1. L’ULTIMA RAFFICA DI GRILLI MINISTRO OFF-SHORE È UN ALTRO CAPOLAVORO DEL MATTONE 2. UN MINUTO PRIMA DI CHIUDERE I CASSETTI, L’ANCORA MINISTRO HA FIRMATO IL DECRETO CHE VARA LA SGR CHE GESTIRÀ UN PATRIMONIO DI IMMOBILI PUBBLICI STIMATO TRA 239-319 MILIARDI CHE DIVENTERANNO 500 CON I BENI DEGLI ENTI LOCALI E PREVIDENZIALI 3. UNA SAPIENTE OPERAZIONE DI POTERE AFFIDATA IN EXTREMIS AL SUO EX CAPO DI GABINETTO, IL POTENTISSIMO VINCENZO FORTUNATO, DEL QUALE BERLUSKA HA CHIESTO LA SOSTITUZIONE CON CATRICALA’ PER ACCETTARE IL MINISTRO “OSTILE” “DRAGO-MANNI”

Chi ha visto Vittorio Grilli mentre usciva per l'ultima volta dal ministero è rimasto profondamente colpito.

Diversamente dal solito pallore che in certi momenti è diventato quasi cadaverico, l'ex-ministro aveva l'epidermide arrossata e ostentava un largo sorriso. Con dolcezza inconsueta ha stretto la mano alle segretarie, al capo ufficio stampa Filippo Pepe ,che durante i mesi di governo ha perso almeno dieci chili, e al Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio, l'uomo dei numeri per il quale ,come ha scritto Dagospia, l'esodo appare scontato.

C'è da chiedersi perché Grilli fosse così contento per aver perso la poltrona di ministro e dopo le polemiche furibonde che lo hanno accompagnato negli ultimi mesi a via XX Settembre. La sua natura composta e assolutamente in linea con il profilo di un maggiordomo inglese, era gia' stata messa a dura prova dalle rivelazioni dei giornali sulle chiacchiere da osteria tra Gotti Tedeschi e Giuseppe Orsi a proposito delle consulenze per l'ex-moglie americana Lisa Lowenstein, da cui si è separato malamente e tirchiamente nell'ottobre 2008.

Ad aumentare le pene è poi arrivato il missile terra-aria del "Sole 24 Ore" con l'inchiesta approfondita del giornalista Claudio Gatti titolata a piena pagina: "Grilli e il labirinto delle spese per la casa". La casa in questione è il lussuoso appartamento ai Parioli dove secondo il giornale l'acquisto sarebbe stato dichiarato a un prezzo inferiore ai livelli di mercato, e i lavori di ristrutturazione effettuati con i fondi di uno dei cinque conti offshore che Grilli ha aperto quando ,ha lavorato in Inghilterra.

Molti ancora si chiedono per quale ragione il giornale diretto da Roberto Napoletano abbia preso di petto il grand commis bocconiano che dal '94 ha ricoperto i più alti incarichi al Tesoro fino a diventare ministro grazie a quel Professore bocconiano che si sta macerando per gli errori compiuti a Palazzo Chigi.

Questo è un dettaglio sul quale è difficile scoprire la verità, ben più interessante è la seconda bordata che alla vigilia del 1° maggio lo stesso giornale ha riservato in prima pagina al povero Grilli.

La notizia è davvero succulenta perché a quanto pare prima di chiudere i cassetti e stringere le mani ai collaboratori, l'ancora ministro ha preso la penna in mano e ha firmato il decreto che vara la Sgr alla quale toccherà gestire il "fondo dei fondi" per le dismissioni. Dentro questa struttura confluirà un patrimonio di immobili pubblici stimato tra 239-319 miliardi che potranno diventare addirittura 500 quando gli enti locali e previdenziali faranno confluire i loro beni.

Che Grilli avesse in animo di dismettere gradualmente il patrimonio immobiliare dello Stato era cosa nota, e come spiega il "Sole 24 Ore", il suo obiettivo era di alleggerire la spesa pubblica con la vendita di 15 miliardi di beni l'anno. Ciò che sorprende è il blitz compiuto dal ministro uscente poche ore prima che il portone di via XX Settembre fosse attraversato dal pacioso neoministro Fabrizio Saccomanni, il grande avversario di Grilli per la carica di Governatore alla Banca d'Italia.

