1- DALLO SFORZO INTELLETTUALE DAVVERO MODESTO DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA IGNAZIO VISCO SI È CAPITO BENISSIMO CHE ORMAI LA BANCA D’ITALIA È UNA REALTÀ RIDIMENSIONATA AL RUOLO DELLA VIGILANZA. E IN UN MOMENTO IN CUI I MERCATI BALLANO E LA GENTE SI CHIEDE SE È IL CASO DI METTERE I SOLDI SOTTO IL MATERASSO, I 53 MINUTI DELLE CONSIDERAZIONI FINALI SONO SEMBRATI TEMPO SPRECATO - 2- L’INUTILE PARATA DEL 2 GIUGNO AI FORI IMPERIALI DOVREBBE COSTARE POCO PIÙ DI 2,6 MILIONI TAGLIANDO I 900MILA EURO DELLE FRECCE TRICOLORI E LA SFILATA DEI CAVALLI. CIFRE SONO DI GRAN LUNGA INFERIORI AI 4,4 MILIONI DELL’ANNO SCORSO E AI 3,5 DEL 2010 - 3- CON METROWEB, GAMBERALE SCATENATO A FARE CONCORRENZA A TELECOM. SE POI TELEFONICA DOVESSE TIRARE I REMI IN BARCA E MOODY’S DECLASSARE L’AZIENDA, ALLORA IL PERCORSO DI BERNABÈ VERSO FINMECCANICA SUBIREBBE UNA FORTE ACCELERAZIONE - 4- SEMBRA CHE DA MONTI SIA PARTITO L’INVITO ALLA SOCIETÀ EGON ZEHNDER DI RACCOGLIERE I CURRICULA PER IL CANDIDATO IDEALE ALL’AGCOM E ALTRE AUTHORITY IN SCADENZA -

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1- ORMAI LA BANCA D'ITALIA È UNA REALTÀ RIDIMENSIONATA AL RUOLO DELLA VIGILANZA
Per la messa cantata del Governatore della Banca d'Italia il gotha della finanza e dell'economia si è presentato stamane alle 10,30 schierato come al solito.

VISCO PARLA ALL ASSEMBLEA DI BANKITALIAVISCO PARLA ALL ASSEMBLEA DI BANKITALIA ignazio viscoignazio visco

A questo appuntamento che si ripete ogni anno alla fine di maggio non si può mancare. Nelle prime file c'erano tutti i banchieri compreso Alessandro Profumo, il neopresidente di MontePaschi che negli ultimi due anni aveva disertato l'Assemblea, ma nel parterre mancavano Cesarone Geronzi, i vertici di Mediobanca, e non c'era Antonio Fazio, impegnato a ringraziare Dio nella chiesa di piazza Giochi Delfici per la sentenza del tribunale di Milano. Tra le file degli industriali si sparavano sorrisi Yaki Elkann, Carletto De Benedetti, la coppia Squinzi-Regina e i due nemici nell'Alta Velocità, Luchino di Montezemolo e Mauro Moretti.

Chi si aspettava di trovare nelle Considerazioni Finali giudizi e annunci importanti è rimasto deluso perché nelle 18 pagine della sua Relazione, divisa in tre capitoli, Ignazio Visco ha preferito volare basso e non alimentare con una prosa drammatica la situazione difficile del sistema Italia. D'altra parte questo è il suo profilo, privo di gran lunga del carisma e della profondità di analisi del suo predecessore Mario Draghi.

ignazio viscoignazio visco VISCO E SACCOMANNI ALLA BANCA D ITALIAVISCO E SACCOMANNI ALLA BANCA D ITALIA

In tutti gli interventi pronunciati dal Governatore dalla fine di novembre ad oggi, non si trovano mai parole eccitanti, e così è stato anche oggi all'interno di un'analisi piatta e rituale dove si è capito benissimo che ormai la Banca d'Italia è una realtà ridimensionata al ruolo della vigilanza.

L'unico elemento di sorpresa è stato l'omaggio iniziale che Visco ha indirizzato nei confronti del direttore generale Fabrizio Saccomanni che sedeva alla sua destra. Nelle Considerazioni formulate da Draghi negli anni scorsi non c'è mai stato un cenno così umano nei confronti dei suoi collaboratori più stretti, ma qui Visco ha tirato fuori il cuore napoletano e ha ringraziato Saccomanni (chiamandolo confidenzialmente "Fabrizio") per il suo lavoro alla Banca d'Italia.

Ai presenti questa inattesa indulgenza è sembrato un saluto d'addio al pacioso direttore generale che ha sperato di prendere il posto di Draghi a via Nazionale, ma per scacciare questa sensazione il Governatore ha esteso i ringraziamenti alle organizzazioni sindacali e alle "donne e gli uomini che sono la linfa vitale e la forza dell'Istituto".

