VEZZI, VIZI E VEZZOLI - “IL MONDO DELL’ARTE E’ NOIOSO - IL PORNO MI FA SBADIGLIARE: TUTTO FINTO - APRIREI UN BORDELLO MASCHILE - L’UNICO SOCIAL CHE USO È ‘GRINDR’ QUELLO CHE SERVE A FARE SESSO”

FRANCESCO VEZZOLI FRANCESCO VEZZOLI

Malcom Pagani per il “Fatto quotidiano”

 

Programmi serali di un artista conteso dal Guggenheim, dalla Biennale e dalla Tate: “Finisco l’intervista, se sono fortunato incontro un bel maschio e se lo sono meno, mi guardo Affari tuoi e Chi l’ha visto?. Lei eccepirà: ‘Non è triste?’ e io le dirò ‘è una libidine assoluta’. Siamo seri, cosa dovrei fare? Andare a cena con gente che parla delle proprie posizioni acquisite o del proprio denaro? Per carità”.

 

FRANCESCO VEZZOLI FRANCESCO VEZZOLI

Tra un graffio di uncinetto e un’avventura per immagini in cui coinvolgere indifferentemente Gore Vidal, Barbara Bouchet, Bernard Henry Lèvy o Iva Zanicchi, Francesco Vezzoli, lombardo non più anonimo del 1971, guarda ai suoi successi con il partecipato disincanto di chi conosce i pericoli dell’obbligata convivialità: “Il mondo dell’arte contemporanea è la cosa più noiosa che ci sia.

 

Un palco per parvenu dell’entertainment che un tempo gestivano assetti intellettuali e culturali rari e preziosissimi e oggi sono ridotti a mettere in fila torme di assistenti galleriste tutte ben vestite con le loro borse all’ultima moda. Entro in una galleria d’arte e fin dal linguaggio del corpo, mi bagno nello stagno meno attraente che mi venga in mente. L’arte è diventata un’industria del lusso e non c’è niente di più soporifero di vedere un’impresa che dovrebbe essere radicale, rivoluzionaria e creativa, appropriarsi degli stilemi di tutte le altre. Io non sono moralista e non ho niente in contrario all’idea che l’arte si sia trasformata in una branca del lusso. Basta non darsi un tono. Averne coscienza. Esserne consapevoli”.

Vezzoli PedicureVezzoli Pedicure

 

 

DAGO RICORDA CHE FA NELLA VITA FRANCESCO VEZZOLI DAGO RICORDA CHE FA NELLA VITA FRANCESCO VEZZOLI

Va da sé che Vezzoli, tra un’esposizione al Gagosian e un premio internazionale si preservi e che di un certo modo di non sembrare, gli importi poco: “Amo stare per conto mio, ma non confido neanche nella virtualità affettiva. Non ho un profilo Facebook. Non frequento Twitter né Instagram, l’unico social network in cui credo è Grindr, quello che serve a fare sesso. Gli altri mi sembrano un’inutile perdita di tempo, un disperdersi di vacue conversazioni, due palle così”.

 

Nell’apparente contraddizione tra aspetto fisico e parola, rassicurazione estetica e incendio dialettico, questo bresciano che ride spesso, inventa opere apprezzate nel mondo e non si tinge i capelli di viola, ha colorato il presente a tinte alterne senza mai scegliere la stessa: “Non ho nostalgia del passato, ma solo della mia giovinezza”.

 

Cosa rimpiange della giovinezza?

VEZZOLI VIDEOVEZZOLI VIDEO

L’innocenza perduta. Il tempo magico in cui l’universo non era governato da schemi e rincorse. L’età in cui, prima di accorgerti che l’incontro tra gli esseri umani non è altro che commedia, pensavi alla libertà coniugandola con l’eterno. I miei genitori mi hanno protetto. Credo di aver sentito la parola ‘denaro’ per la prima volta al Liceo.

FRANCESCO VEZZOLI FRANCESCO VEZZOLI

 

Da bambino si annoiava?

Mai. Il tedio è arrivato dopo. Ero scatenato. Entravo in un negozio di dischi, tentavo di comprare Nuda di Mina e al rifiuto della cassiera armavo un casino bestiale.

