1- CHE BEL GOVERNO MONTI-BERLUSCONI! ALTRO CHE “STACCARE LA SPINA!” SOTTO IL SUDARIO MONTI MARIO, COVA L’INCIUCIONE NEGOZIATO DA NAPOLITANO E BERLUSCONI PER LE NOMINE DI PASSERA (A SALVAGUARDIA DI MEDIASET) E PAOLA SEVERINO (PROCESSI) 2- NON SOLO: L’EX-PREMIER HA ANCHE NEGOZIATO IL SOSTANZIALE MANTENIMENTO DEGLI ORDINAMENTI GIURISDIZIONALI, E INFATTI SOTTO MONTI C’È CATRICALÀ, IL SACERDOTE CHE DURANTE L’INTERA ESPERIENZA ALL’ANTITRUST HA SALVAGUARDATO IL CONFLITTO DI INTERESSI IN MANIERA MIRABILE AL PUNTO TALE CHE LO CHIAMANO “CATRICALETTA” 3- VATICANO A BAGNASCO MARIA! HA IMPOSTO 3 MINISTRI (ORNAGHI, BALDUZZI, RICCARDI). IL GRANDE SCONFITTO BERTONE IL PROSSIMO ANNO LASCERÀ PER LIMITI D’ETÀ A SCOLA 4- NAPOLITANO DOMENICA SCORSA HA AFFIDATO LA SOLUZIONE FINMECCANICA ALL’AMMIRAGLIO DI PAOLA E A CORRADINO PASSERA CHE DOVRÀ OPERARE IN COORDINAMENTO CON VITTORIO GRILLI, DIRETTORE DEL MINISTERO CHE DETIENE IL 30% DELLA HOLDING 5- IL CONTAGIO DELLA CRISI ARRIVA IN GERMANIA. QUESTA MATTINA L'ASTA DEI BUND A 10 ANNI E' ANDATA MALE. SUL MERCATO SONO STATI COLLOCATI IL 35% IN MENO DEI TITOLI. LA MERKEL FORSE COMINCIA A CAPIRE CHE DALL'AMERICA NON STANNO A GUARDARE

1- CHE BEL GOVERNO MONTI-BERLUSCONI! - PASSERA MESSO COL CONSENSO DEL PATONZA - VATICANO A BAGNASCO MARIA: FUORI BERTONE, DENTRO SCOLA
Quando le guardie svizzere si spogliano della divisa blu e arancione che pare sia stata disegnata da Michelangelo, si dedicano a giochi virili e a riflessioni profonde.

Era inevitabile che dopo la caduta del Presidente Patonza anche loro tentassero un'analisi della situazione che si è creata nella politica italiana e nei rapporti di forza dentro il Vaticano.

Per quanto riguarda l'uscita del Cavaliere, le guardie svizzere ragionano con una mentalità squisitamente militare e sono convinti che i "colonnelli" di Berlusconi non abbiano capito un cazzo della strategia del loro capo. Ai loro occhi i vari La Russa, Verdini, Cicchitto, si sono comportati come dei pretoriani protesi a difendere in nome della famigerata legge Porcellum il proprio ambito di potere al fine di garantirsi un orticello e una zona di influenza con i propri candidati da far eleggere attraverso le liste chiuse.

Questa è la ragione per cui hanno tentato di forzare la mano per le elezioni e di evitare la formazione di un nuovo governo, ed è per questo che ancora parlano di "staccare la spina" in qualsiasi momento al governo Monti.

Secondo le guardie svizzere che dal 1500 si abbeverano alle fontane di Santa Madre Chiesa, i colonnelli-pretoriani non hanno capito che Berlusconi li lascia parlare e sta lavorando a un altro copione che ha bisogno di tempo per riorganizzare il partito sui suoi nuovi obiettivi. La sterzata in favore del governo dei professori ha portato il Cavaliere peccatore a negoziare in primo luogo la sua posizione e i suoi interessi personali. Per questa ragione ha trattato lo smorzamento dei suoi procedimenti giudiziari, e infatti alla Giustizia è stata messa Paola Severino.

Ha negoziato la salvaguardia di Mediaset, e per questo è salito al governo Corradino Passera con una spropositata valigia di competenze. Non solo: l'ex-premier ha anche negoziato il sostanziale mantenimento degli ordinamenti giurisdizionali, e infatti sotto SuperMario è stato piazzato Tonino Catricalà, il sacerdote che durante l'intera esperienza all'Antitrust ha salvaguardato il conflitto di interessi in maniera mirabile al punto tale che oggi a Palazzo Chigi lo chiamano "CatricaLetta".

Come appendice a questo ragionamento, le guardie svizzere aggiungono commenti sarcastici sui giornalisti servili che invece di fare il loro mestiere fanno politica con il risultato di sputtanare l'informazione, ormai priva di qualsiasi credibilità.

