giuseppe bono

BONO FINO A UN CERTO PUNTO - MENTRE TRIA E LE MAIRE SIGLANO LA PACE A VERSAILLES SU TAV E STX, L'AD DI FINCANTIERI COMMENTA LA SUA PROBABILE RICONFERMA, E IL TENTATIVO DI SOFFIARGLI IL POSTO: ''FINCHÉ LA FINCANTIERI ERA QUELLA DI 20 ANNI FA, NON CI VOLEVA VENIRE NESSUNO. ADESSO PENSANO DI VENIRE QUI DOVE TROVANO TUTTO FATTO. NELLA MIA VITA NON SONO MAI ANDATO A CACCIA DI POLTRONE, NÉ DI STIPENDI. VORREI PORTARE A TERMINE UN CERTO LAVORO CHE HO IN TESTA''

 

  1. FINCANTIERI: GARAVAGLIA, BONO? NOI SIAMO PER CONTINUITÀ

giancarlo giorgetti massimo garavaglia

 (ANSA) - "Noi siamo per la continuità". Così il sottosegretario all'Economia, Massimo Garavaglia, ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto, a margine del congresso di LegaCoop Lombardia, come vede la conferma di Giuseppe Bono al vertice di Fincantieri. "Le cose vanno bene, è una ditta che funziona in tutto il mondo con risultati eccezionali", ha concluso.

 

  1. FINCANTIERI: BONO, MAI ANDATO A CACCIA DI POLTRONE

 (ANSA) - "A me piace fare questo lavoro e se non lo posso fare in Italia lo andrei a fare da un'altra parte. Quello che succede poi non sarebbe più affar mio". Lo ha detto oggi a Trieste l'ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, a margine di una conferenza stampa organizzata in Regione. "Io nella mia vita non sono mai andato a caccia di poltrone - ha proseguito Bono né di stipendi.

 

"Vorrei portare a termine un certo lavoro che ho in testa", ha aggiunto Bono. "Credo di avere dimostrato finora di averlo fatto non per interesse personale, ma del Paese". "Finché la Fincantieri era quella di 20 anni fa - ha ricordato l'amministratore delegato di Fincantieri - non ci voleva venire nessuno. E mi è già capitato quando sono arrivato in Finmeccanica".

 

Fabrizio Palermo Giuseppe Bono

E ora "è uguale. Io me lo aspettavo, perché adesso pensano di venire qui dove trovano tutto fatto". In caso dovesse arrivare la conferma alla guida del Gruppo, Bono ha poi ribadito che "l'azionista propone e l'ultima parola spetta a me". Il lavoro da fare è tanto, rimarca. "Ieri a Monfalcone ho elencato di proposito tutto quello che c'è ancora da fare. Mi viene da ridere che arrivi gente che non sa di cosa si parla. Se si sbaglia investimento poi si riflette sul prodotto", ha poi concluso.

 

 

  1. LA PACE DI VERSAILLES,TRA ROMA E PARIGI TORNA IL SERENO

Paolo Levi per l'ANSA

 

La riconciliazione franco-italiana riparte da Versailles, con i ministri dell'Economia Giovanni Tria e Bruno Le Maire, uniti all'indomani dell'altro emblematico incontro a Milano tra i loro colleghi responsabili della Cultura, Alberto Bonisoli e Franck Riester, e a due giorni dall'intervista di Emmanuel Macron domenica a 'Che tempo che fa'. Altrettanti segni di distensione tra le due sorelle latine dell'Europa, con chiari messaggi di apertura sui dossier Stx-Fincantieri e Tav, dopo mesi di bordate a ripetizione, forse dettate anche da calcoli politici o strategie elettorali nell'imminenza del voto Ue di maggio.

Giuseppe Bono

 

Comunque una situazione senza precedenti, almeno negli ultimi 70 anni, che rischiava di compromettere le relazioni tra due nazioni unite da profondi legami storici, culturali ed economici. Basti pensare al record di collegamenti aerei che uniscono quotidianamente Roma, Milano e Parigi o al fatto che la Francia sia il secondo mercato mondiale per il Made in Italy.

 

"Francia e Italia sono i due Paesi più vicini storicamente, culturalmente e anche affettivamente di tutti i popoli europei. Questa idea stupida e anche un po' nociva" di dividerci è "un'idea che va eliminata 'subito'", ha avvertito Le Maire, intervenendo dinanzi al folto parterre di industriali presenti al secondo forum economico franco-italiano, promosso da Medef e Confindustria al Trianon Palace di Versailles, dopo la prima edizione dell'anno scorso a Roma.

 

macron le maire

"Sono sempre stato convinto che lo scambio, il dialogo e il confronto siano strumenti imprescindibili del nostro stare insieme nell'Unione europea", gli ha fatto eco Tria. Da Le Maire è anche arrivata una messa in guardia circa il ritorno dei nazionalismi in Europa. Un "rischio", ha sottolineato, non solo "politico" ma anche "economico" perché nessun paese europeo, oggi, è in grado di rispondere da solo" alle sfide globali. Basta con "le bugie" di chi dice che "da soli" avremo un "radioso avvenire". Poco dopo, Tria ha tenuto ha puntualizzare che "i Paesi sovranisti sono nel Nord Europa, non nel Sud, e credo che Bruno lo sappia...".

 

Come un riferimento a quanto detto dal collega. Già dal suo arrivo, il titolare di Bercy aveva dato il tono della giornata chiarendo che l'Italia è un Paese "amico" nonché un "partner economico strategico per la Francia e viceversa". Di qui l'appello ad "unire le forze" dinanzi all'avanzata di Usa e Cina. A cominciare da "progetti economici comuni" come l'unione tra Stx e Fincantieri che - puntualizza il francese smentendo ogni ipotetica manovra occulta per insabbiare tutto - "si farà".

 

Da parte di Tria è invece arrivata una rassicurazione sulla Tav: "Ci sono posizioni differenti nel governo ma credo che ci sarà un'evoluzione positiva", ha affermato il titolare del Tesoro. Poco prima, Le Maire aveva ribadito che Parigi è favorevole al progetto, ma è anche in attesa che "l'Italia prenda posizione". L'esponente francese ha poi neutralizzato le voci su possibili mosse franco-tedesche per escludere l'Italia da progetti comuni. Al contrario, ha auspicato che Roma possa unirsi al recente accordo industriale raggiunto tra Francia e Germania.

Giovanni Tria e Bruno Le Maire

 

Un riferimento, in particolare, al progetto franco-tedesco nel comparto automotive per lo sviluppo di batterie al litio in risposta alla concorrenza asiatica con investimenti per 20 miliardi di euro.All'iniziativa, promossa l'altroieri all'Eliseo da Macron insieme ad Angela Merkel, si è aggiunta di recente la Polonia e anche la Spagna potrebbe unirsi.

 

Nel documento congiunto firmato al termine della due giorni, Medef e Confindustria - che hanno spinto fino all'ultimo affinché tra Francia e Italia tornasse al piu' presto il sereno - ribadiscono, tra l'altro, l'importanza della Tav e sottolineano "l'impegno degli imprenditori francesi e italiani nei confronti dei valori fondamentali dell'Europa che sono il nostro bene comune". Per una strana coincidenza la conferenza Tria-Le Maire si è svolta nella stessa sala in cui il 7 maggio del 1919 vennero gettate le basi dell'omonimo trattato che sancì la fine della Prima guerra mondiale. Ma questa è un'altra storia.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...