 

Lei ha studiato al Central St. Martin’s School of art di Londra. I suoi erano ricchi?

caligola by vezzoli caligola by vezzoli

Erano colti, liberi e sofisticati. Leggevano Il Male e Linus, politicamente guardavano al Pdup, al Partito di Unità proletaria. Ma ricchi no, anzi, direi abbastanza poveri. Più che con i miei coetanei, sono cresciuto con i loro amici. Gente che leggeva molti giornali. Ho iniziato presto anch’io. Magari senza capir nulla, sfogliavo la Repubblica già a 6 anni. Ho ancora i cassetti pieni di ritagli. Pagine ingiallite, interviste a Dino Risi.

VEZZOLI COMIZI DI NON AMORE VEZZOLI COMIZI DI NON AMORE

 

Risi citava sempre Conrad: “Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?”.

Sono stato più fortunato perché nel mondo dell’arte potevi osservare sostenendo senza timor di smentita che quell’osservazione era figlia del tuo mestiere. Ho molto studiato e guardato, ma non dal buco della serratura. Entravo dalla porta principale e mi mettevo - anzi mi mettevano - in un angolo. Vicino al cesso o alle cucine.

 

Poi si è seduto a capotavola.

FRANCESCO VEZZOLI FRANCESCO VEZZOLI

E lì mi sono stufato e non sono andato più. All’inizio mi batteva il cuore. Cenavo al Beverly Hills Hotel con Nicole Kidman e mi emozionavo. Uno sfigato a Corte. Poi l’emozione è svanita, la corte è diventata accessibile e io mi sono stufato. Non sono andato più. L’opera d’arte è tensione. È una fotografia di Mapplethorpe. Qualcosa di personalissimo. Se non avverti tu quella tensione, come possono provarla gli spettatori?

 

Lei ha convinto a lavorare senza compenso Lady Gaga e Courtney Love, Milla Jovovich, Natalie Portman e Benicio del Toro.

FRANCESCO VEZZOLI E KATE MOSSFRANCESCO VEZZOLI E KATE MOSS

Un miracolo talmente prodigioso che infatti non si è ripetuto. Pur pensando che non esistesse nulla di più pericoloso di Hollywood, ho finito per spostarmi artisticamente in territori assai più pericolosi. Però quel periodo, gli anni trascorsi con la scusa di un progetto da giovanissimo ragazzo a contatto con stelle del cinema e realtà incredibili rimangono indelebili. Ero un provinciale che entrava in contatto con mondi inimmaginabili. Camminavo nel regno di Gore Vidal, sul trumeau vedevo la foto di Paul Newman e poi senza scompormi, chiedevo al padrone di casa se voleva interpretare Caligola.

 

Vidal che rispondeva?

FRANCESCO VEZZOLI FRANCESCO VEZZOLI

vezzoli barbara&milliebush museo bellini

Fu spiritosissimo: ‘Ma sì, sarò il tuo Svetonio’. Da lui, come da Polanski e tanti altri venni accolto con la massima naturalezza. Senza motivazioni dettate dalla convenienza. Era una situazione fluida. Sorprendente e tangibile al tempo stesso. Dimenticare è impossibile, è stato bello, ma cercavo un’evoluzione. Ho smesso di chiedere e sono andato altrove.

 

Pensare di coinvolgere Vidal nel remake minimo di un film di Tinto Brass era folle.

OPERA DI VEZZOLI articolo foto OPERA DI VEZZOLI articolo foto

Ma se c’è un’eccezionalità in quella follia, era proprio l’idea di mettere Vidal sullo stesso piano di Bob Guccione e Brass. Somigliava a costruire un film sulla vita di Amanda Lear prodotto da Giulio Andreotti con Nicole Kidman come protagonista.

 

Presentò Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula alla Biennale veneziana numero 51. Brass si lamentò del suo mancato coinvolgimento.

Brass si ritiene l’unico depositario di quella storia, si sentì defraudato e mi dispiace. Ma io volevo allontanarmi dal suo film per provare a immaginare una cosa diversa. Una cosa pazza. In quel momento storico le cose pazze godevano di benevolenza.

 

Il primo lampo della sua vita è stato letterario?

