BOLLORE’ BOLLITO – DOPO LA MAZZATA CONSOB (“CONTROLLA TIM”), ANCHE L'AUTORITA' FINANZIARIA DI PARIGI LO METTE NEL MIRINO – SE COSI’ FOSSE, DOVREBBE CONSOLIDARE IL DEBITO ITALIANO DENTRO LA FRANCESE VIVENDI: 25 MILIARDI – IL BRETONE INSISTE SULLA PAY TV DEL SUD EUROPA CON LA FUSIONE FRA TIM E CANAL+

-

Condividi questo articolo


 

Francesco Spini per La Stampa

 

GENTILONI MACRON GENTILONI MACRON

Dopo la scure della Consob, che ha accertato il controllo di fatto di Vivendi su Tim, Vincent Bolloré non si dà per vinto. Conferma la strategia italiana, il progetto della media company nel Sud Europa, confida nel Tar ma punta a limitare i danni. Così già oggi i legali di Vivendi dovrebbero notificare a Palazzo Chigi non già il controllo (tesi che i consulenti di Parigi quanto di Telecom Italia continuano ad avversare con fermezza) ma almeno i mutati «direzione e coordinamento» sull' ex monopolista e quindi sugli asset strategici per la Nazione in pancia di Tim.

 

DE PUYFONTAINE BOLLORE DE PUYFONTAINE BOLLORE

Sono gli asset, come Sparkle, su cui il governo sta valutando l' esercizio del cosiddetto «golden power», una sorta di diritto di veto per preservarne l' italianità. La notifica di Vivendi, che giunge fuori tempo massimo, è tesa quantomeno a evitare la multa da 300 milioni che il governo potrebbe comminare al gruppo transalpino il quale, sulle prime, ha resistito nel comunicare alcunché a Palazzo Chigi ritenendo tale atto non dovuto.

 

Amf Parigi Amf Parigi

Del resto i problemi per Parigi, dopo la pronuncia della Consob sul controllo, vanno moltiplicandosi. Il più preoccupante riguarda l' eventuale consolidamento del debito di Tim (25 miliardi) da parte di Vivendi. Per la legge italiana sarebbe un fatto automatico, ma trattandosi di una società transalpina a decidere sarà l' Amf, lo «sceriffo» francese dei mercati, che ha già ricevuto gli incartamenti dai colleghi italiani della Consob.

 

In realtà già da agosto, all' indomani della semestrale di Tim, anche l' Amf ha avviato le verifiche sull' esistenza o meno del controllo da parte di Vivendi rispetto alle norme contabili internazionali e di conseguenza se obbligare o meno Bolloré al consolidamento. Si profila uno scontro di interpretazioni tra le due authority? Si vedrà presto: una decisione è attesa in tempi brevi.

MEDIASET MEDIASET

 

Bolloré, che immaginava una cavalcata trionfale in Italia, si ritrova ora in trincea, nel mezzo di una sorta di «guerra finanziaria» tra l' Italia e la Francia, esacerbata dopo la nazionalizzazione francese dei cantieri navali di Saint Nazaire, che Parigi non vuole consegnare all' italiana Fincantieri. Ora il finanziere bretone prova ad ammorbidire i suoi rapporti con Roma, ma conferma in pieno la strategia che punta a dare vita un gruppo di media diffuso in tutto il Sud Europa.

 

TIM TIM

Nonostante tutto vuole portare a casa l' alleanza tra Tim e Canal+, la pay tv di Vivendi. Vuole procedere con la nomina di amministratore delegato di Amos Genish, suo uomo di fiducia in Vivendi, anche se la cosa a molti addetti ai lavori appare ora più complessa e subordinata a un accordo con Roma sul destino di Sparkle, su cui però Tim è disposta a discutere.

