1. VOLANO MATTONATE TRA ANDREA AGNELLI E KAKI ELKANN PER IL ‘’REGALO’’ DI FASSINO: UN’AREA DI 180MILA METRI QUADRI PAGANDO AL COMUNE LA MISERIA DI 10,5 MILIONI 2. ED ELKANN, CHE GIA’ DEVE SISTEMARE I CONTI DE “LA STAMPA”. SARÀ COSTRETTO A TIRAR FUORI UN MUCCHIO DI QUATTRINI PER SOSTENERE GLI INVESTIMENTI DEL CUGINO ANDREA 3. DA DASSÙ, IL MAGO DALEMIX SOGNA DI TORNARE ALLA FARNESINA CON L’AIUTO DELL’ASPEN 4. L’ASSOCIAZIONE AIDP, CHE RAPPRESENTA IN ITALIA LE MIGLIAIA DI DIRETTORI DEL PERSONALE, SPARA BOMBE CONTRO FLAVIO BRIATORE VISTO SU SKY (STASERA DA SANTORO) 4- SONO “TEMPI” MERAVIGLIOSI PER ORSI (IL SETTIMANALE DI “COMUNIONE & FATTURAZIONE”) 5- DOPO SETTE ANNI DI DISPIACERI ANTONIO FAZIO, PARLA IN UN CONVEGNO PUBBLICO

1-IL MAGO DALEMIX SOGNA DI TORNARE ALLA FARNESINA
"I Maya erano una grandissima civiltà. Sono scomparsi, io invece sono sempre qui e posso rispondere delle cose che dico".

È questa l'ultima affermazione di Massimo D'Alema che non si è fatto incantare dallo show televisivo di Matteuccio Renzi e non ha alcuna intenzione di farsi rottamare.

Il presidente del Copasir ha ribadito più volte la sua volontà di fare un passo indietro, ma chi lo conosce sa benissimo che non accetta di farsi triturare dal "nuovo" che avanza perché non lo considera affatto "nuovo" e ritiene di avere ancora a molte carte da giocare. La sua passione rimane la politica estera che oggi affronta nella carica di vicepresidente dell'Internazionale Socialista attribuitagli nel 2003.

Nel cuore gli è rimasta l'esperienza al Ministero degli Esteri consumata tra il 2006 e il 2008 durante la presidenza Prodi quando accumulava anche la carica di vicepresidente del Consiglio, e gli piace ricordare all'amico francese Hollande come in quel periodo si diede da fare per la pace in Libano trovando la piena collaborazione della Francia.

Il sogno di tornare alla Farnesina e' alimentato dagli amici dell'Aspen (prima fra tutte Marta Dassù) e dalle teste pensanti della Fondazione Italiani Europei tra cui spicca l'economista della Sapienza Paolo Guerrieri.

La speranza degli amici è confortata inoltre dalla convinzione che tra Bersani e il Lìder Maximo sia stata accantonata l'idea utopica di correre per il Quirinale mentre resta in piedi l'ipotesi di un patto che prevede di affidare a D'Alema le redini del Ministero degli Esteri.
Anche nei corridoi della Farnesina questa ipotesi trova sostenitori e si comincia a dire che in caso di rientro di D'Alema con lui potrebbe ritornare anche Giampiero Massolo, l'uomo che è entrato nella carriera diplomatica nel 1978 e nel 2007 è stato nominato segretario generale del Ministero degli Esteri.

A rimuoverlo da quell'incarico è stato Mario Monti che nel maggio scorso lo ha nominato direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza al posto dell'ex-Capo della Polizia De Gennaro. Il ritorno di D'Alema e di Massolo potrebbe ridare vitalità alla fiacca politica estera che il Governo tecnico ha messo nelle mani di Terzi di Sant'Agata e del neo-segretario della Farnesina, Michele Valensise, per il quale si sussurra che sia previsto un incarico diplomatico in Africa.


2- SCONTRO TRA ANDREA AGNELLI E KAKY ELKANN

Le madame che prendono il thè sotto i portici di piazza San Carlo a Torino godono come pazze per lo scontro che si è profilato negli ultimi giorni tra Andrea Agnelli, presidente della Juventus, e Yaki Elkann, presidente della Fiat.

Le signore sanno benissimo che tra i due cugini non corre buon sangue e che non si sono mai potuti sopportare. Adesso rischiano di litigare non per le sorti della Fiat o della squadra di Pirlo, ma per colpa del sindaco di Torino che tutti chiamano "grissino Fassino".
La ragione dello scontro, che ha fatto scoppiare un enorme casino anche dentro il Pd locale, riguarda la decisione del Comune di "regalare" un'area pubblica che si trova vicino al nuovo stadio della Juventus ed è denominata "La Continassa".

