torlonia

LO STRANO CASO DELLA COLLEZIONE TORLONIA - LA PIÙ PREZIOSA RACCOLTA PRIVATA DI ANTICHITÀ ROMANE RISCHIA DI ESSERE CEDUTA A UN TRUST USA - ITALIA NOSTRA CHIEDE AL MINISTRO FRANCESCHINI CHE LO STATO ENTRI IN POSSESSO DELLA COLLEZIONE

1. VOGLIAMO LA COLLEZIONE TORLONIA

Carlo Alberto Bucci per “la Repubblica”

 

torlonia collezionetorlonia collezione

Uno spettro minaccia la collezione Torlonia. La raccolta di 620 sculture e pitture romane, la più ampia ancora in mano ai privati, è entrata nel mirino di un gruppo di uomini d’affari d’Oltreoceano. Attraverso i loro legali italiani, hanno bussato alla porta di villa Albani offrendo al principe Alessandro e ai nipoti una cifra da capogiro per gli affreschi della Tomba François , per le perle della collezione che fu dei Giustiniani, per la galleria di 107 busti che ripercorrono la storia di Roma.

 

Per entrare in possesso dei capolavori conservati nei depositi del palazzo di famiglia di via della Lungara, trasformato nel 1999 dai proprietari da museo a infilata di mini appartamenti, ma anche nelle stanze di Palazzo Giraud di via della Conciliazione, le sirene Usa hanno soffiato nelle orecchie dei Torlonia una cifra ben maggiore dei 125 milioni che Silvio Berlusconi avrebbe offerto nel 2003 per entrarne in possesso.

tomba francoistomba francois

 

Il business immaginato dagli uomini d’affari passa per la proposta di mostre all’estero, e a rotazione, di lotti della collezione allestita nel corso dell’Ottocento dai banchieri che diedero la propria villa sulla Nomentana a Mussolini.

 

I Torlonia non confermano i contatti con il sedicente trust americano. Ma dell’affaire è venuta a conoscenza Italia Nostra, che ha allertato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. L’associazione rivela che il ministero ha confermato la «concretezza delle voci sull’offerta di alienazione» della collezione. Ma che ha anche annunciato che «prenderà tutte le contromisure» affinché il piano naufraghi.

 

dario franceschini foto lapressedario franceschini foto lapresse

Quelli che autorevoli fonti del Collegio romano definiscono “faccendieri senza scrupoli”, avrebbero «millantato rapporti con la fondazione Getty di Malibu, di cui si spacciano come referenti, pur di convincere i Torlonia ». Il ministero è convinto che gli stessi proprietari non sarebbero disposti a cedere alle lusinghe della milionaria offerta di vendita, impossibile da contrastare in sede di diritto di prelazione. Ma per non correre rischi gli uffici legali del ministero già sventolano il vincolo al territorio italiano.

 

Italia Nostra chiede ora al ministro Franceschini che «lo Stato entri in possesso della collezione a titolo di risarcimento del più grave danno perpetrato, nei confronti del patrimonio archeologico del Paese, da parte degli eredi Torlonia», ossia la trasformazione illegale negli anni Settanta in appartamenti del palazzo di via della Lungara. La strategia del ministero per blindare il tesoro è quella, invece, di permetterne finalmente la fruizione.

 

L’apertura al pubblico, magari in un palazzo dello Stato o del Comune, della raccolta principesca ancora, e per sempre, nelle mani dei suoi proprietari, metterebbe questi ultimi al riparo dallo strumento dell’esproprio. In alternativa, e per convincerli a condividere la loro ricchezza, lo Stato può far valere un altro strumento: il ricovero coatto delle opere, previsto dall’articolo 43 del Codice dei beni culturali.

tomba francois dettagliotomba francois dettaglio

 

Niente vendita ai magnati, né tournée nel baraccone delle esposizioni internazionali, insomma. Ma un museo privato aperto al pubblico. Dove le matrone, gli dei e gli antichi principi romani dei Torlonia possano finalmente dar bella mostra di sé.

 

2. L’ASSEDIO CONTINUO AL PATRIMONIO

Tomaso Montanari per “la Repubblica”

 

Mai sanata, la ferita purulenta della collezione Torlonia torna a sanguinare ogni volta che vacilla la tutela pubblica del patrimonio storico e artistico della nazione. Ed è davvero inquietante che alcuni faccendieri si spaccino - a seconda dell’interlocutore - per agenti dei principi, o di grandi musei stranieri: nei cerchi concentrici degli speculatori che volteggiano sui paesi deboli non mancano mai mercanti d’arte senza scrupoli.

 

Queste lugubri manovre riflettono la convinzione internazionale per cui l’Italia si appresterebbe ad allentare decisivamente le maglie di una legislazione che ha felicemente difeso lo straordinario contesto del nostro Paese: un mosaico meno straordinario e meno comprensibile per ognuna delle tessere che perde. Ma questi avvoltoi si illudono, o c’è davvero qualche significativo segno di cedimento?

 

sarcofago collezione torloniasarcofago collezione torlonia

È, guarda caso, di questi giorni la notizia che la Presidenza del Consiglio e il Mibact intenderebbero accogliere le richieste di un importante gruppo lobbistico - l’Apollo 2, che rappresenta case d’asta nazionali e internazionali - , che desidera limitare drasticamente i motivi per cui si può vietare l’esportazione di opere d’arte dall’Italia. Non basterebbero più la qualità artistica e l’importanza storica, ma bisognerebbe provare la rarità e l’appartenenza di quell’opera al patrimonio artistico italiano.

collezione torlonia tomba francois 3collezione torlonia tomba francois 3

 

Esempio: se un americano volesse portarsi a casa una statua greca comprata in Italia, per fermarlo non basterebbe dimostrare che si tratta di un magnifico originale del V secolo a. C., ma bisognerebbe anche giurare che non ne abbiamo nessuna simile (per la serie: viste una, viste tutte); salvo poi arrenderci perché, in quanto greca, le manca il puro sangue italico. Sarebbe esattamente il suicidio in cui sperano gli avvoltoi che volano sulla Collezione Torlonia.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...