SERIE A, COME ACQUA ALLA GOLA - LE SOCIETÀ ITALIANE, APPESANTITE DA PASSIVI PESANTI, DEVONO RISTRUTTURARE I BILANCI - IL MILAN HA 256 MILIONI DI DEBITI, IL GENOA 85, LA LAZIO 17 - LA SAMP-GLORIA DI “VIPERETTA” HA DEBITI PER 82 MILIONI E CREDITI PER 44 MILIONI

Marco Bellinazzo per il “Sole 24 Ore

 

THOHIR THOHIR

Per il Calcio italiano Spa è arrivata l'ora della ristrutturazione dei debiti. In un settore sempre più alla ricerca di liquidità e appesantito da impegni finanziari ai quali le proprietà non possono o non vogliono più far fronte con la "generosità" del passato, si stanno affacciando investitori istituzionali, soprattutto esteri, pronti a prestare ai club le risorse necessarie in cambio di garanzie sui flussi di ricavi "certi".

 

Il modello è quello utilizzato dall'Inter di Erick Thohir con una complessa operazione realizzata tra maggio e giugno 2014 con la supervisione di Unicredit e Goldman Sachs. L'Istituto di Piazza Cordusio, ceduta ad agosto la partecipazione nell'As Roma (vendendo per 33 milioni il 31% di Neep holding che controlla il club giallorosso a James Pallotta e ai soci Usa), ha chiuso l'era dell'esposizione diretta nelle società calcistiche.

 

Tuttavia potrebbe assumere anche per altre società tricolori che stanno studiando la ridefinizione dei propri debiti il ruolo di consulente/intermediario svolto a favore dell'Inter. Nel caso della società nerazzurra Unicredit ha in effetti erogato il nuovo finanziamento da 230 milioni "per conto" degli investitori istituzionali stranieri (privi del requisito della sede italiana indispensabile per erogare credito nella Penisola). In pratica, Unicredit ha ricevuto da questi ultimi i soldi girati poi all'Inter (200 milioni come linea di credito per rifinanziare i debiti esistenti e liberare le garanzie personali rilasciate da Massimo Moratti e 30 milioni per le spese correnti).

UNICREDITUNICREDIT

 

Ad assicurare il "mutuo" sono stati posti i contratti di sponsorizzazione, il marchio Inter e i flussi dei diritti tv conferiti nella nuova controllata "Inter Media and Communication Srl". Il finanziamento concesso la scorsa primavera matura interessi ad un tasso variabile pari a Euribor a 3 mesi più uno spread del 5,5% e prevede questo piano di rimborso: una rata da un milione entro il 30 giugno 2015; 15 rate trimestrali da tre milioni dal 30 settembre 2015 al 31 marzo 2019 per un totale di 45 milioni di euro; una mega rata finale da 184 milioni entro il 30 giugno 2019. Su questo veicolo, la cui solidità è stata giudicata positivamente da due agenzie dei rating, sono stati poi creati pegni e altre garanzie registrati, sempre per motivi formali, a nome di Unicredit per conto dei lenders.

 

GOLDMAN SACHS GOLDMAN SACHS

Allo stesso modello di rifinanziamento cosiddetto conduit (o di credito passante) sta pensando l'As Roma. Lo scorso 13 novembre il cda del club giallorosso ha annunciato l'avvio di trattative (con Goldman Sachs) per realizzare un'operazione diretta alla sottoscrizione di una linea di credito garantita (il closing è previsto nei prossimi mesi). In questo modo, il club di Pallotta punta a rimborsare l'indebitamento finanziario attuale (pari a 111,3 milioni al 30 settembre 2014) e a sostenere i propri costi operativi.

 

james Pallottajames Pallotta

Analogamente a quanto avvenuto per l'Inter a "copertura" del prestito sarà costituita una società ad hoc alla quale saranno devolute le attività media, di licensing e sponsorship e sarà costituito un cosiddetto patrimonio destinato in cui confluiranno le attività relative alla gestione dei profitti derivanti dai diritti media relativi alla Serie A e ai tornei Uefa.

 

La situazione finanziaria dei club di Serie A, riscontrabile dagli ultimi documenti contabili depositati, è variegata. Se la Juventus, il cui indebitamento finanziario al 30 settembre 2014 ammonta a 216,9 milioni appare sostenibile e non tale da giustificare interventi in questa direzione, in futuro un pensierino magari potrebbe farcelo il Milan che al 31 dicembre 2013 aveva invece un posizione finanziaria netta negativa per 256 milioni (di cui 144 milioni verso le banche).

lotitolotito

 

La Lazio di Claudio Lotito, poi, mostra al 30 settembre 2014 una posizione netta negativa per soli 17 milioni. Il Napoli di Aurelio De Laurentiis al 30 giugno 2013 aveva iscritti debiti totali per 82 milioni (niente verso banche), ma crediti per 54 e disponibilità liquide per 27 milioni. Il Genoa di Enrico Preziosi al 31 dicembre 2013 aveva debiti verso soci, banche e altri finanziatori per circa 85 milioni (i debiti totali sono pari a 236 milioni a fronte di crediti per 108).

 

Il Parma che oggi naviga in cattive acque e subirà penalizzazioni da parte della Figc per il mancato pagamento di ingaggi e ritenute al 30 giugno 2013 aveva debiti totali per 175 milioni (di cui 78,4 verso banche, finanziatori e controllanti) e crediti per 86. La Sampdoria passata dalla famiglia Garrone a Massimo Ferrero pochi mesi fa al 31 dicembre 2013 aveva debiti per 82 milioni e crediti per 44 milioni.

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ FACILMENTE DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO CHE SPINGONO IL LORO MANAGER MILLERI AD OCCUPARSI DEGLI OCCHIALI ABBANDONANDO GLI INVESTIMENTI FINANZIARI AL GUINZAGLIO DELL’82ENNE CALTARICCONE - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?