montezemolo cassano hogan alitalia

ALI-TAGLIA LA CORDA? - LA MINACCIA DEGLI EMIRI DI LASCIARE FIUMICINO NASCONDE L'INSOFFERENZA PER LO SBARCO DELLE LOW-COST E UN CONFLITTO TRA L'AD CASSANO E IL PRESIDENTE MONTEZEMOLO - LA SITUAZIONE È AGGRAVATA DALLA GESTIONE DI ATLANTIA...

1. ALITALIA CONTRO ADR “INVESTITE SULLO SCALO O CE NE ANDIAMO”

L’AD CASSANO CHIEDE 80 MILIONI PER IL ROGO DI MAGGIO LA SOCIETÀ DI GESTIONE: C’È UN PIANO DA 11 MILIARDI

Roberto Giovannini per “la Stampa

 

Cassano, Montezemolo Hogan -3Cassano, Montezemolo Hogan -3

Uno scherzo del destino ha fatto sì che il «j’accuse» lanciato dall’ad di Alitalia Silvano Cassano arrivasse sui tavoli delle redazioni proprio nel momento in cui la nuvola di fumo dell’incendio della pineta di Coccia di Morto invadeva la pista dell’aeroporto di Fiumicino.

 

Una bordata pesantissima, quella del numero uno della compagnia italo-emiratina, che accusa l’aeroporto romano di Fiumicino di essere un disastro, minaccia di spostare altrove la sede del suo hub, e denuncia che la compagnia di bandiera ha perso la bellezza di 80 milioni dopo l’incendio (ancora per certi versi inspiegabile) del 7 maggio scorso.

 

Alitalia in rotta verso Malpensa, o un altro hub nel nostro paese? È una minaccia che non spaventa Aeroporti di Roma, la società del gruppo Atlantia che possiede e gestisce i due scali romani. «Stiamo facendo investimenti importanti - replicano - e il traffico aerei e passeggeri continua ad aumentare nonostante l’incendio».

 

MONTEZEMOLO HOGAN CASSANOMONTEZEMOLO HOGAN CASSANO

Cassano non ha usato davvero mezzi termini: «in mancanza di un credibile piano di investimenti sull’aeroporto - ha dichiarato - Alitalia sarà costretta a spostare la sua crescita altrove».

 

Per Alitalia Fiumicino «non è un’infrastruttura adeguata a fungere da hub di una compagnia con le nostre ambizioni» e sembra puntare su compagnie low cost e servizi mediocri. Ma la compagnia aerea soprattutto ha attraversato «un passaggio difficilissimo» dopo il disastroso evento dello scorso maggio.

 

hogan  cassano  montezemolo renzi d'amico hogan cassano montezemolo renzi d'amico

E quel che conta, «è determinata ad ottenere il risarcimento dei danni subiti», che quantifica in 80 milioni di euro. I danni presumibilmente saranno chiesti ad Adr, che però respinge le accuse al mittente. La società controllata da Atlantia (ex Autostrade) afferma di essere impegnata a realizzare un piano di ristrutturazione da 11 miliardi partito nel 2013, con 170 milioni spesi nel 2014 e 370 quest’anno.

 

Ancora, Adr dice che nonostante l’incendio del 7 maggio scorso, negli ultimi tre mesi il traffico degli aeroporti romani è cresciuto del 5,6%: e ora che tutti i moli di Fiumicino sono operativi il traffico è regolare e in aumento, con punte giornaliere di oltre 140mila passeggeri.

FIUMICINO INCENDIO PINETA VOLI BLOCCATIFIUMICINO INCENDIO PINETA VOLI BLOCCATI

 

Quanto all’eccessiva presenza a Roma delle compagnie low cost, come Easyjet e Ryanair, fonti della società di gestione di Fiumicino e Ciampino fanno osservare che i casi sono due: o Alitalia assicura un numero congruo di voli e di passeggeri alternativi, oppure Adr non può che far di tutto per tenersi stretti i milioni di passeggeri ogni anno garantiti dalle low cost.