Quella del grand commis romano ha tutta l'aria di una sapiente operazione di potere come dimostra l'organigramma della Sgr dove la carica di presidente è stata affidata in extremis al suo capo di gabinetto Vincenzo Fortunato.

Costui è considerato uno degli uomini più potenti dell'amministrazione pubblica perché dal 1987 ha fatto una carriera folgorante restando a galla con ministri di diverso colore.

Il suo percorso sembra simile per molti versi a quello di Tonino Catricalà che secondo le ultime voci dovrebbe sostituirlo come Capo di gabinetto di Saccomanni rinunciando all'idea di mettersi in proprio con uno studio legale o di puntare all'Authority per i Trasporti.

Il profilo del gran burocrate romano, Fortunato di nome e di fatto,è stato scritto alla perfezione dal giornalista Stefano Livadiotti sull'"Espresso" dove si ricorda che "il più potente e temuto dei mandarini del sottogoverno italiano non ha hobby, si tiene alla larga dai salotti romani, passa le vacanze nella sua tenuta in Basilicata dove produce olio, e è dotato di una riservatezza totale".

Ha lavorato con ministri di tutti i colori e come Capo di Gabinetto ne ha servito ben cinque (Tremonti, Siniscalco, Di Pietro, Monti quando aveva l'interim, e Grilli). Con il nuovo governo dell'inciucione Fortunato ha sentito che la sua stella era in pericolo e soprattutto ha temuto le ire di Renatino Brunetta, il più grosso avversario della politica tremontiana.

Il blitz di Grilli pero' non si ferma qui perché ,dopo aver gratificato il suo ex-braccio destro, ha avuto l'idea di nominare come amministratore delegato della Sgr che gestirà la bellezza di oltre 300 miliardi Elisabetta Spitz, la signora, ex-moglie di Marco Follini, che dal 1999 occupa ruoli importanti al ministero. Nel suo curriculum si legge che è un architetto ,ma per questa donna di 60 anni conta di più la traversata che ha fatto negli uffici del Tesoro a partire dai tempi di Vincenzo Visco che nel '99 la inserì nel progetto di riforma del dicastero delle Finanze.

Il rapporto con Visco è stato determinante perché nel 2000 la Spitz è chiamata a dirigere l'Agenzia del Demanio, un incarico che ricopre fino al 2008. Questo è l'anno in cui peraltro scoppia una polemica molto forte sui rapporti tra Visco e il giornale di Genova "Il Secolo XIX" perché il quotidiano realizza un'inchiesta per capire se alcune società e centri studi economici ,fondati da Bersani e dallo stesso Visco, fossero ospitati in un appartamento della Spitz in viale Angelico nel quartiere Prati di Roma. Quando scoppiò la polemica Visco diede fuori di testa e reagì con la stessa cattiveria usata nei confronti dei contribuenti ai quali succhiava il sangue meritandosi l'appellativo di "Dracula".

L'incidente fu superato e la Spitz ha continuato la sua carriera irresistibile con Tremonti che nel 2002 istituisce la Patrimonio Spa, infilandola nel consiglio di amministrazione. Anche Prodi confermò la signora alla direzione dell'Agenzia del Demanio, un incarico interrotto dopo nove anni.

Adesso il tandem Fortunato-Spitz potrà mettere a frutto le competenze grazie al regalino finale di Grilli. E lo farà insieme ad altri tre membri del consiglio di amministrazione. I loro nomi, Cuccurulo, Merola, Prosperi, dicono poco al grande pubblico. Si tratta di tre dirigenti del ministero di cui uno, Merola, è stato direttore generale dell'Ance e prima ancora ha lavorato a Londra in banca Schroeders.

Sono comunque i nomi di persone che hanno conosciuto e servito fedelmente il pallido Grilli. All'ex-ministro , che adesso potrà completare la ristrutturazione dell'appartamento ai Parioli senza l'affanno dello spread, resta la soddisfazione di aver fatto un piccolo capolavoro. E questo spiega perché quando è uscito per l'ultima volta dal ministero, la sua carnagione era rossa per la gioia.

Non certo per la vergogna.

 

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