CAROSIO VISCO LA VIA TARANTOLA SACCOMANNI ALL ASSEMBLEA DI BANKITALIACAROSIO VISCO LA VIA TARANTOLA SACCOMANNI ALL ASSEMBLEA DI BANKITALIA ELKANN E MONTEZEMOLO DURANTE IL DISCORSO DI VISCOELKANN E MONTEZEMOLO DURANTE IL DISCORSO DI VISCO

Per il resto, la Relazione è andata avanti con una analisi della crisi europea e la conferma scontata che "per l'Italia il 2012 non potrà che essere un anno di recessione". L'avvertimento di Visco è che la politica monetaria non può sanare tutti gli squilibri dell'area dell'euro "ma può contenere il contagio, evitare crisi sistemiche, attenuare le tensioni". E comunque l'uscita dall'attuale assetto è oggi del tutto prematura.

Il secondo capitolo del suo intervento ha toccato i banchieri, difesi rispetto all'accusa di essere disattenti alle esigenze dell'economia, ma messi in guardia sulla stabilità delle loro poltrone qualora la giustizia dovesse creare sorprese.

Il tono del Governatore era comunque quello di un padre che evitare di sferzare i figli e ricorda bonariamente che le regole da sole non bastano.

ignazio viscoignazio visco IGNAZIO VISCO BANKITALIAIGNAZIO VISCO BANKITALIA

Arrivati alla pagina 14 nel salone della Banca d'Italia si sono intravisti alcuni sbadigli e i giornalisti nella sala stampa hanno colto uno scambio di occhiatacce tra Luchino e Moretti, presagio di nuove polemiche. Poi velocemente le Considerazioni Finali hanno volto al termine con un inevitabile apprezzamento (poco enfatico) nei confronti del Governo che "deve mettere il bilancio pubblico su una dinamica sostenibile e rianimare la capacità di crescita dell'economia con incisive riforme strutturali".

Dopo un cenno alla eccessiva pressione fiscale il buon Visco ha lanciato un messaggio a Monti con un giro di parole dal quale si capisce che secondo il Governatore manca un disegno complessivo.

FRANCO BERNABE E SIGNORAFRANCO BERNABE E SIGNORA

Nemmeno questa conclusione ha agitato il gotha presente in sala. Chi si aspettava parole esplosive sulla fuga dei capitali e la paura degli italiani è rimasto a bocca asciutta, e nelle 18 paginette (frutto di uno sforzo intellettuale davvero modesto) non si legge in nessuna riga la parola fiducia. Più che una Relazione quella di Visco passerà alla storia come una lezione, anzi una lezioncina diligente, burocratica e di scarso respiro prospettico.

Giorgio NapolitanoGiorgio Napolitano

In un momento in cui i mercati ballano e la gente si chiede se è il caso di mettere i soldi sotto il materasso, i 53 minuti delle Considerazioni Finali sono sembrati tempo sprecato.


2- LA PARATA AI FORI IMPERIALI DOVREBBE COSTARE POCO PIÙ DI 2,6 MILIONI
Dopo l'insistenza di Napolitano la Festa della Repubblica sarà celebrata in modo sobrio.
Secondo i calcoli la parata ai Fori Imperiali dovrebbe costare poco più di 2,6 milioni tagliando i 900mila euro delle Frecce Tricolori e la sfilata dei cavalli che come ogni anno lasciano sul terreno il loro ricordo.

PARATA AI FORI IMPERIALIPARATA AI FORI IMPERIALI

Queste cifre sono di gran lunga inferiori ai 4,4 milioni dell'anno scorso e ai 3,5 del 2010. Per gli italiani che vivono all'estero il 2 giugno sarà celebrato presso le ambasciate e i consolati.

A New York c'è una donna che si sta dando molto da fare per organizzare la giornata con una serie di eventi che evocano la vitalità dell'Italia. È Natalia Quintavalle, una bella signora con 25 anni di esperienza diplomatica che insieme all'Ice e all'Enit ha organizzato l'"Italian National Day, un viaggio nelle eccellenze della cultura italiana".

I festeggiamenti cominceranno alle 10 del mattino presso il Consolato al numero 690 di Park Avenue con la visione di un'opera di Guido Reni a cui seguiranno l'esposizione di un quadro di De Chirico, un concerto delle ragazze della Scuola d'Italia e un film di Antonioni. Il pezzo forte del programma è rappresentato dal seminario sui vini italiani per il quale è entrato in azione l'Ice che, anche con il nuovo corso del neopresidente, non bada a spese.

