montezemolo italo

AVVISO AI NAVIGATI: SI AGGIRA PER L'ITALIA UN TRIO PIENO DI SOLDI E BELLE SPERANZE, SOPRATTUTTO UNA: COMPRARSI UN GIORNALE. DELLA VALLE, MONTEZEMOLO E CATTANEO AVEVANO PUNTATO GEDI (''STAMPA-REPUBBLICA''), MA ALLA FINE HANNO DECISO DI NON PRESENTARE OFFERTE - PARE CHE ORA, CON L'AIUTO DI DAFFINA (ROTHSCHILD), IL BERSAGLIO SI SIA SPOSTATO SUL ''FATTO QUOTIDIANO''. FANTA-EDITORIA? CHI VIVRÀ, VEDRÀ - LA SMENTITA DI CATTANEO: ''NOTIZIA DESTITUITA DI OGNI FONDAMENTO'', E PURE DI DAFFINA (ROTHSCHILD): ''NESSUN INCARICO''

Riceviamo e pubblichiamo da Flavio Cattaneo:

 

''La notizia apparsa su Dagospia è destituita di ogni fondamento''.

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Gentile dottor D’Agostino,

 

in merito all’articolo di ieri riportato da Dagospia che mi vede citato come consigliere di “… un inedito trio pieno di soldi e belle speranze, soprattutto una: comprarsi un giornale”, smentisco categoricamente di aver avuto e di aver alcun incarico da Della Valle, Montezemolo e Cattaneo per cercare opportunità di investimento attraverso l’acquisizione di un giornale. Non ho valutato insieme a loro il dossier Gedi, come affermato nel pezzo, né tantomeno sto valutando il Fatto Quotidiano.

Grazie per dare evidenza a questa mia precisazione.

Alessandro Daffina – Amministratore Delegato Rothschild & Co Italia

 

 

 

DAGONEWS

 

 

luca di montezemolo diego della valle

Avviso ai navigati: si aggira per l'Italia un inedito trio pieno di soldi e belle speranze, soprattutto una: comprarsi un giornale. L'allegro gruppetto è composto da Diego Della Valle, Luca Cordero di Montezemolo e Flavio Cattaneo.

 

Il primo, con l'arrivo di Cairo al comando di Rcs, ha visto crollare la sua influenza (e presenza) mediatica. Finché gli altri azionisti del ''Corriere'' erano banche o gruppi industriali con quote tra il 3 e il 10%, il suo 7,6% aveva ancora un peso, che lui amava esercitare contro i salotti buoni che lo accoglievano e lo respingevano a fasi alterne. Ora che Urbanetto ha in mano oltre il 60% di via Solferino, la sua partecipazione è una briciola che non garantisce voce in capitolo.

 

Con gli altri due caballeros Dieguito ha qualcosa in comune: sono molto liquidi dopo la vendita di Ntv, di cui erano soci rilevanti, agli americani. Lo scarparo si è lamentato per l'operazione, lui disse che avrebbe preferito la quotazione in borsa, ma dalla cessione di Italo dovrebbe aver guadagnato oltre 340 milioni. Montezemolo si attesta sui 250, Cattaneo oltre i 110. Cosa fare con queste sommette?

 

 

Montezemolo con l ex ad Rcs Antonello Perricone ora in Ntv GetContent asp

Luchino ha sistemato trust, fondi all'estero, mogli, ex mogli, figli e sfizi vari, ma a una certa età, e dopo aver avuto tutto o quasi tutto, quello che pesa è l'assenza di potere e di ruoli che contano. Niente più presidenza Alitalia, niente più vicepresidenza Unicredit, zero comitati olimpici, vendute le azioni Ntv, Poltrona Frau, lasciato il cda di Tod's, cacciato dalla Fiat, ecc. ecc., mica si può andare in pensione.

 

La risposta, in Italia, è facilmente servita: mi faccio un giornale. D'altronde, Luchino di Montiparioli era al vertice di Rcs mentre si perfezionava quell'affare Recoletos che lascerà una montagna di debiti (tuttora esistente) e negli anni innescherà la vendita della casa editrice a Mondadori e del quotidiano a Cairo. Quindi, in un certo senso, di editoria ne sa qualcosa.

sergio marchionne luca di montezemolo diego della valle

 

Forse conscio delle proprie virtù manageriali, stavolta si è affidato a Cattaneo, uno che i conti li sa far quadrare (soprattutto i propri), e che in queste settimane ha letto bilanci e annusato le intenzioni degli editori di mezza Italia, col supporto di Alessandro Daffina, numero uno di Banca Rothschild in Italia e molto legato a Bisignani. Un elemento che gli altri due caballeros non gradirebbero molto.

 

L'idea iniziale era di puntare in alto: facciamo un'offerta per la GEDI, la società nata dopo la fusione di ''Stampa'' e ''Repubblica-Espresso''. I tre hanno studiato il dossier ma l'offerta, né informale né vincolante, non è mai partita. Forse hanno capito che la somma sarebbe stata importante, o forse pensano che i fratelli De Benedetti non vogliano affatto vendere. Di sicuro non aiutano i rapporti tra John Elkann (l'altro azionista GEDI) e Montezemolo, da quando Luchino non fu riconfermato (eufemismo) alla guida di Fiat e poi Ferrari, con Marchionne che prese il suo posto nel cuore della famiglia Agnelli.

 

ALESSANDRO DAFFINAclemente mastella luca di montezemolo diego della valle

Adesso pare che gli occhi di Cattaneo e Daffina si siano posati sul ''Fatto Quotidiano''. Possibile? Chi vivrà, vedrà…

Padellaro e Travaglio luca di montezemolo diego della valleANTONIO PADELLARO MARCO TRAVAGLIO luca di montezemolo diego della vallemarco de benedetti saluta eugenio scalfari (1)luca di montezemolo diego della valleluca di montezemolo diego della valle

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”