LE BANCHE ITALIANE HANNO PERSO IN MEDIA IL 41% IN SOLI SEI MESI: PESA L’IMPATTO DEI CREDITI DETERIORATI, UN MONOLITE DA 200 MILIARDI DI EURO LORDI - ECCO, SECONDO L’INDICE “TEXAS RATIO”, CHI RISCHIA DI PIÙ IN CASO DI CRISI

Il “Texas” è un parametro con cui banchieri e azionisti italiani si trovano a fare i conti e ai quali non piace, per ché considerato limitato e discorsivo - Eppure tutti stanno a guardare quel rapporto tra deteriorati e patrimonio più accantonamenti: se è sotto il 100%, la banca riuscirebbe a stare in piedi anche nell' ipotesi di una perdita totale sui tutti i crediti… -

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Fabrizio Massaro per il “Corriere della Sera”

 

Le banche italiane hanno perso in media il 41% in soli sei mesi: dietro questo crollo c' è - fra le altre cose - il timore degli investitori, soprattutto esteri, per il forte peso dei crediti deteriorati, un monolite da 200 miliardi di euro lordi (in realtà circa 80 miliardi netti considerando le svalutazioni), pari al 16% circa del totale degli impieghi, che mina la salute generale delle banche.

 

CREDITI DETERIORATI CREDITI DETERIORATI

Per questo motivo è stato rispolverato da qualche mese un indice che era caduto in disuso: il Texas Ratio, che valuta la forza di una banca nel sostenere il peso dei suoi crediti non performanti.

 

Un parametro con cui banchieri e azionisti italiani si trovano a fare i conti e ai quali non piace, per ché considerato limitato e distorsivo. Eppure tutti stanno a guardare quel rapporto tra deteriorati e patrimonio più accantonamenti: se è sotto il 100%, la banca riuscirebbe a stare in piedi anche nell' ipotesi - di fatto impossibile - di una perdita totale sui tutti i crediti; se supera il 100%, la sostenibilità è più incerta.

 

La radiografia degli istituti italiani con il Texas Radio mostra diversi punti interessanti: il primo è che la situazione dei crediti deteriorati (npl) non è cambiata tanto da giustificare un crollo così violento delle quotazioni delle banche (fenomeno globale ma in Italia influenzato anche dall' incidenza degli npl); il secondo è, che nonostante gli sforzi, gli istituti non sono ancora riusciti ad affrontare con decisione le sofferenze. Unica eccezione, le due big Intesa Sanpaolo e Unicredit, che nel 2015 hanno migliorato il loro Texas, ovvero sono diventati con le spalle più larghe: più patrimonio, meno deteriorati.

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Secondo i dati elaborati da Deutsche Bank ( vedi tabella ), la banca guidata da Giuseppe Messina aveva a marzo 2015 un Texas Ratio di 92%, sceso a 89% a fine anno. Unicredit si è messa ancora più a dieta, passando da 95% a 90%. Sono rimasti sostanzialmente stabili, sebbene in leggero aumento, Mps (147%), Banco Popolare (158%), Ubi (112%). Invariata Bpm (87%). Ma quanto vale questo indice?

 

Molti banchieri italiani non lo amano perché sostengono sia grossolano e portatore di distorsioni: nel confronto con le banche internazionali non tiene conto dei collaterali posti a garanzia, e quindi il quadro che ne viene fuori è, sulla carta, peggiorativo della situazione nazionale.

 

Per di più bisogna considerare che i collaterali italiani sono nella maggioranza dei casi beni immobili, che offrono una copertura ben solida visto che in Italia non c' è stata la bolla degli altri Paesi. Tanto che in molti casi la copertura totale (accantonamenti più garanzie) è di circa il 130%.

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Infine i dati possono divergere tra banca e banca perché ci sono diversi modi per calcolare l' indice: Intesa per esempio stima il suo Texas Ratio a 80% a fine anno, Unicredit lo calcola a 96,9% a dicembre 2014, e a 93,6% a fine 2015. Da un confronto omogeneo e limitato agli istituti nazionali, emerge in maniera evidente che il mercato dei crediti deteriorati è fermo e che una spinta da parte del governo a far ripartire quella macchina resta necessaria.

 

La garanzia pubblica sulle sofferenze (il Gacs) dovrebbe contribuire, così come pure le nuove norme fallimentari per le quali il Consiglio dei ministri ha approvato qualche giorno fa il disegno di legge-delega. Ma come fa notare qualche banchiere, tra i provvedimenti del governo non ci sono misure immediatamente applicabili e tali da dare una scossa al mercato degli npl. Gli investitori, a Londra come a New York, invece se le aspettavano.

Per questo sono tornati a guardare con più attenzione all' indice del Texas. Anche in vista dell' imminente risiko bancario.

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