MOUSSE DI MUSSARI - È INDAGATO PER LA CESSIONE DELL’AEROPORTO DI SIENA (“ATTI FRAUDOLENTI NEL BANDO DI GARA”), HA IL FIATO SUL COLLO DEGLI ITALIANI CHE CHIEDONO ALL’ABI, DI CUI È PRESIDENTE, UNA MORATORIA SUI MUTUI - E SOPRATTUTTO DEVE CONVINCERE L’AUTORITÀ EUROPEA CHE IL MONTEPASCHI NON HA BISOGNO DEI 3 MILIARDI DI AUMENTO DI CAPITALE - SE NON CI RIESCE, ADDIO QUOTE IN MEDIOBANCA E CDP, E UN BEL SILURO PER LA FONDAZIONE…

1- AEROPORTO SIENA: CHIUSA INCHIESTA, TRA INDAGATI MUSSARI E LUISA TORCHIA...
(ASCA) - Ci sono anche il presidente di Banca Mps e dell'Abi Giuseppe Mussari, l'ex direttore generale della Fondazione Mps Marco Parlangeli e Luisa Torchia tra gli indagati dell'inchiesta sulla privatizzazione dell'aeroporto di Siena, chiusa dalla Procura della citta' del Palio dopo circa due anni di indagini.

Gli avvisi di chiusura indagine sono stati notificati a 14 persone, tra cui due ex presidenti dell'aeroporto (Lorenzo Biscardi ed Enzo Viani), l'attuale presidente Claudio Machetti, rappresentanti della societa' Galaxy che si era aggiudicata la gara per la privatizzazione. Per Mussari, Parlangeli e la Torchia (all'epoca consigliere della Cassa depositi e prestiti) la Procura ipotizza i reati di concorso in falso ideologico e turbativa d'asta.

Secondo il Pm Antonino Nastasi, in particolare, alcuni degli indagati, tra cui Mussari, Parlangeli e la Torchia, avrebbero con ''una serie di atti fraudolenti'' predisposto una ''gara di selezione per la cessione della partecipazione di maggioranza a un socio privato'' cioe' Galaxy Fund, ''della societa' Aeroporto di Siena, avente gia' un esito ben delineato''. Per far questo avrebbero anche ''predisposto verbali della Commissione di valutazione falsi, finalizzati a ratificare l'esito gia' precedentemente deciso'' e in questo modo ''turbavano la procedura di evidenza, violando i criteri di libera concorrenza, imparzialita' e trasparenza''.

Per Viani e Biscardi la Procura ipotizza i reati di concorso in falso ideologico e turbativa d'asta, rivelazione di segreto di ufficio e per il solo Viani anche abuso d'ufficio. A Machetti e' contestato il falso ideologico. L'inchiesta era partita da un esposto del comitato nato proprio contro l'ampliamento dell'Aeroporto di Ampugnano, che e' nel Comune di Sovicille, a circa 15 chilometri da Siena. La gara per la privatizzazione era stata bandita nel luglio 2007 e aggiudicata a settembre dello stesso anno. ''Siamo soddisfatti, anche se e' solo un primo passo'', commenta Maria Rosa Mariani, presidente dell'associazione, affermando che 'il Comitato aveva avvertito che si trattava di una gara truccata, ma non hanno voluto ascoltare nulla''.


2- MUTUI: MUSSARI, PER MORATORIA FAMIGLIE 'VEDIAMO COSA SI PUO' FARE'...

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari non esclude un intervento a favore delle famiglie che, messe in difficolta' dalla crisi, godono della moratoria sul pagamento delle rate sui mutui fondiari. "Abbiamo un problema di regole da rispettare", afferma Mussari a margine di un convegno sul credito organizzato dall'Abi, che proprio alla vigilia aveva ricordato che sono 52mila le famiglie che godono della sospensione delle rate da parte delle banche. "Vediamo cosa si puo' fare - aggiunge Mussari - ci impegniamo a capire tutto cio' che si puo' fare perche' le famiglie sono al primo posto nella nostra attenzione".


3- SUL CONTROLLO MONTE PASCHI LA FONDAZIONE ALLA STRETTA
L'OSTACOLO DELL'INDEBITAMENTO DOPO LE REGOLE EBA SUL CAPITALE
Massimo Mucchetti per il "Corriere della Sera"

L'insufficienza di capitale di 3 miliardi, che la European Banking Authority (Eba) rileva in capo al Monte dei Paschi, mette alla frusta, per diverse ragioni, la banca senese, la Fondazione Mps, che ne è il principale azionista, e la Banca d'Italia.
In verità, l'analisi dell'Eba appare assai discutibile non solo per la scelta generale di contabilizzare alle quotazioni correnti tutti i titoli di Stato in portafoglio alle banche, ma anche per la circostanza specifica che due terzi circa dell'effetto negativo dipende dai derivati sui decennali.

