ALLUCINANTE! “GOOGLE” GIOCA CON IL CODICE “DEEP DREAM” E MODIFICA LE OPERE D’ARTE CON RISULTATI SORPRENDENTI

E’ un remix di concetti visuali, allucinato e iper-onirico. Qualche giorno fa, “Google” ha reso disponibile il codice per impiegare “Deep Dream”, e gli utenti si sono scatenati a colpi di creazioni, che si possono godere su #deepdream. Dalle immagini dei film ai selfie alle foto dell’album di famiglia, tutto è incredibilmente distorto..

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Claire Voon per “Hyperallergic”

 

torri gemelle con deep dream torri gemelle con deep dream

Pensavate che il trittico de “Il Giardino delle delizie” di Hieronymus Bosch non poteva essere più allucinatorio invece i ricercatori hanno sviluppato un nuovo software che prova il contrario. Lo scorso mese una squadra di ingegneri di software di “Google” ha presentato un nuovo strumento di visualizzazione per esaminare più da vicino le strutture di “Artificial Neural Network” (ANN), un paradigma ispirato al modo in cui i sistemi nervosi

urlo di munch su deep dream urlo di munch su deep dream

processano le informazioni, riconoscono e classificano i dati. Gli studiosi vogliono capire come i network imparano, strato per strato, a generare l’essenza di ciò che replicano.

 

Il sistema “Deep Dream” permette di ottenere una nuova immagine dopo aver sottoposto un originale alla rete neurale. L’idea è stata applicata alle opere d’arte e il risultato è incredibile. E’ un remix di concetti visuali, allucinato e iper-onirico. Qualche giorno fa, “Google” ha reso disponibile il codice per impiegare “Deep Dream”, e gli utenti si sono scatenati a colpi di creazioni, che si possono godere su #deepdream.

salvador dali visto da deep dream salvador dali visto da deep dream

 

michelangelo su deep dream michelangelo su deep dream

La tecnica si chiama “Inceptionism”, dalle immagini dei film ai selfie alle foto dell’album di famiglia, tutto è incredibilmente distorto. Siccome il sistema originale identificava per lo più immagini di animali, spuntano cani, uccelli, e pesci in posti in cui non c’erano. 

 

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