federer fabbiano opelka panatta

LE RACCHETTATE DI PANATTA: “OGGI GIOCANO TUTTI ALLO STESSO MODO. PERCHÉ LI DEVO CONTINUARE A GUARDARE? UNO COME RAONIC MI FA ARRABBIARE. ARRIVA E TIRA UNA ‘CROCCA’ A 200 CHILOMETRI ALL’ORA...” – L’IRONIA SUI GENITORI COACH (“MIA MADRE QUANDO SENTIVA FIFTEEN-LOVE PENSAVA CHE CHIAMASSERO PEPPINO”) E SULLA MOGLIE ONNIPRESENTE DI FEDERER (“CON UNA COME LEI POTREI MORI’”) - E POI STILA LA CLASSIFICA DI CHI SA GIOCARE A TENNIS - VIDEO

 

Francesco Persili per Dagospia

 

panatta il tennis è musica

“Se il tennis fosse sempre così, non lo seguirei e neanche lo giocherei”. Thomas Fabbiano resiste al bombardamento di 67 ace del gigante Opelka, passa il turno agli Australian Open e riattizza la polemica sul tennis contemporaneo. Spilungoni di 2 metri che sparano missili, esasperazione del servizio, scambi ridotti al lumicino e noia mortale. Il grido d’allarme lo aveva già lanciato Adriano Panatta, durante la presentazione romana del libro scritto con Daniele Azzolini, “Il tennis è musica”: “Oggi ci sono ragazzi fortissimi ma giocano tutti allo stesso modo. Ma dopo 4 game so già quello che faranno, perché li devo continuare a guardare? Uno che mi fa arrabbiare è Raonic. Arriva e tira una ‘crocca’ a 200 chilometri all’ora. Non dovrebbe giocare a tennis…”.

 

PANATTA

Le “veroniche” di Panatta, le volée stilizzate e l’armonia di Edberg (la silhouette del suo servizio fu per anni il logo degli Australian Open), le epifanie di eleganza di Federer sono l’ultimo rifugio dei romantici. Si è realizzata la profezia di John Newcombe che a Panatta diceva: “Sei l’ultimo della tua specie. Dimmi quanti giocano il tuo tennis e quanti lo giocheranno un domani. Sono tutte copie in formato ridotto di Borg…”

 

fabbiano opelka

I mental coach, gli psicologi (“Io rispondevo: Ma vacci tu, io sto tanto bene”), i genitori coach (“Mia madre del tennis non conosceva neanche il punteggio. Quando sentiva fifteen-love pensava che chiamassero Peppino”), Panatta prende a pallettate le ossessioni del tennis di oggi e i clan familiari che affollano da sempre le tribune. Dall’insopportabile Gloria Connors, mamma di 'Jimbo', al padre “paravento” della Graf, da Jim Pierce, papà di Mary, che in tribuna mulinava cazzotti a destra e a manca, a Richard Williams, il babbo di Venus e Serena. “Io non ci avevo nessuno – ricorda la leggenda del tennis azzurro – mio padre è venuto a vedermi due volte, mia moglie quasi mai, non ne sentivo il bisogno. Pensa Federer, invece, tutti i giorni con la moglie che lo guarda mentre gioca, e che poi ritrova pure la sera in albergo, io potrei morì…”

 

adriano panatta

Le battute di Nastase davanti a Borg (“Quello non batte ciglio neanche se mi calo i pantaloncini”), lo spettacolo d’arte varia di Vitas “Broadway” Gerulaitis, donnaiolo impenitente e grande amico di Andy Warhol, e la scenetta a metà tra una commedia di Alberto Sordi e i mind games di Brad Gilbert e Josè Mourinho prima della storica finale del Roland Garros quando Adriano mise Harold Solomon davanti allo specchio: ”Guardati, sorcio, come puoi battermi?”. Sorrisi, ironia e leggerezza, l’uomo che vinse Roma, Parigi e Davis nel 1976 si aggiusta il ciuffo e restituisce il clima che si respirava ai suoi tempi. "Noi ci divertivamo. Oggi negli spogliatoi non vado più. Ciascuno sta lì solo o con il suo clan, c’è molta meno allegria”. L’allegria di giocare, quella un po’ si è persa.

raonic

 

“Pensate solamente a portare a casa il risultato. Avete perso il senso del gioco. Armonia, il rumore, la musica. Pof, pof, pof, pof”. Come nel video stracult dell’Armadillo, grazie al quale Panatta spopola anche tra i millennial.  “Negli anni ’70 a Roma era quello che è oggi Francesco Totti”, assicura il giornalista di Sky Sport, Stefano Meloccaro. “No – ribatte l’imperatore Adriano – mi conoscevano meno di oggi perché c’era meno comunicazione”.

 

panatta meloccaro 6

Panatta stila, nelle pagine conclusive del suo libro, anche una classifica dei migliori quaranta tennisti dell’era Open. C’è Marin Cilic, non lui: come è possibile? “Numeri alla mano, non sono neanche tra i primi 100. Se parliamo di quelli che sapevano giocare a tennis, invece, la musica cambia”. In una ideale classifica di Adriano, oltre a Federer troverebbero sicuramente spazio il mitologico Rod Laver (“Sapeva giocare molto bene”), Orantes, Edberg, Newcombe, Bertolucci, “Gattone” Mecir, Djokovic (“A modo suo…”) e Dimitrov (“Mi fa divertire”). Tra gli italiani, Fognini (“E’ fortissimo”), Paolino Canè e Omar Camporese (“Aveva un bellissimo dritto…”), Robertina Vinci. Tra le donne la numero 1 resta Martina Navratilova, ma anche Steffi Graf. “Non sapeva fare il rovescio in top? Anche io lo facevo male. E allora?”

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adriano panatta con la compagna Anna Bonamicoadriano panatta con la compagna Anna Bonamico

 

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