TEMPO SCADUTO – LA CASSAZIONE RINVIA IL PROCESSO DI CALCIOPOLI MA LA PRESCRIZIONE HA GIÀ SALVATO MOGGI & FRIENDS – RESTANO IN PIEDI I RISARCIMENTI CHIESTI DA BOLOGNA, BRESCIA, ATALANTA E LECCE

Carlo Tecce per “il Fatto Quotidiano”

luciano moggi giampiero mughiniluciano moggi giampiero mughini

   

Calciopoli è prescritta. Va salvata la memoria. Ieri è riapparsa in Cassazione per una fugace udienza, un tratto breve per il rinvio: la sentenza, per episodi che risalgono quasi a nove o dieci anni fa, è prevista il 23 marzo. Il giudice Aldo Fiale, che presiede la Terza sezione penale, vuole che le carte siano esaminate bene e che la corposa requisitoria sia udita bene. Ma l’ultima partita verrà disputata a tempo scaduto. Il processo Calciopoli, scorporato in ordinario per Luciano Moggi (2 anni e 4 mesi) e abbreviato per Antonio Giraudo (1 anno e 8 mesi), imputazioni per associazione a delinquere e svariate frodi sportive, è arrivato defunto in Cassazione.

 

Il revisionismo s’impadronisce di un recente passato, infestato da avventori e spartizioni, pressioni e sistemi, che ha squartato il fatato pallone italiano: due campionati smontati, inesistenti per gli almanacchi. Ora non c’è soltanto da organizzare la tumulazione di un procedimento arenato, ma va scolpita la verità.

 

luciano moggi cristina chiabottoluciano moggi cristina chiabotto

Non ci sono effetti penali, restano i risarcimenti: le parti civili non s’arrendono, il Bologna e il Brescia, che furono danneggiate e spedite in Serie B, vogliono la rivincita e così, per motivi più tenui, l’Atalanta, il Lecce, la Federcalcio e l’Associazione Consumatori. Il Brescia, senza l’eventuale indennizzo di Calciopoli, rischia il fallimento. Impettito sui gradoni di un possente stabile che a Roma chiamano “Palazzaccio”, c’era il radiato Moggi, che spera di recuperare l'onore perduto. Ai supplementari. O peggio: a ricordi sconfitti, a indignazione scomparsa.

   

ANDREA AGNELLI LUCIANO MOGGIANDREA AGNELLI LUCIANO MOGGI

I TRANELLI di quelli che squalificano l’inchiesta su Calciopoli sono più insidiosi e, soprattutto, più efficaci di un verdetto definitivo, e prevalgono nel dibattito pubblico. La prescrizione ha stravinto. E festeggiano Pierluigi Pairetto (2 anni, ex designatore) e Innocenzo Mazzini (2 anni, ex numero due in Figc). Gli ex arbitri Massimo De Santis, Antonio Dattilo, Paolo Bertini, accusati di frode sportiva, vi hanno rinunciato, e affrontano la Cassazione.

 

Non l’imputato Gianluca Rocchi, fischietto ancora in attività, sempre assolto, l’unico indagato mai sospeso. E la prescrizione ha cicatrizzato e sanato le posizioni (per le presunte frodi sportive, ndr) di un ampio gruppo di protagonisti di Calciopoli, dal laziale Claudio Lotito ai fratelli Della Valle. I difensori di Moggi e Giraudo, ex diarchi juventini, sono convinti che la Cassazione possa invalidare il processo, perché s'è tenuto a Napoli, non a Torino e Roma dove furono effettuate le prime indagini.

 

moggimoggi

Quel che conta sapere: il processo, che fu inaugurato a Napoli il 24 marzo 2009, ha subìto rallentamenti evitabili? Capire come s’è estinto non è facile, ma ci sono un paio di anomalie da evidenziare. Il 3 febbraio 2012, motivazioni di Napoli in primo grado, in dieci righe, il giudice Teresa Casoria stabilì che Moggi, direttore sportivo bianconero per dodici anni, non agiva per gli interessi della Juventus, non truccava le gare per la squadra degli Agnelli: “Sul versante passivo, il tribunale stima che non può essere accolta la domanda nei confronti del responsabile civile Juventus, sotto il profilo della frattura del rapporto organico con il datore di lavoro, generata dall'esercizio da parte dell'imputato Moggi di un potere personale avente manifestazioni esteriori esorbitanti dall'appartenenza alla società”.

   

Andrea Agnelli MoggiAndrea Agnelli Moggi

IN APPELLO, il 17 dicembre 2013, l’ex ferroviere di Monticiano ottenne uno sconto di pena. Il dispositivo fu letto in aula quel giorno, ma poi non venne diffuso. Il 2 gennaio 2014 la Corte pubblicò un secondo dispositivo e revocò l’originale. Il 17 gennaio furono depositate le motivazioni che contenevano il primo dispositivo, mentre il 20 ne fu emesso un terzo.

   

In Cassazione, il relatore Grillo non ha nascosto un po’ di imbarazzo, perché costretto a districarsi in un ginepraio di dispositivi. A settembre 2014 in Cassazione sono pervenuti gli atti su Moggi, prescritto a marzo. Il percorso di Giraudo, che optò per il rito abbreviato (senza dibattimento), fu più rapido. La sentenza in Appello risale al 5 dicembre 2012. Il ricorso in Cassazione fu mandato il 18 aprile 2013. Per trasferire i documenti da Napoli a Roma, un’ora e mezza in treno e due in autostrada, furono necessari dieci mesi: sbarcarono al Palazzaccio il 21 febbraio 2014, a prescrizione già scoccata.

Andrea Agnelli MoggiAndrea Agnelli Moggi

 

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