VITO GAMBERALEVITO GAMBERALE

C'è da giurare che all'appuntamento enologico previsto per le 16,30 del pomeriggio insieme alla successiva degustazione di prodotti italiani, sarà presente una gran folla di compatrioti e soprattutto di giornalisti con i quali l'Ice dimostra una certa difficoltà di rapporti.

METROWEB LOGOMETROWEB LOGO

Un esempio clamoroso è stato quello di venerdì 18 maggio quando in occasione della visita all'Ice del viceministro turco Alì Babacan i giornalisti sono stati estromessi.


3- GAMBERALE SCATENATO A FARE UNA CONCORRENZA SPIETATA A TELECOM
Gli uscieri di TelecomItalia sono preoccupati perché dai piani alti dell'azienda trapela l'irrequietezza di Franchino Bernabè.

Stamane gli uscieri che oltre a Dagospia leggono il "Financial Times" hanno appreso sul quotidiano inglese che Telefonica, il primo socio di Telco, ha intenzione di rivedere le sue partecipazioni in altre società per abbassare il suo debito. Questa notizia è ancora difficile da interpretare, ma sembra destinata a complicare la vita di Franchino che non più tardi di ieri ha rilasciato un'intervista dai toni accorati al "Corriere della Sera" sulla concorrenza degli altri operatori telefonici e in particolare di Metroweb, la società creata nel '97 e controllata per la maggioranza dal fondo F2i di don Vito Gamberale.

NATALIA QUINTAVALLENATALIA QUINTAVALLE

Quest'ultimo, dopo aver metabolizzato in pochi giorni l'avviso di garanzia per la gara della Sea a Milano, sembra letteralmente scatenato e proteso a fare una concorrenza spietata a Telecom. Da qui l'urlo di dolore di Franchino nell'intervista di ieri contro le intenzioni di Metroweb di cablare le 30 principali città italiane per portare la fibra ottica dentro le case e gli uffici. "Ben venga la concorrenza nell'infrastruttura...è uno stimolo", dichiara Bernabè, ma sarebbe meglio che lo Stato invece di destinare risorse imponenti della Cassa Depositi e Prestiti in favore del fondo di Gamberale e di Metroweb si facesse promotore di un accordo per evitare una guerra su un territorio dove Telecom è già presente con la sua rete.

Cassa Depositi e PrestitiCassa Depositi e Prestiti

"È finita l'era dei guelfi e dei ghibellini - esclama il manager di Vipiteno - ed è opportuno unire le risorse per garantire a tutti un'infrastruttura essenziale (soprattutto in quelle aree del Paese dove il digital divide è clamoroso)".

Gli uscieri di Telecom si chiedono che cosa si nasconda dietro le nervose preoccupazioni di Franchino che in un passaggio dell'intervista definisce l'azienda un "bersaglio goloso". È chiaro che dietro queste parole si intravede la fragilità di una situazione in cui Telecom con 30 miliardi di debiti, una concorrenza favorita addirittura dallo Stato e un titolo in Borsa che ieri valeva quanto 15 anni fa, scopre di nuotare da sola e senza riferimenti politici in un mare di incertezze.

NATALIA QUINTAVALLENATALIA QUINTAVALLE

Se poi gli spagnoli di Telefonica dovessero tirare i remi in barca e Moody's declassare l'azienda, allora il percorso di Franchino verso l'uscita subirebbe una forte accelerazione. Certamente il capo di Telecom non ha voglia di vedersi scavalcato da quel Gamberale, così amato dalla Cassa Depositi e Prestiti, che mastica di telefonia fin dal '91 quando è entrato in Stet dove nel '95 ha creato Tim.

Per Franchino qualcosa dovrà cambiare in tempi rapidi e dal Governo dovranno arrivare segnali forti. Altrimenti non gli resta che cercare un'alternativa che per gli uscieri si chiama Finmeccanica.

MARIO MONTI SI PETTINAMARIO MONTI SI PETTINA


4- SEMBRA INFATTI CHE DALL'INTERNO DEL GOVERNO SIA PARTITO L'INVITO ALLA SOCIETÀ EGON ZEHNDER DI RACCOGLIERE I CURRICULA PER TROVARE IL CANDIDATO IDEALE ALL'AGCOM E AD ALTRE AUTHORITY IN SCADENZA

Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che i cacciatori di teste già mobilitati per trovare il nuovo amministratore delegato di IntesaSanPaolo e il presidente di Unicredit, stanno per tirar fuori di nuovo le reti per un'altra missione importante.

Sembra infatti che dall'interno del Governo sia partito l'invito alla società Egon Zehnder di raccogliere i curricula per trovare il candidato ideale all'AgCom e ad altre Authority in scadenza".

 

 

 

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