Dopo aver abbandonato per un attimo altri giochi virili che li hanno resi famosi nella storia e nella cronaca, le guardie svizzere si scambiano la loro interpretazione sui nuovi equilibri in Vaticano. Per loro non c'è alcun dubbio che il vero vincitore è il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, il cardinale dal volto esangue che è riuscito a imporre 3 ministri (Ornaghi, Balduzzi, Riccardi) per la difesa dei "valori non negoziabili". Il grande sconfitto è invece Tarcisio Bertone, il longilineo Segretario di Stato che il prossimo anno lascerà l'incarico per limiti d'età a Ettore Scola.

L'analisi delle guardie svizzere sembra perfetta e non dimentica il ruolo di Corradino Passera, l'ex-banchiere convertito sulla strada di Todi e del governo che è destinato a giocare un ruolo primario. In Vaticano sono pronti a giocarsi gli elmi e le porpore sull'idea che Passera è arrivato dove è arrivato con il consenso di Bagnasco e di Berlusconi, un appoggio che servirà a rilanciare grandi progetti e a pilotare una privatizzazione della Rai così morbida da non compromettere i valori non negoziabili del Vaticano e gli interessi non trascurabili del Cavaliere peccatore.

3- L'EMICRANIA DI BAZOLI
Il presidente di IntesaSanPaolo, Abramo-Bazoli, è in preda a una forte emicrania.

A procurargli sofferenza non sono i postumi della frustata che gli provocò l'incidente in automobile nell'agosto 2010 sulle strade di Madonna di Campiglio, ma la scelta del nuovo amministratore delegato.

A quanto si sa Bazoli che sorride raramente ha visto con ironia spuntare i nomi di Gerardo Braggiotti e Claudio Costamagna, candidati inadeguati perché la loro esperienza nelle banche d'affari non ha nulla a che vedere con l'attività di una banca impegnata soprattutto nella raccolta e negli investimenti.

Anche la nomina eventuale di Bini Smaghi non corrisponde con l'identikit che l'arzillo vecchietto bresciano ha disegnato nella sua testa. Una volta caduta l'ipotesi di soddisfare le spinte torinesi in favore del direttore generale Morelli, anche Bazoli si è convinto che questa scelta come la nomina di Miccichè sarebbe un ripiego dal profilo modesto.

Adesso gli occhi sono puntati su Vittorio Grilli, il pallido economista che è stato al fianco di ministri come Siniscalco, Padoa-Schioppa e Tremonti. Il direttore generale del Tesoro ha gli attributi giusti per sostituire Corradino, ma l'emicrania di Bazoli nasce dalla preoccupazione di mettere nelle mani di questo grand commis un eccesso di potere tale da fargli ombra. A questa preoccupazione si aggiunge la voce che di fronte alla nomina di Grilli, l'altro direttore generale Miccichè sarebbe pronto a fare le valige.


4- FINMECCANICA: CI PENSA BELLA NAPOLI (CON DI PAOLA E PASSERA)
Ai piani alti di Finmeccanica c'è una notevole sorpresa per il modo con cui il comandante supremo Guarguaglini e la moglie Marina Grossi si sono barricati nelle loro cariche conclamando ai quattro venti l'assoluta innocenza.

Il più sorpreso è Giuseppe Orsi che dopo la bufera si aspettava un passo indietro almeno da parte della moglie di Guarguaglini, e sorpreso è rimasto anche Mario Monti che nella sua vita a Bruxelles ha dovuto affrontare personaggi ben più robusti come Bill Gates e i top manager di General Electric.

L'algido Professore, che con la sua sottile ironia sta gareggiando in popolarità con Napolitano, domenica scorsa dopo aver visitato la mostra di Botticelli ha affidato la soluzione del problema Finmeccanica a due ministri. Il primo è l'ammiraglio Di Paola, nuovo titolare di quel dicastero della Difesa che con le sue commesse militari rappresenta il committente principe di Finmeccanica. Il secondo è Corradino Passera che dovrà operare in coordinamento con Vittorio Grilli, direttore del ministero che detiene il 30% nella holding di piazza Monte Grappa.

Dalla riunione sono emerse due ipotesi. La prima consentirebbe a Guarguaglini di conservare una presidenza senza deleghe e quindi di uscire di scena in maniera onorevole. Se invece il manager maremmano dovesse opporsi, allora la parola d'ordine del governo è di azzerare l'intero vertice. Ma la domanda che si fa ai piani alti di Finmeccanica è questa: quando si parla di intero vertice che cosa si intende esattamente?

4- TI FACCIO UN BUND COSI'!
Avviso ai naviganti N.2 - "Si avvisano i Signori naviganti che il contagio della crisi sta arrivando in Germania. Questa mattina l'asta dei bund tedeschi a 10 anni e' andata male. Sul mercato sono stati collocati il 35% in meno dei titoli.La massaia di Berlino forse comincia a capire che dall'America non stanno a guardare e che il braccio di ferro tra il dollaro e l'euro merita una politica meno arrogante e piu' concordata con gli altri Paesi dell'Eurozona".

 

 

Silvio Berlusconi e Mari Monti Napolitano - BerlusconiCICCHITTO VERDINI PAOLA SEVERINO GIORGIO NAPOLITANO passera jpegAntonio Catricala Angelo BagnascoLORENZO ORNAGHI RETTORE CATTOLICARENATO BALDUZZI Riccardi Catrical

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”