FRANCESCO VEZZOLI FRANCESCO VEZZOLI

Ho conservato il vizio dei giornali e l’ho tradotto nell’evoluzione. Magari su un tablet, ma continuo a leggerne molti. Una biblioteca spaziale invece non ce l’ho. Lì sono ignorante. Ho letto qualche libro, soprattutto d’arte, ma se da ragazzo dovevo comprarne uno, più a che Dostoevskij guardavo ai libri gonfiabili di D’Agostino o al suo peggio di Novella 2000 scritto con Arbore.

 

SELF PORTRAIT AS APOLLO FRANCESCO VEZZOLI SELF PORTRAIT AS APOLLO FRANCESCO VEZZOLI

Lei è tutto tranne che snob. Qualcuno inorridirà.

Io son felice del loro inorridire, ognuno deve fare le schifezze sue e avere la propria identità. Io guardo Uomini e donne e non mi vergogno di nulla. So chi è Tina Cipollari e non mi giro dall’altra parte. Riconosco che esiste. Ci faccio i conti.

VEZZOLI COMIZI DI NON AMORE VEZZOLI COMIZI DI NON AMORE

 

Il primo lampo artistico della sua vita?

Duplice. Da un lato c’è Antonello Falqui. Un idolo assoluto che da Milleluci in poi con le sue trasmissioni mi ha tenuto a lungo compagnia. In Dove Sta Zazà? con Gabriella Ferri e Pippo Franco, Falqui faceva delle robe sul Grande Raccordo Anulare che in genio superavano Godard. Ogni tanto, nottetempo, rivedo qualche sua vecchia intervista notturna. Tutti a chiedergli: ‘Ma come mai non ritelefona a Mina?’.

francesco vezzoli   a8c81b95 aa2a 435a 928c 17aecd1f4aeefrancesco vezzoli a8c81b95 aa2a 435a 928c 17aecd1f4aee

 

Una domanda sciocca?

Sarebbe stato come chiedere a Fellini come mai non telefonasse ogni giorno ad Anita Ekberg. Dopo le meraviglie de La dolce vita, a cosa sarebbe servita una telefonata in più?

 

Il secondo lampo?

Con i miei, in montagna, guardando Gruppo di Famiglia in un interno di Visconti. C’è un’orgia, in sottofondo canta Iva Zanicchi e io non capisco più nulla.

francesco vezzoli e miuccia pradafrancesco vezzoli e miuccia prada

 

Lei ha lavorato sul Visconti meno celebrato.

Mi appassiona l’ultimo Luchino. Quello che guardava il Festival di Sanremo, quello distrutto dai critici marxisti perché si faceva produrre i film anche da Rusconi, considerato di destra e quindi nemico a prescindere. Il Visconti de L’innocente. Un Visconti assoluto che fa andare in scena l’uomo della sua vita, Helmut Berger, in Ludwig e dirige dalla sedia a rotelle il suo più caro amico Burt Lancaster sul letto di morte proprio in Gruppo di famiglia. Un regista che parla di se stesso e rischia, senza dover pensare a ogni costo che Rocco e i suoi fratelli sia il film giusto anche per il Partito.

vezzoli vezzoli

frida giannini e francesco vezzoli gucci partyfrida giannini e francesco vezzoli gucci party

 

Il Pci era una delle due grandi chiese nazionali.

Pci e Dc erano chiese che inseguivano comunque un assoluto culturale. Prenda uno come Zeffirelli. Da regista voleva sempre un supercast che da Liz Taylor in giù era spesso classico. Poi però, dal nulla, come in Un Tè per Mussolini, dal cilindro tirava fuori Cher. Un magnifico assurdo, non diverso da immaginare Gosford Park di Altman sotto Ecstasy.

 

Lei ha ragionato anche sulla lezione di Pasolini. Antitetica a quella zeffirelliana.

PIETRO VALSECCHI FEDERICO VEZZOLI PIETRO VALSECCHI FEDERICO VEZZOLI

Ho letto libri e poesie, visto film che ho adorato. Non sono un fanatico delle vicende legate all’Idroscalo perché non mi sento dietrologo e non amo parlare di ciò che non conosco. Posso dire però che l’aspetto più criticato di Pasolini mi ha sempre affascinato.

