SCEMPIO CAPITALE – ASSALTI, SACCHEGGI E AGGRESSIONI: LA FURIA DEGLI ULTRA’ TEDESCHI  DELL’EINTRACHT MANDA IN TILT ROMA– LA RAGGI: "BESTIE, NON LE VOGLIAMO PIU’" - IL PREFETTO DI ROMA BASILONE: “LA VERITÀ È CHE SPESSO LE POLIZIE STRANIERE NON COLLABORANO. DAI TEDESCHI NESSUN AVVISO SULL'ARRIVO DEGLI ULTRÀ VIOLENTI”

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Da www.ilmessaggero.it

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«È in corso una partita di calcio, questa sera degli hoolingas venuti dalla Germania hanno sostanzialmente saccheggiato e devastato zone della nostra città: un supermercato in zona Flaminio, piazza del Popolo. Noi a Roma accogliamo a braccia aperte i tifosi, ma gli hooligans non li vogliamo più. I tifosi li vogliamo, le bestie no». Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi a Piazzapulita su La7.

 

 

IL PREFETTO DI ROMA

 

Lorenzo De Cicco per il Messaggero

 

«C'erano personaggi a rischio, tra gli ultrà tedeschi, abbiamo fatto il possibile, i servizi della Questura erano stati preparati da giorni, ma le polizie straniere dovrebbero avvisarci quando ci troviamo davanti a questi pericoli».

 

Il prefetto di Roma, Paola Basilone, risponde al termine di una giornataccia molto simile, per certi versi, a quella che la Capitale ha vissuto con i barbari olandesi del Feyenoord, era il febbraio del 2015 e le scorrerie degli hooligan culminarono con lo scempio della fontana della Barcaccia a piazza di Spagna. Stavolta, per fortuna, di mezzo non c'è andato nessun monumento di valore, eppure la città conta i segni delle incursioni sguaiate dei tifosi (tifosi?) dell'Eintracht di Francoforte, impegnati ieri notte in una partita di Europa League contro la Lazio.

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Prefetto, cosa non ha funzionato?

«Mi faccia dire che cose di questo genere non dovrebbero avvenire, non sono comportamenti civili e dispiace sempre assistere a certi spettacoli. Purtroppo spesso questi tifosi stranieri arrivano in ordine sparso, non è sempre facile seguirne gli spostamenti».

 

Dovrebbero però rispettare i punti di raccolta concordati con le forze dell'ordine, in teoria.

«Certo e i punti di raccolta sono stati predisposti. Mi creda, la Questura, che ha curato il piano della sicurezza, ha messo in campo i servizi necessari per tutelare l'ordine pubblico, c'è stata una programmazione seria nei giorni scorsi, come si fa sempre per gli eventi di questo tipo. Non c'è stata sottovalutazione, si è fatto tutto il possibile per evitare incidenti o contatti con i tifosi laziali».

 

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Perché allora si è dovuto assistere a certe scene: il supermercato preso d'assalto non lontano dallo stadio Olimpico, le scorribande di centinaia di ultrà in pieno centro storico, perfino a via del Corso, Villa Borghese trasformata in un orinatoio a cielo aperto. È mancato qualcosa in questa programmazione?

«La verità è che spesso le polizie straniere non collaborano con le forze dell'ordine italiane e questo impedisce a chi mette a punto i piani della sicurezza di conoscere tutti i dettagli, soprattutto sui soggetti più pericolosi di cui parlavo prima. Non è facile pianificare, se mancano alcuni elementi importanti di valutazione».

 

La polizia tedesca quindi non ha fornito un supporto adeguato alla Questura di Roma?

«È successo diverse volte, anche in passato, e questo per noi rappresenta logicamente una difficoltà».

 

Viene da chiedersi: è possibile bloccare i violenti prima che arrivino qui, per evitare che la Capitale diventi preda di tifosi scalmanati e irrispettosi?

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«Non è affatto facile, almeno quando parliamo di cittadini dell'Unione europea, per cui vale, come si sa, la libertà di circolazione, c'è il trattato di Schengen. Non si può proibire a un tedesco o a un francese di viaggiare in Italia».

 

 

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