 

Probabilmente Aeroporti di Roma dipinge la situazione degli scali romani con una tinta troppo rosea e ottimistica: l’incendio del 7 maggio è stato devastante anche e soprattutto dal punto di vista dell’immagine, non si sa ancora come sia potuto accadere, ed è ancora incerta perfino la situazione di salubrità dell’area interessata dal disastro. E a confronto con scali internazionali moderni come Francoforte o Parigi, il Leonardo da Vinci, dove per lunghi anni non si è speso un centesimo, appare decisamente indietro dal punto di vista del comfort e dei servizi.

incendio a fiumicinoincendio a fiumicino

 

Ma secondo alcuni addetti ai lavori, è possibile che Alitalia stia cercando di utilizzare il caso Fiumicino per mascherare alcune sue serie difficoltà operative e gestionali. A quanto pare, la compagnia aerea sta incontrando seri ritardi nella sua riorganizzazione. Gli aerei per lanciare le nuove rotte intercontinentali non arrivano, e intanto ci sarebbe un calo sensibile dei passeggeri trasportati.

 

E come ciliegina sulla torta, secondo indiscrezioni, sarebbero arrivati ai ferri corti persino i due capi di Alitalia Sai, il presidente Luca Cordero di Montezemolo e l’amministratore delegato Silvio Cassano. Impossibile per ora avere conferma di queste voci: tuttavia nel giro di qualche settimana arriverà la pubblicazione della relazione trimestrale a sciogliere tutti i dubbi.

fiumicino incendio 3fiumicino incendio 3

 

 

2. DIETRO LA POLEMICA DELLA COMPAGNIA L’INSOFFERENZA PER LO SBARCO DEI LOW COST

Beniamino Pagliaro per “la Stampa

 

C’è una data che segna la svolta nella storia moderna dell’epopea di Fiumicino (e del Paese in viaggio, a seguire): il 18 dicembre 2013 le piste vengono solcate dai 737 di Ryanair, fino ad allora relegati nello scalo di serie B: Ciampino. Il marchio che ha imposto l’idea di low cost all’Europa impiegherà un solo anno per diventare il primo operatore d’Italia, superando Alitalia per numero di passeggeri nel 2014: 26,1 milioni contro 23,3. Il primo decollo di quel giorno di dicembre è simbolico.

 

Il Ceo di Ryanair, Michel O’ Leary, col cappello da Babbo Natale, festeggiava e rinnovava un improbabile invito alla collaborazione ad Alitalia. Negli stessi giorni EasyJet rafforzava la presenza a Fiumicino, e i vertici della compagnia di bandiera si incontravano a Palazzo Chigi in cerca di un aumento di capitale.

 

Alitalia_RyanairAlitalia_Ryanair

La fatica dell’Alitalia di quei giorni è diversa da quella, più progettuale, dell’Alitalia emiratina di oggi. Ma il ritardo da recuperare è quasi incolmabile: fino a un certo punto i grandi poteri del traffico aeroportuale hanno tenuto chiuso fuori, anche per interessi intrecciati, il mercato dei low cost.

 

Sono nati così gli scali di Treviso, di Bergamo, e altri. Ma quando il mercato di Ryanair e EasyJet (e tutti gli altri) è diventato fondamentale, vicino alla metà (il 46% nel 2013, dice l’Istat) della torta, è stato impossibile dire no.

 

Michael OLeary Michael OLeary

Per capire bisogna andare quasi trent’anni indietro, all’epoca in cui una sola compagnia era autorizzata, con corposi accordi bilaterali, a viaggiare tra un Paese e l’altro. Poi sono arrivate le liberalizzazioni europee. Era il 1987, l’anno del referendum sul nucleare, del patto Reagan-Gorbaciov, del debutto americano di Beautiful e dei Simpson. Un po’ alla volta le compagnie di bandiera sono state privatizzate.

 

Alitalia, invece, è rimasta un campione nazionale, per colpa grave della politica e qualche sponda sindacale. È stata quasi venduta per almeno due volte, salvata e rifondata. Infine, indebitata, svenduta, per un valore non lontano da quello che Mr Bee ha scucito per il 48% del Milan, che pure non fa decollare ogni giorno 500 aerei in tutto il mondo.

 

easyjeteasyjet

Così oggi i dirigenti di Alitalia si lamentano con Adr - con qualche ragione e il Governo silente -, ma forse sanno che le colpe sono dei predecessori. Competere con le low cost sul servizio è complicato, sul prezzo non conviene. Ma è davvero difficile spostare la sfida sulla qualità e sui voli di lungo raggio senza una vera e propria casa.

@bpagliaro

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…