 

Quale aspetto?

vezzoli bonamivezzoli bonami

La dualità. Il fatto che nella sua identità filosofica fosse comunista e cattolico e che di notte, la stessa persona si trasformasse in una sorta di fascista notturno pronto ad avvantaggiarsi della povertà di alcuni ragazzini per farseli. Il contrasto mi è parso sempre straordinariamente interessante. In quella scissione tra desiderio ferino e pulsione intellettuale alberga un conflitto interiore da manuale. Un conflitto che restituisce profondità, tormento, mistero.

 

Qualcuno non sarà d’accordo.

So che nessuno dice mai queste cose perché considerate blasfeme, ma non temo scomuniche.

delfina delettrez achille bonito oliva francesco vezzolidelfina delettrez achille bonito oliva francesco vezzoli

 

Come cerca le sue consolazioni amorose Francesco Vezzoli?

Non per strada, non in un bordello. Quelli di memoria felliniana non esistono più. Ed è cambiata anche la liturgia del rimorchio. In ogni caso non ho nulla contro i casini. È molto meno violento offrire del denaro a qualcuno per fare sesso che fare una violenza a te stesso e all’altro raccontando la tua vita per farti trovare seducente. Sa che le dico?

 

Cosa mi dice?

Che se lo sfruttamento della prostituzione non fosse illegale, credo che aprirei subito un bordello maschile. Sarebbe l’occasione, finalmente, per fare un po’ di soldi.

achille bonito oliva con francesco vezzoliachille bonito oliva con francesco vezzoli

 

Non li ha frequentati, ma ne parla senza pudore.

Ne parlo perché lei mi ha chiesto di parlarne. La mia memoria del bordello è ferma al meraviglioso vestito disegnato da Piero Tosi per Sophia Loren in Matrimonio all’italiana o al più bello del cinema italiano, il bordello della Wertmuller in Film d’amore e di anarchia. Comunque, per rimanere in tema, a Milano ho comprato un appartamento in quello che era uno dei bordelli più antichi della città.

 

vezzoli pe museo bardini antique not antique selfportrait as a crying roman togatusvezzoli pe museo bardini antique not antique selfportrait as a crying roman togatus

Tutto torna. Prima mi parlava della mutata liturgia del rimorchio.

Cambiano i tempi, i corpi e anche le schermaglie per conquistarli non sono più gli stessi. Una volta le persone si invitavano nei bar, quando ero troppo giovane, in quelli splendidi della Londra degli anni 90, andavo. Però ero timido. Mi mettevo in un angolo. Nei bar almodovariani, nonostante Almodovar sia stato uno dei miei fari principali, invece andavo poco volentieri. Nella movida mi sono sempre trovato a disagio.

 

 

Oggi mi ha detto che per incontrare qualcuno non disdegna l’avventura in rete. È un indizio di misantropia?

Niente affatto. Significa solo risparmiare tempo. Non concedere spazio alla farsa dell’incontro in cui alla fine conta solo l’aspetto fisico ed è tutto finalizzato a capire qual è il tuo status. Nel mondo gay, non so perché, la commedia conversativa è ancor più deprimente.

 

Ha detto: “Se si potessero usare le parole giuste al posto giusto, direi che il mio lavoro è studio sulle debolezze del frocetto di provincia che guarda i film di Visconti, studia i mobili di antiquariato e trasforma solitudine e dolore in magnifica ossessione”.

VERUSHKA CON UN OPERA DI VEZZOLI VERUSHKA CON UN OPERA DI VEZZOLI

Del proprio orientamento sessuale, a meno che non debba farne stanca bandiera, non parla mai nessuno. Io i sassi di Pollicino sul terreno li ho lasciati. Ho imbeccato i critici, provato a ragionare su Pasolini o Vidal, riflettuto su come la sessualità non possa essere disgiunta dal pensiero.

 

Però?

Però nessuno mi ha mai trovato molto gay e davanti al fatto che Cate Blanchett recitasse per me o al materiale comunicativo che gli gettavo in faccia rimanevano accecati. Della mia sessualità, non importava niente a nessuno. Forse perché era giusto che così fosse o forse perché sono un creativo dall’istinto malinconico e nell’immaginario collettivo, gay e malinconia non vanno d’accordo.

vezzolivezzoli

 

Non ha mai rivendicato un’appartenenza di genere però.

Quando ho iniziato a fare arte, guardavo al Camp. Al Queer. Facevo recitare icone gay come Valentina Cortese, Franca Valeri e Iva Zanicchi. Per l’universo artistico italiano che affondava ancora i piedi nell’arte povera fu come un terremoto. Poi mi sono messo in discussione.