I torinesi la conoscono bene perché è una zona di degradata dove la prostituzione, gli zingari e i topi si muovono tra montagne di erbacce e di immondizia. Dentro quest'area dalle immense dimensioni c'è anche una cascina che un tempo era una struttura prestigiosa e che Fassino ha deciso di cedere insieme al terreno alla Juventus per la miserabile cifra di 58 centesimi al metro quadro.

Questa decisione non ha stupito chi conosce il feeling del sindaco con la Sacra Famiglia degli Agnelli, ma ha creato un grande malumore nel Consiglio comunale dove la delibera è passata nonostante alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra avessero promesso il voto contrario. Sul piccolo scandalo torinese si è scagliato anche il giornalista Oscar Giannino che ai microfoni di "Radio 24" ha attaccato la società bianconera al grido di "Juventini ladri".

Resta il fatto che al Club guidato da Andrea Agnelli sarà ceduta un'area di 180mila metri quadri sui quali sorgeranno la sede della società, campi di allenamento, attività commerciali, un centro di benessere, un cinema multisala e alloggi di pregio pagando al Comune un importo di 10,5 milioni.

Agli occhi di Yaki Elkann e della finanziaria Exor questo regalo di Fassino al cugino Andrea è una iattura. Infatti, se l'operazione andrà in porto, la cassaforte di famiglia sarà costretta a tirar fuori un mucchio di quattrini per sostenere gli investimenti che la Juve vuole fare alla Continassa. E poiché di questi tempi la finanziaria della Sacra Famiglia è interessata più a guadagnare che a spendere, il malessere tra i due cugini è diventato inevitabile.

A questo bisogna aggiungere le difficoltà che il giovane Yaki incontrerà per far digerire l'operazione a Sergio Marpionne, il manager dal pullover sgualcito che sta soffrendo a Detroit perché non riesce a chiudere la cessione della quota Chrysler in mano ai sindacati. Tra l'altro il giovane presidente della Fiat e il suo amministratore dovranno sistemare i conti del quotidiano "La Stampa". La cifra non è ancora stabilita ma sarà tra i 15 e i 25 milioni che contribuiranno a salvare il bilancio della "Bugiarda" e a pagare gli stipendi del direttore pioCalabresi e dei suoi aiutanti.


3- METTI UN BRIATORE NEL MOTORE

Nessun politologo avrebbe mai pensato che Flavio Briatore sarebbe diventato a 62 anni il grande suggeritore del 76enne Cavaliere peccaminoso.

Eppure nell'Italia delle follie e degli sprechi anche questo si sta verificando e perfino i giornali che ostentano credibilità lo rincorrono per raccogliere le sue opinioni. Oggi è il caso del "Corriere della Sera" dove l'imprenditore di Cuneo si fa portavoce di Berlusconi dicendo che il Cavaliere ha grande stima di Monti, ha calmato i mercati e ha abbassato lo spread, ma a un prezzo mai così alto dal dopoguerra.

Poi dopo aver dato assicurazioni sulla forma fisica dell'ex-premier, regala un giudizio positivo su quella povera anima di Angelino Alfano ("mi sembra una persona per bene"), ma assicura che se Berlusconi decidesse di scendere in campo sarebbe ancora in grado di prendere più voti di tutti, mentre assicura- e questa e' una buona notizia- che la figlia Marina "non ha voglia di scendere in politica".

La stazza fisica di Briatore non è certamente pari a quella intellettuale, ma dopo le performances televisive nel programma "The Apprentice" si sente rinvigorito e gode insieme alla moglie Elisabetta Gregoraci perché è riuscito ad occupare nell'etere il posto che un tempo era assegnato a Emilio Fede e a Minzolini.

L'unico dispiacere gli è arrivato nei giorni scorsi dall'associazione che rappresenta in Italia le migliaia di direttori del personale, quegli uomini grigi e severi che con le loro valutazioni possono decidere la vita o la morte di un professionista. A capo di questa Associazione costituita nel 1960 e si chiama AIDP si trova Filippo Abramo, un manager che dopo la laurea in legge e due master in economia aziendale ha operato dentro grandi aziende come Rinascente, Telettra-Fiat, Motta, Recordati e Banco di Sardegna.

È stato lui a dare il via al missile terra-aria con il quale i direttori del personale hanno sparato a zero nei confronti del pingue Briatore. E lo ha fatto sul mensile "HR Online", l'house organ dell'Associazione Italiana dei Direttori del Personale diretto da Paolo Iacci. Con una prosa al curaro Briatore viene indicato come il simbolo di una abbietta cultura del lavoro che si è manifestata durante le dieci trasmissioni in cui Briatore si divertiva a cacciar fuori, con le mani a cucchiarella, i giovani aspiranti.

