ACCANTONATE LO SPREAD (PER ORA) E SEGNATEVI QUESTO NOME: "VIX", L'INDICE DI VOLATILITÀ DEI TITOLI PREGIATI DI WALL STREET. È SCHIZZATO AI MASSIMI DALLA CRISI DEI MUTUI SUBPRIME - NEW YORK RECUPERA DAL BARATRO (-1,6%) MA NON IN TEMPO PER EVITARE UN BAGNO DI SANGUE IN EUROPA (411 MILIARDI BRUCIATI): MILANO -6%, LONDRA E FRANCOFORTE -4,7%

Il crollo di Shanghai (-8,5%) scatena la valanga delle vendite sulle Borse europee che tornano ai minimi da sette mesi. Colpiti soprattutto minerari, energia e utility - Greggio a 38 $ - Ibarra presenta la nuova Wind-3 al Meeting: 'Aspettiamo l'ok delle autorithy. Saremo più forti'...

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1.BORSA: SHANGHAI SCATENA VALANGA DI VENDITE IN EUROPA, MILANO CHIUDE A -6%

Radiocor - Il crollo di Shanghai (-8,5%) scatena la valanga delle vendite sulle Borse europee che tornano ai minimi da sette mesi. L'incognita sull'imminenza e sulla dimensione di una frenata per l'economia cinese ha destabilizzato dapprima i mercati asiatici e poi le piazze azionarie continentali che chiudono la seduta con perdite tra il 5% e il 6% dopo aver segnato cali anche superiori.

 

SCOPPIATA LA BOLLA ALLA BORSA SHANGHAI SCOPPIATA LA BOLLA ALLA BORSA SHANGHAI

Le vendite colpiscono soprattutto i minerari, l'energia e le utility. Molte le commodity ai minimi da oltre sei anni (rame, nickel, alluminio). Piazza Affari maglia nera nell'eurozona con il Ftse Mib che arretra del 5,96% a 20.450 punti, minimi da meta' febbraio. Il tonfo di Tenaris (-9,6%) e Eni (-7,98%), le piu' penalizzate del Ftse Mib, e' l'indicatore di un'altra giornata ad alta tensione per il comparto petrolifero visto che il greggio a New York si attesta a 38,75 dollari al barile (-4,2%).

 

Fiat Chrysler giu' del 7,7%. Sul mercato valut ario, balzo dell'euro che torna ai massimi da gennaio nei confronti del dollaro: il cambio segna 1,1586 in chiusura delle piazze continentali dopo aver toccato anche 1,17 (1,1386 venerdi').

 

2.BORSA: WALL STREET RIDUCE PERDITE, DJ -1,60%, NASDAQ -1,21%

 (ANSA) - Wall Street riduce le perdite. Il Dow Jones perde l'1,60% a 16.201,02 punti, il Nasdaq cede l'1,21% a 4.648,57 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,72% a 1.927,52 punti.

BORSA CINESE BORSA CINESE

 

3.BORSA: FRANCOFORTE CHIUDE A -4,70%

 (ANSA) - A picco la Borsa di Francoforte. In chiusura l'indice Dax cede il 4,70% a 9.648,43 punti.

 

4.BORSA: LONDRA TERMINA A -4,67% 

 (ANSA) - Chiusura pesante per la Borsa di Londra. L'indice Ftse-100 lascia sul campo il 4,67% a 5.898,87 punti.

 

5.SPREAD BTP CHIUDE A 131 PUNTI BASE

 (ANSA) - Regge lo spread tra il Btp e il Bund tedesco nonostante lo tsunami che ha travolto le Borse mondiali. Il differenziale di rendimento archivia la seduta a 131 punti base col tasso sul decennale all'1,89%.

 

6.VIX: L'INDICE DELLA PAURA DI WALL STREET BALZA AI MASSIMI DA MARZO 2009

Riccardo Designori per www.finanzaonline.com

WALL STREEET jpeg WALL STREEET jpeg

  

Nervosismo ed apprensione. E' questo il sentiment degli investitori internazionali in questo lunedì nero per le Borse mondiali. Dopo il panico emerso al termine delle contrattazioni dei listini asiatici, le vendite hanno fatto capolinea in Europa e in America.

