CROSTA O CAPOLAVORO? - PARLA LA DONNA DI PESARO PROPRIETARIA DEL DIPINTO ATTRIBUITO A LEONARDO: “TRATTATA COME UNA CRIMINALE MA NON HO COMMESSO ALCUN REATO, IL QUADRO APPARTENEVA A MIA NONNA ED È SEMPRE STATO IN SVIZZERA”

La vicenda del dipinto si è tinta di giallo dopo che la Procura di Pesaro ha ipotizzato l’esportazione illegale del ritratto, nel quadro di un’indagine che vede coinvolte sette persone in un giro di opere destinate a prendere il volo dal nostro Paese - Si indaga anche sul ruolo dell’avvocato Shawo, i cui uffici e abitazione sono stati perquisiti l’altra notte...

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Franco Giubilei per “la Stampa

 

«Sono molto amareggiata da quanto mi sta succedendo, anche perché mi trovo coinvolta ingiustamente in un’inchiesta in cui figurano tante persone a me del tutto sconosciute sulle quali grava l’accusa di aver trasferito all’estero opere d’arte italiane, di averle occultate per commercializzarle all’estero. Sono veramente esterrefatta e sono due notti che non dormo». Dice così Emidia Cecchini, la proprietaria del ritratto di Isabella d’Este sequestrato dai carabinieri nel caveau di una banca a Lugano.

 

RITRATTO DI ISABELLA d'este RITRATTO DI ISABELLA d'este

La Cecchini è una signora di 70 anni, pesarese di nascita e figlia di un appassionato d’arte. La sua prima mossa, concordata col legale Achille Castignani, sarà chiedere il dissequestro del dipinto attribuito a Leonardo Da Vinci che, assicura la donna, non si sarebbe mai mosso dalla Svizzera dal 1920: «Il quadro è appartenuto alla nonna svizzera della mia cliente, Matilde Guerra in Grassi, che poi l’ha lasciata alla figlia Gina - spiega l’avvocato - La difesa chiederà lo sblocco del quadro in quanto non risulta esportato dall’Italia dopo la legge voluta da Mussolini nel 1939 che ha vietato la vendita all’estero delle nostre opere d’arte».

 

«Essendo mio padre collezionista di dipinti e con la nonna proprietaria anche lei di dipinti, ceramiche e altre opere d’arte - aggiunge Emidia Cecchini - ho mantenuto sempre molti rapporti nel settore antiquario in Svizzera. Di questo dipinto venne fatta una copia su tela antica per mostrarla ad esperti, ritenendola un’opera di grande qualità. La copia è stata più volte trasferita in Italia e visionata da varie personalità, e ora si trova depositata presso un notaio svizzero, Renato Cabrini, che tuttora la detiene». 
 

LEONARDO DA VINCI ritratto di isabella d este LEONARDO DA VINCI ritratto di isabella d este

L’attribuzione
La vicenda del dipinto, su cui è tuttora accesa la discussione dei critici - il professor Pedretti ha riconosciuto la mano di Leonardo, mentre Alessandro Vezzosi e Vittorio Sgarbi avanzano dubbi - si è tinta di giallo dopo che la Procura di Pesaro ha ipotizzato l’esportazione illegale del ritratto, nel quadro di un’indagine che vede coinvolte sette persone in un giro di opere destinate a prendere il volo dal nostro Paese (ci sarebbe anche un Tiziano: la «Crocefissione», ndr).

 

Quanto al quadro di Isabella, il presunto capolavoro è sbucato in modo casuale da un controllo della polizia su un avvocato di Fano, Sergio Shawo, controllo che già nel 2013 aveva portato alla luce un mandato a vendere il ritratto per conto della signora Cecchini, per una cifra intorno ai 120 milioni di euro.
 

LEONARDO DA VINCI ritratto di isabella d este LEONARDO DA VINCI ritratto di isabella d este

Poker e miss Pesaro
Chi la conosce bene la descrive come una persona amante della vita e del gioco - fra le sue passioni c’è il poker texano - molto bella in gioventù, tanto che era stata eletta miss Pesaro, e con un’esistenza piena che ha trascorso fra Spagna, Francia, Montecarlo e, da ragazza, in Svizzera, di cui era originaria la nonna.

 

E’ nella casa di quest’ultima che il quadro di Isabella d’Este sarebbe rimasto per molti anni, prima di essere trasferito nel caveau di una banca svizzera e poi in un altro ancora. Secondo gli inquirenti, invece, una decina d’anni fa sarebbe stato esportato illegalmente dall’Italia. «Credo di non aver violato alcuna legge e anzi di essere danneggiata e comunque sono estranea a qualsiasi organizzazione finalizzata all’esportazione di opere d’arte», dice ancora la donna.
 

LEONARDO DA VINCI O CROSTA LEONARDO DA VINCI O CROSTA

L’avvocato 
La Cecchini si è presentata a ottobre dai carabinieri, per dichiarare che il quadro si trovava in terra elvetica. Quanto al ruolo di un altro personaggio chiave, l’avvocato Shawo, i cui uffici e abitazione sono stati perquisiti l’altra notte, il suo legale Roberto Brancaleoni precisa: «Ha consegnato spontaneamente agli inquirenti la documentazione sulla trattativa per il ritratto.

 

Shawo aveva ricevuto mandato per vendere quel quadro che, a quanto gli risultava, si trovava già in Svizzera». Oltre alla Cecchini e allo stesso Shawo, sono indagati il compagno attuale della donna, due poliziotti della Questura di Pesaro e due mercanti d’arte.

 

 

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