kiefer

ART KIEFER - I MISTERI DELLA CABALA E DELL’ALCHIMIA, I FANTASMI DELLA GUERRA, LE PROVOCAZIONI NAZISTE DI GIOVENTU’ NELLA PRIMA GRANDE RETROSPETTIVA CHE PARIGI DEDICA ALL’ARTISTA TEDESCO - “L’ARTE È UN CORPO A CORPO CON LA STORIA E SOPRAVVIVERÀ ALLE SUE ROVINE”

kiefer 9kiefer 9

Fabio Gambaro per “la Repubblica”

 

Per Anselm Kiefer l’arte è un corpo a corpo incessante con la storia, le sue tragedie e le sue ferite dolorose. Fin dalle sue prime opere, l’artista nato nel 1945 tra le macerie della Germania sconfitta e prostrata ha usato la creazione artistica per interrogarsi sul passato del suo paese e sulle contraddizioni dell’identità tedesca, immaginando un gesto creativo capace di scuotere le coscienze e fare i conti con un passato ingombrante che in troppi volevano rimuovere dalla memoria collettiva.

 

All’artista tedesco che da oltre vent’anni ha scelto di vivere in Francia, tra Parigi e le Cevenne, la capitale francese dedica ora un importante omaggio, proponendo al Centre Pompidou (fino al 18 aprile) la prima grande retrospettiva in terra francese del suo lavoro.

kiefer 7kiefer 7

 

Organizzato su un doppio asse tematico-cronologico, l’affascinante percorso curato da Jean-Michel Bouhours propone oltre centocinquanta opere, tra cui una sessantina di grandi tele, due monumentali istallazioni e numerose opere su carta. Senza dimenticare una quarantina di “vetrine d’artista” contenenti composizioni di oggetti eterocliti scelti in una sorta di personale “riserva dei possibili”.

 

Un modo per Kiefer di risemantizzare poeticamente una materia consumata fatta di macchinari arrugginiti, mattoni sbrecciati, cocci di ceramica, vecchie fotografie, oggetti di piombo, alambicchi e pezzi di legno. Tutti frammenti di un modo scomparso che, alludendo ai misteri della cabbala e dell’alchimia, recuperano il vecchio sogno di trasmutare il piombo in oro.

 

E proprio il piombo è da sempre una delle materie predilette dell’artista, il quale nel 1985, quando venne rifatto il tetto della cattedrale di Colonia, ne recuperò un’ingente quantità che poi utilizzò in molte opere.

 

kiefer 5kiefer 5

Attraverso il piombo e il sogno della trasmutazione alchemica, Kiefer ha elaborato una potente metafora del lavoro dell’arte costantemente alle prese con il tentativo di sottrarre frammenti di vita e di senso alle macerie del tempo e all’inferno del senso di colpa. Un lavoro però costretto sempre a ricominciare da capo, in quanto incapace di raggiungere un risultato definitivo.

 

Quella dell’artista tedesco che nel 1999 ha ricevuto il Premio Imperiale è infatti un’arte costantemente in bilico, come le sue famose torri pericolanti, rovine sottratte all’oblio in cerca di un equilibrio che eviti il crollo definitivo.

 

O come Lilith (1987-1990), un grande e intensissimo quadro in cui una città verticale sembra in procinto d’essere inghiottita da un pulviscolo di cenere e argilla, dove oltretutto il paesaggio minacciato da missili e papaveri ricorda tanti scenari di guerra oggi tristemente noti.

 

kiefer 4kiefer 4

Per Kiefer però «l’arte sopravviverà alle sue rovine», come ha spiegato qualche anno fa al Collège de France. Un’idea ribadita anche nell’imponente installazione allestita al piano terra del Centre Pompidou e intitolata

 

Salendo, salendo verso l’alto, sprofonda nell’abisso. Qui, nel vasto pozzo centrale di una torre fatta di container, un groviglio di bande di piombo ricoperte di fotogrammi sbiaditi scende dall’alto fino a toccare uno specchio d’acqua nella penombra.

 

Il movimento dalla luce al buio sembra rimandare all’universo del cinema, solo che la celluloide si è trasformata in piombo e i fotogrammi non sono altro che frammenti disarticolati e scomposti di una memoria privata in rovina. Il movimento di discesa nel profondo della propria coscienza attraverso le liane del pensiero e della memoria può però dar luogo a una qualche forma parziale di rigenerazione e di rinascita.

 

Le tredici sale della mostra parigina rendono conto dei diversi periodi dell’artista tedesco, dando spazio alla sua pittura monumentale e drammatica che lavora per serie e temi ricorrenti, accumulando strati di colori (soprattutto grigio, beige, marrone, bianco sporco, ecc.) a cui si aggiungono altre materie, come la paglia, la cenere, l’argilla o il piombo.

kiefer 2kiefer 2

 

Il visitatore può allora seguire l’evoluzione del lavoro di Kiefer, dalle prime opere degli anni Settanta, quando il giovane artista si ritraeva provocatoriamente con la divisa della wermacht di suo padre e facendo il saluto nazista, fino alle tele degli ultimi dieci anni, nelle quali sembra riscoprire una gamma di colori più vivi.

 

Si pensi ai campi di fiori ispirati alla poesia di Baudelaire e Rimbaud – ad esempio Dormeur du val (2013-2015) – anche se certo la stratificazione e la densità della materia impedisce qualsiasi visione idilliaca della natura. O anche a un acquarello del 2014, La fine dei giorni, il giorno di ogni fine, in cui uno squarcio d’orizzonte rosa lascia intravedere una prospettiva più serena e liberata dal peso della storia.

 

kiefer 12kiefer 12

In mezzo scorre tutta l’opera di Kiefer, che il cui gesto plastico, oltre a rivisitare la mitologia tedesca e la storia tormentata del suo paese, si confronta con l’universo della letteratura, convocando i fantasmi di Jean Genet, Ferdinand Céline, Viginia Woolf o Ingeborg Bachmann.

 

Ma soprattutto Paul Celan, a cui sono dedicate due opere particolarmente suggestive: Margarethe del 1981 e Per Paul Celan: fiori di cenere del 2006, in cui i libri bruciati che escono letteralmente dall’enorme tela restituiscono tutta la violenza di un mondo ridotto a una gelida terra desolata, su cui sembra riecheggiare la triste profezia di Heinrich Heine: «Là dove si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini».

kiefer 1kiefer 1kiefer 3kiefer 3kiefer 10kiefer 10kiefer 11kiefer 11kiefer 13kiefer 13kiefer 8kiefer 8kieferkieferkiefer 6kiefer 6kiefer centre pompidoukiefer centre pompidou

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...