 

La pesante apertura di Wall Street, con l'S&P 500 che è arrivato a perdere nelle prime fasi di contrattazioni il 5,27%, il Dow Jones Industrial il 6,62% e il Nasdaq 100 quasi il 10%, ha avuto ripercussioni anche sulle quotazioni del Vix.

 

Wall Street Wall Street

L'indice della paura al momento segna 36,83 punti, in rialzo di 8,8 punti (+31,39%) rispetto ai 28,03 punti con cui si era conclusa la seduta di venerdì. Il massimo della seduta odierna è stato tuttavia toccato a 53,29 punti. Era dal 2 marzo del 2009 che il Vix non oltrepassava la soglia dei 53 punti. In quella occasione il massimo era stato toccato a 53,25 punti.

 

7.BORSA: LUNEDÌ NERO PER EUROPA, BRUCIATI 411 MILIARDI

 (ANSA) - Giornata pesantissima per tutte le Borse europee: l'indice Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto il 5,39%, che equivale a 411 miliardi di euro di capitalizzazione 'bruciati' in una seduta.

 

8.WIND-3: IBARRA, SAREMO PIÙ COMPETITIVI PERCHÈ PIÙ FORTI

 (ANSA) - "I clienti sono quelli che comandano, quindi da questa operazione noi ci aspettiamo di essere addirittura ancora più competitivi rispetto ad oggi", dice l'ad di Wind, Maximo Ibarra, per progetto di fusione con 3 Italia. Il nome del nuovo marchio commerciale? "Presto per dirlo", risponde a margine del Meeting di Rimini. Se l'operazione andrà in porto, con le necessarie autorizzazioni antitrust, "saremo più competitivi - dice Ibarra - perchè saremo più forti, dal punto di vista qualitativo avremo una rete più grande, dal punto di vista dei sistemi di information tecnology saranno più forti, con una rete distributiva più forte, è questo ci permetterà di essere ancora più competitivi e più forti e solidi agli occhi dei nostri clienti e dell'audience italiana".

MAXIMO IBARRA, AD DI WIND MAXIMO IBARRA, AD DI WIND

 

L'operazione è "nella fase di richiesta di autorizzazione alle Autorità europee e nazionali, e ci aspettiamo che una autorizzazione possa arrivare nell'ambito dei prossimi dodici mesi. Nella misura in cui questo accada è chiaro che il risultato sarà l'operatore più grande in Italia nella telefonia mobile, e che nel fisso potrà godere del supporto del marchio Infostrada quindi della forza della clientela fissa, e siccome il mercato ormai sta andando sempre più nella direzione di una integrazione tra mobile e fisso non potrà che trarre giovamento da questa fusione".

 

Gli incentivi del Governo per lo sviluppo della banda ultralarga rappresentano una opportunità da cogliere? Noi avremo un ruolo importante nell'ambito della telefonia fissa - risponde -. Il tema dell'integrazione fisso-mobile per la clientela è centrale, quindi lo sviluppo della banda larga e ultralarga e quindi della fibra è sicuramente nelle prime posizioni dell'agenda di Wind oggi e, nel momento in cui dovessero arrivare le autorizzazioni per la nuova realtà che nascerà con la fusione, sarà così anche per questa nuova realtà".(

 

9.CINA: PECHINO HA LE ARMI SPUNTATE PER ARGINARE LA CRISI - IL COMMENTO

xi jinping sport xi jinping sport

Michele Geraci* per Radiocor - La settimana a Shanghai comincia con un pesante meno 8.5% mentre il Governo cinese sta ponderando quali possano essere le prossime misure per prevenire ulteriori cadute. Ormai, la situazione sembra essere sfuggita di mano. Gia' ai primi di luglio non credevamo che il governo cinese sarebbe intervenuto a supporto del mercato, ritenendo che i mercati azionari siano come una tigre incontrollabile, dove poco puo' un governo. E invece il governo cinese e' intervenuto, giorno dopo giorno, con mosse sempre piu' intense per bloccare l'emorragia.