 

BOLLORE CANAL BOLLORE CANAL

E Vivendi punta a rimanere anche in Mediaset. Altrimenti non avrebbe presentato all' Agcom un piano in cui prevede non l' uscita, ma solo di «parcheggiare» il 19,9% dei diritti di voto in un trust, mantenendo il 9,9%. Con questa quota Bolloré potrà fare poco. L' Agcom controllerà che Parigi non eserciti in nessun caso un' influenza notevole: vuol dire che Vivendi non potrà ambire a nominare consiglieri che vadano oltre una presenza simbolica. Per andare oltre dovrà studiare un nuovo accordo, che per Mediaset non potrà che ricalcare quello su Premium che un anno fa Bolloré mandò all' aria. L' inizio di una lunga sequela di sventure.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MA DOVE STA ZHANG ZHANG? - IL 32ENNE IMPRENDITORE CINESE, DAL 2018 AZIONISTA DI MAGGIORANZA DELL’INTER, NON SI VEDE IN GIRO DA UN ANNO. NON ERA A MILANO NEMMENO PER LA FESTA SCUDETTO. LA VERITÀ È CHE ZHANG NON PUÒ LASCIARE LA CINA DA OLTRE UN ANNO PER LA CONDANNA DEL TRIBUNALE DI HONG KONG A RISARCIRE CHINA CONSTRUCTION BANK E ALTRI CREDITORI DI 320 MILIONI - A QUESTO PUNTO, NON CI VUOLE IL MAGO OTELMA PER SCOPRIRE IL MOTIVO PER CUI IL MEGA-FONDO AMERICANO PIMCO SI SIA RITIRATO DAL FINANZIAMENTO DI 430 MILIONI DI EURO A UN TIPINO INSEGUITO DAI TRIBUNALI, A CUI PECHINO NON RILASCIA IL VISTO PER ESPATRIARE, COME MISTER ZHANG…

DAGOREPORT - LORO SI' CHE LO SANNO BENE: SECONDO IL "CANALE 12" DELLA TV ISRAELIANA RAISI È MORTO - DIFFICILE PRENDERE SUL SERIO TEHERAN CHE AFFERMA CHE L'ELICOTTERO CON A BORDO IL PRESIDENTE IRANIANO HA AVUTO UN "INCIDENTE" IN AZERBAIGIAN A CAUSA DEL ''MALTEMPO'' (UN CONVOGLIO DI TRE ELICOTTERI E SOLO QUELLO CON RAISI E' ANDATO GIU'?) - I MEDIA IRANIANI, PER ORA, PARLANO DI "VITA IN PERICOLO" - L'IRAN NON E' DECAPITATO FINCHE' CI SARA' SARA' L’AYATOLLAH KHAMENEI CHE SCEGLIERA' IL SUCCESSORE DEL FEDELISSIMO RAISI. E PER ORA SI LIMITA A DIRE: "SPERIAMO CHE TORNI, MA NON CI SARANNO INTERRUZIONI" - COME E' ACCADUTO CON L'ATTENTATO ALLA SEDE DIPLOMATICA IRANIANA IN SIRIA, DIETRO L"INCIDENTE" C'E' NETANYAHU? (FINCHE' C'E' GUERRA, C'E' SPERANZA DI RESTARE AL POTERE) - PROPRIO IERI IL MINISTRO DEL GABINETTO DI GUERRA BENNY GANTZ, VICINISSIMO A BIDEN,  DOPO UN INCONTRO IN ISRAELE CON IL CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA USA JAKE SULLIVAN, AVEVA AVVISATO IL PREMIER NETANYAHU: "PIANO SU GAZA ENTRO L'8 GIUGNO O LASCIAMO IL GOVERNO"

DAGOREPORT - FERMI TUTTI! SECONDO UN SONDAGGIO RISERVATO, LA CANDIDATURA DEL GENERALE VANNACCI POTREBBE VALERE FINO ALL’1,8% DI CONSENSI IN PIÙ PER LA LEGA SALVINIANA. UN DATO CHE PERMETTEREBBE AL CARROCCIO DI RESTARE SOPRA A FORZA ITALIA - A CICCIO TAJANI È PARTITO L’EMBOLO. COSÌ QUEL MERLUZZONE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI SI È TRASFORMATO IN PIRANHA: HA MESSO AL MURO LA MELONI, MINACCIANDO IL VOTO DI SFIDUCIA SE LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI, LEGGE SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, NON VIENE APPROVATA PRIMA DELLE ELEZIONI EUROPEE...