi («Garage separati? Ma va. Se siamo in testa alle classifiche è grazie al lavoro di squadra») e spara la sua luminosa faccia d’angelo. Invece Lewis gli angioletti — un doppio ciondolo appeso a una catena d’oro — li ha al petto. Fuoco di fila, le domande sono anche bastarde.

 

rosberg e hamilton rosberg e hamilton

Nico, sei preparato psicologicamente a subire attacchi mediatici nella lotta per il Mondiale? «Io penso solo ad essere veloce. Perché all’inizio non mi ero scusato? Semplicemente perché ci ho pensato sopra, ho capito e nel parlare col team ho compreso. Ma nessuno mi ha costretto a scusarmi». Lewis, a Budapest non hai rispettato un ordine di scuderia: hanno punito pure te? «Noi siamo sempre puniti, se ci sono incidenti: continuiamo a fare riunioni… Comunque non ho disubbidito: ho solo detto che non l’avrei fatto passare, a meno che non mi fosse giunto a ridosso. I dirigenti mi hanno dato ragione».

 

nico rosberg lewis hamilton nico rosberg lewis hamilton

In realtà dietro alla tregua c’è un guazzabuglio ben più articolato. C’è una lotta tra l’anima tedesca e quella britannica del team e la stampa non è esclusa, proprio come tra i giornalisti, nei giorni delle risse Alonso-Hamilton, si giocava Spagna-Inghilterra. E c’è poi un equilibrio precario, costruito sulle frasi fatte (le più gettonate: «Andiamo oltre»; «Il focus ora è sulla guida») e su una serie di discese e risalite, su ogni fronte. Per dire: la sfuriata di Niki contro Nico (Lauda vs. Rosberg) è durata l’intervallo di un temporale. «È vero — ammette il leader del Mondiale —, Niki si è scusato delle parole dette a caldo».

JENSON BUTTON JENSON BUTTON

 

Di che cosa stiamo parlando? Di solenni ipocrisie e di balle cinesi. Quei due continueranno a «menarsi», come è giusto che sia in un Mondiale. Hamilton, oggi inseguitore di Rosberg, sarà svantaggiato dalla policy «mai più scontri» ordinata dal team? Pare di no: «Restano sette corse, ho ancora tanti punti a disposizione» dice Luigino. Aggiunta: per vincere il Mondiale, «che rimane la mia priorità». Lo è ben più del rinnovo del contratto, che non è congelato «ma che non è urgente perché per il 2015 sono a posto». Ecco, almeno una cosa chiara l’ha detta.

 

2. IL CURIOSO CASO DI MR BUTTON «MERITO ANCORA LA MCLAREN»

Daniele Sparisci per il "Corriere della Sera"

 

Toto Wolff Toto Wolff

Il «miracolo» del Mondiale vinto con quel mago di Ross Brawn. La vittoria più toccante a Suzuka nel 2011 in un paese ferito dal terremoto, fra lacrime e baci alla splendida compagna Jessica che in Giappone è cresciuta. La voglia di continuare a indossare tuta e casco alla soglia dei 35 anni. Anche quando lotti a metà classifica e il futuro è un rebus.

Jenson Button, uno dei veterani fra i paddock, naviga a vista: non sa ancora se l’anno prossimo avrà un sedile in F1.

 

La McLaren dal 2015 monterà motori Honda al posto di quelli Mercedes. Il colosso nipponico vuole a tutti i costi almeno un top driver. Nella speranza di tornare a dominare come ai tempi di Prost e Senna.

 

NIKI LAUDA NIKI LAUDA

In attesa che si concludano le trattative — il sogno Alonso è sfumato, Vettel prende tempo ma resta l’unica opzione, Hamilton ha fatto capire che resterà in Mercedes — Button è sospeso in un limbo insieme con il compagno Magnussen che dalla sua ha la carta d’identità. Situazione per nulla piacevole, ma il pilota inglese sfodera una modestia incredibile.

 

Tempo fa diceva che un giorno avrebbe lasciato la F1 dopo aver superato i 30 anni, è arrivato quel giorno?

ALONSO FERRARI ALONSO FERRARI

«Ah dicevo così? Forse ero davvero giovane. Sai com’è: amo correre. Anche se non vinci, non hai la macchina competitiva, cerchi di fare il meglio, combatti. È la nostra natura di piloti. Continuo ad amare questo sport. La F1 occupa tutti i miei pensieri. Non penso al ritiro, né a programmi in altre serie».

 

Non dev’essere facile però per un campione del mondo trovare le motivazioni per lottare a metà classifica...

«E invece lo è. Sono nella categoria più alta delle corse, mi ritengo fortunato a essere ancora qui in giro».

 

Pensa che la McLaren sia il posto giusto anche l’anno prossimo? Crede di avere qualche chance?

MAGNUSSEN MAGNUSSEN

«Sarebbe bello essere parte del progetto, questo è un grande team. Ma non so cosa succederà, nessuno lo sa. C’è un fornitore di motori diverso (la Honda, ndr) e ha i suoi programmi. Penso di aver lavorato bene negli ultimi anni, ho sempre ottenuto più punti dei miei compagni.

 

Sebastian Vettel Sebastian Vettel

Non vedo il motivo per cui non dovrei esserci. Ho già avuto in passato esperienza con Honda, conservo ricordi belli e brutti. Grazie alle esperienze personali posso dare una mano a sviluppare una relazione fra culture diverse: non è facile unire la visione giapponese e quella europea».

 

Ma sapere che McLaren sta cercando un top driver come la fa sentire?

«Non ci penso. Vado avanti e lavoro. Sono in F1 da tanto tempo, non mi interessano i commenti stupidi, i rumors. Ho vinto 15 Gp e un campionato. Non sono né preoccupato né frustrato perché mi diverto ancora tanto».

 

ricciardo ricciardo

La vittoria più bella in carriera?

«A livello agonistico quella in Canada (nel 2011, ndr). Una gara spaventosa, da dimenticare per il 50 per cento del tempo con due incidenti, cinque pit stop e poi... Per le emozioni dico Suzuka, quella per me è stata un’emozione incredibile».

 

 

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