Questi derivati erano stati fatti per proteggersi dalla svalutazione che avrebbero avuto i Btp se i tassi fossero aumentati, secondo quanto lasciava intravedere Jean-Claude Trichet alla Banca centrale europea. Al momento, invece, con Mario Draghi, la Bce ha ridotto i tassi e forse li ridurrà ancora. Sicché alla minusvalenza teorica sui titoli decennali si è aggiunta la perdita corrente sui derivati. Ma sarà sempre così per 10 anni o è ragionevole supporre che i tassi un bel giorno risaliranno? Nel dubbio, l'Eba conteggia tutti i 10 anni ai valori di settembre, e pazienza se tra due o tre anni tutto cambierà di nuovo e l'aumento di capitale odierno si rivelerà non più giustificato.

Per il presidente della banca, Giuseppe Mussari, si profila dunque il compito di chiarire il punto con l'Eba e la Banca d'Italia. Ove riuscisse nell'impresa di congelare i derivati, l'entità dell'aumento di capitale diventerebbe assai più gestibile. Se poi, come pare, la Banca d'Italia considererà le obbligazioni fresh nel patrimonio di vigilanza, la ricapitalizzazione scenderebbe a mezzo miliardo. E se infine si trovasse una soluzione generale di mercato per le quote di capitale della Banca d'Italia, di cui il Monte dei Paschi possiede il 4,5%, non ci sarebbe più bisogno di nulla.

Quali probabilità ha oggi un tale en plein difensivo? Nessuno al momento lo sa. E così si resta all'Eba. In teoria, per allineare il rapporto tra capitale di vigilanza e attivi alla misura richiesta dall'Eba, il Monte potrebbe anche infliggere una bella potatura a questi ultimi. In quale misura? Secondo Mediobanca Securities, il taglio si aggirerebbe sul 32% dell'attivo ponderato per i diversi rischi impliciti. Tanto basta a dirci che una simile soluzione è meramente teorica. Dunque, o l'Eba e la Banca d'Italia accolgono tutte le richieste del Monte oppure ci sarà un nuovo aumento di capitale per una cifra ancora da stabilire.

Nessun azionista sarebbe felice di mettere mano al portafoglio. Meno di tutti, la Fondazione Mps, che ha circa il 50% delle azioni (valore di mercato 1,45 miliardi) e 1,1 miliardi di debiti (300 milioni con il Credit Suisse, 200 con Mediobanca e 600 con un pool guidato da JP Morgan). È evidente che, in caso di aumento di capitale, la fondazione presieduta da Gabriello Mancini non potrà sottoscrivere la sua parte. Se l'aumento fosse tale quale la cifra dettata dall'Eba, la partecipazione della fondazione si diluirebbe al 25% e forse anche a meno.

Se l'aumento non si farà, appare comunque difficile immaginare un flusso di dividendi adeguato a pagare gli interessi sul debito e a rimborsarlo. Anche perché la Banca d'Italia chiede assoluta prudenza nel remunerare il capitale in questa fase. Di qui la necessità di rinegoziare i debiti con le banche creditrici, che hanno peraltro garanzie diverse.

Mediobanca se ne sta discretamente occupando sulla base dell'idea che a nessun creditore converrebbe oggi trovarsi padrone a Siena con il mercato che giocherebbe al ribasso nell'attesa dell'inevitabile rivendita. Ma che cosa, sulla carta, è possibile fare? La Fondazione può cedere il 2% di Mediobanca, e ci penserebbe Alberto Nagel a ricollocarla; l'ottima partecipazione nella Cassa depositi e prestiti, e Giuseppe Guzzetti darebbe una mano a redistribuirla; quote di private equity.

Diciamo 2-300 milioni di merce. Il resto del debito andrebbe consolidato e in parte rimborsato attraverso la cessione di una parte delle azioni Mps, e qui soci come Caltagirone e Axa potrebbero farsi avanti. Per la prima volta si profila l'ingresso in forze dei forestieri nella stanza dei bottoni con la Fondazione Mps che scende comunque, e ampiamente, sotto il 50%. Ma il Monte è senese da quasi 6 secoli. E può dover subire certo a causa di alcuni errori o sfortune (l'acquisizione di Antonveneta, soprattutto). Ma il colpo di grazia, se così sarà, verrebbe dai titoli di Stato. Da Roma. Per questo il Monte e la sua fondazione, alla fine, meritano rispetto.

 

Giuseppe Mussari AEROPORTO SIENAAEROPORTO SIENA AMPUGNANOCLAUDIO MACHETTIMARCO PARLANGELImonte dei paschi di sienaAndrea Enria

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)