"Uomo d'affari assai noto, Briatore - si legge nel giornale online - è stato nel tempo prima condannato e poi assolto per insufficienza di prove per l'organizzazione di case da gioco in accordo con il clan di Turatello, re della mala milanese...siamo sicuri che non vi sia un'altra persona più indicata per assurgere a modello di imprenditore italiano?".

La bacchetta sugli attributi dell'amico di Silvio non finisce qui perché i direttori del personale aggiungono: "lui, che bocciato due volte alla scuola pubblica strappò un diploma da geometra da privatista con una tesina sulla costruzione di una stalla, lui che difficilmente azzecca un congiuntivo, che si dice sia vicino ad ambienti malavitosi, proprio lui viene proposto come modello per i nostri giovani".

C'è d giurare che di fronte a una prosa così malevola il Flavio politologo e showman - che staserà sarà illustre ospite da Santoro - stapperà una bottiglia di champagne millesimato.


4- "TEMPI" MERAVIGLIOSI PER ORSI
Nemmeno l'ondata del Tevere è riuscita a lambire il palazzo di Finmeccanica a piazza Monte Grappa che si trova a due passi dal biondo fiume.

Per gli uscieri e per i centurioni della comunicazione che a suon di milioni difendono l'immagine di Giuseppe Orsi anche questo è un segno della sua invulnerabilità e di quell'aiuto della Provvidenza che il capo di Finmeccanica ha evocato nella lettera di scuse al cardinale Bagnasco dopo avergli appioppato l'epiteto di "coglione".

D'altra parte Orsi ha ragione di sentirsi tranquillo perché il Governo è impegnato a disintegrarsi, e durante la cena del Bilderberg che si è svolta ai Musei Capitolini, pare che i potenti italiani e internazionali abbiano parlato soprattutto del libro in cui Lilli Gruber racconta la storia della sua famiglia e del libricino di Clemente Mimun "Ho visto cose".

Da parte sua il capo di Finmeccanica, insieme agli uscieri e ai centurioni, ha visto oggi una cosa meravigliosa dentro un articolo pubblicato in sua difesa dal settimanale "Tempi" vicino a "Comunione&Fatturazione".

L'articolo di quattro pagine ha un titolo eloquente: "Bombe su Finmeccanica", ed è presentato dall'autore Rodolfo Casadei come una controinchiesta sugli attacchi che Orsi ha dovuto subire in nome di "quella strana forma di autolesionismo all'italiana che minaccia il cuore industriale del nostro Paese". Le lacrime di gioia di Carlo Maria Fenu, Marco Forlani, Sasà Toriello e di Barabino (l'ultimo consulente ingaggiato da Finmeccanica) non riescono a nascondere il senso di questa stupenda autodifesa che gli amici di "Comunione&Fatturazione" hanno messo in piedi per l'amico che ha sempre finanziato a suon di milioni il Meeting di Rimini.

Per il giornale "Tempi" tutto nasce dall'azione congiunta di procure e quotidiani che campano sulla gola profonda Lorenzo Borgogni. In questo modo - si legge nel testo - rischiamo di perdere un affare di 5 miliardi e queste "stranezze" si aggiungono alle stranezze di una manovra internazionale che indica nei francesi gli avversari di Giuseppe Orsi, "un signore che da 40 anni opera nel settore dell'aeronautica e al quale la regina Elisabetta ha conferito due anni fa l'onorificenza di Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico".

Dopo aver letto questo monumento giornalistico c'è chi pensa che la piena del Tevere sia stata troppo generosa.


5- DOPO SETTE ANNI DI DISPIACERI IERI SERA INTORNO ALLE 18,30 ANTONIO FAZIO, IL 76ENNE EX-GOVERNATORE DELLA BANCA D'ITALIA, HA RIPRESO LA PAROLA IN UN CONVEGNO PUBBLICO.

Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che ieri sera intorno alle 18,30 Antonio Fazio, il 76enne ex-Governatore della Banca d'Italia, ha ripreso la parola in un convegno pubblico.

Dopo sette anni di dispiaceri provocati dalle condanne del tribunale di Milano poi cadute a giugno, l'economista di Alvito è arrivato nella sala dell'Università Europea di Roma dove è si presentava il libro "Luigi Einaudi" scritto da Giovanni Farese, uno fra i più giovani e brillanti storici dell'economia.

Al tavolo insieme a Fazio erano seduti l'ex-ministro Piero Barucci e Sergio Zoppi, l'ex-presidente del Formez. Nel suo intervento Fazio, dopo aver ricordato i rapporti tra Einaudi e l'economista americano Paul Samuelson, ha detto tra l'altro che è stato un errore accorpare in un unico ministero il Tesoro, le Finanze e il Bilancio".

 

 

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