 

La cura ha pero' funzionato solo apparentemente e, una volta esauritosi l'effetto, il mercato ha ripreso la sua caduta. La battaglia si svolge tra due forze opposte: quella di una analisi fondamentale che, preoccupata del declino della crescita economica in Cina, tende a portare il mercato verso livelli molto piu' bassi anche dei valori di oggi (3,200 punti) e perfino verso valori a ncora piu' bassi di quello che potrebbe essere una valutazione giusta (Fair Value) in modo da avere un buffer, margine di sicurezza, qualora le cosa peggiorassero o si scoprissero problemi ancora piu' gravi che potrebbero colpire la Cina nel breve e medio termine.

 

Sull'altro fronte, la forza del governo che tende a stabilizzare il mercato con misure straordinarie, sempre piu' imprevedibili e sempre meno efficaci, quasi goffe che adesso cominciano ad avere l'effetto opposto perche' poco credibili. Di oggi e' la notizia che il Governo cinese consente ai fondi pensioni di poter investire direttamente nel mercato azionario cinese, nel tentativo di incrementare il flusso degli acquisti. Sembra assurdo che un gestore di fondi pensione cinese, proprio oggi e per la prima volta nella sua vita professionale, decida di investire in un mercato cosi' erratico, cosi'' volatile come quello di Shanghai.

prezzi cinesi prezzi cinesi

 

E' chiaro che tale misura non potra'' avere nessun effe tto immediato sul mercato, semmai potrebbe essere utile nel lungo termine, lungo la strada - lunghissima - di trasformare Shanghai dal casino' che e' oggi ad un mercato azionario. Alla futilita'' di tale misura si aggiunge anche il fattore di credibilita'' o di quasi dichiarata incapacita'' da parte del governo di gestire questa crisi. E' un po' come quando il Ceo o Cfo, o ministro delle finanze di un paese va in Tv ad assicurare gli investitori che tutto va bene: prima che egli finisca di parlare, l'investitore accorto va short su tutto quello che puo' mettere le mani.

 

jingjin new city cina jingjin new city cina

Infine, c'e' la psicologia da gregge che affligge tutti i mercati, ma in particolare quello cinese: gli investitori, privati e non, che nulla - o poco - sanno di valutazione fondamentale, si affrettano a liberarsi al piu'' presto dei titoli che posseggono. Quali saranno i prossimi passi? I due ovvi tagli al RRR (Rapporto di Riserva Obbligatorio) bancario ed ai tassi di interes se. Anch'essi, prevedo, di poca utilita''. In passato si e' sempre ritenuto che, in Cina, esista una sconnessione tra economia reale ed prezzi delle azioni e che quindi l'effetto di contagio fosse limitato.

 

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Adesso, sembra invece che accada un doppio cambiamento: la connessione e' stata finalmente stabilita, ma la direzione di causalita'', o di contagio, e' in senso inverso: e', cioe'' l'economia reale che finalmente influenza i prezzi dei titoli quotati. Quindi, il crollo dei mercati non e' la causa di un rallentamento macro-economico, bensi'' l'effetto. La causa del rallentamento economico cinese, invece, va cercata in fondo alla catena del valore del paese: nelle campagne.

 

Uno studio da noi fatto nel 2013, poi sfociato in un documentario sull'economia rurale, mostra come i contadini siano sempre piu'' restii a trasferirsi in citta''. Se il flusso migratorio dalle zone rurali alle zone urbane rallenta, o si arresta, creera' una reazione a cat ena che potra'' fare crollare tutto il modello di sviluppo economico cinese.

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* Head of China Economic Policy Program and Ass't Prof of Finance - Nottingham University Business School, China Head of China Program - Global Policy Institute, Senior Research Fellow and Adjunct Professor of Finance - Zhejiang University

 

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