 

E cosa ha capito?

Che la rivendicazione delle proprie radici culturali poteva avere un senso, ma quella del Camp sarebbe stata grottesca. Oggi il tema dell’identità sessuale che sembrava superato, almeno nella società civile, è al centro di molti dibattiti. Io so che parlo da una posizione di privilegio. Ho potuto fare le mie scelte sessuali in maniera libera fin dal principio e adesso in maniera ancor più libera, sento di stare dalla parte di chi non gode di questa libertà. Per quelle persone che non possono esprimersi, sarei pronto a tornare al bar gay o a indossare un festone arcobaleno.

francesco vezzoli e miuccia pradafrancesco vezzoli e miuccia prada

 

Il mondo del porno la incuriosisce?

Il porno mi fa sbadigliare. È tutto finto. Mi piacciono solo i porno amatoriali.

 

E Di Rocco Siffredi si è fatto un’opinione?

So poco di lui e proprio perché il porno recitato non mi interessa, non ho mai visto un suo film. L’ho visto di sfuggita a L’isola dei famosi e altro non so dire. Ho visto che Spaak ha abbandonato la compagnia. Politicamente non stupisce. Puoi tirare la tovaglia fino a un certo punto, ma se anche la Spaak si trasforma in una figurina dell’isola, la tovaglia finisce per spaccarsi.

 

In Tv è stato anche lei. Alla fine degli anni 80 partecipò a Doppio Slalom condotto prima da Tedeschi e poi da Bonolis.

Come tutti i grandi leader politici italiani, ho anche io avuto il mio quiz. Una mia amica voleva pazzamente partecipare, io me ne fregavo. La accompagnai e presero anche me. In coppia, divenni il campione più giovane della stagione. Ma dubito che l’episodio nasconda un’investitura.

vezzoli tua(portrait of dolly parton after palma il vecchio and ambrosius bosschaertvezzoli tua(portrait of dolly parton after palma il vecchio and ambrosius bosschaert

 

Abbiamo parlato di tutto, ma non delle sue opere. Cosa è oggi un artista?

Il peggio lo ha lasciato per la fine? Come definire questa domanda?

 

Inqualificabile?

Rispondere è difficile. Non credo di avere una missione e se proprio dovessi averne una, mi piacerebbe che fosse creare posti di lavoro. Quando nel mio piccolissimo ci riesco e offro un’occasione al marmista o al corniciaio, mi sento bene. Per il resto, assistiamo a una frammentazione artistica. A uno sgretolamento.

vezzoli museo bardinivezzoli museo bardini

 

Al lampo effimero senza poetica certa né filologia. Una volta osservavi i virtuosismi di Piero Manzoni e il mondo dell’arte era un’aristocrazia infinetesimale. Un punto nel nulla. Un’eco lontana. Oggi al mondo dell’arte non si accede più per distinguersi, ma per appartenere. È un’industria gigantesca, un impero che fattura come la Coca-Cola.

vezzoli selfportrait as a selfportrait (after raffaello sanzio) casa martellivezzoli selfportrait as a selfportrait (after raffaello sanzio) casa martelli

 

Sparisce il tormento dell’artista.

Tormento un par di palle. Io mi considero fortunato. Mi diverto. Qualcuno acquista le mie creazioni. Non chiedo altro. Poi se qualcuno ha il tormento, fatti suoi. Ma di Winehouse ne nascono poche e di giovani Werther chini sullo scrittoio non se ne trovan più. Lo scenario è diverso da ieri.

 

Compravi un disco di De Gregori, ascoltavi Generale e quindi, facendo girare il vinile sul piatto, capivi lentamente che erano belle anche le altre canzoni e che tra loro esisteva un legame. Io credo che oggi un vero artista sia uno in grado, malgrado tutto, di creare una narrativa della propria esistenza.

 

Una cosa difficile?

Ci riescono in pochissimi. Una è Miuccia Prada, me nel suo caso non vale. Lei è una e trina. La mia preferita in assoluto.

vezzoli portrait of sergei diaghilev as the poetical dreamer after de chirico)  bellinivezzoli portrait of sergei diaghilev as the poetical dreamer after de chirico) bellini

 

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…