paradiso fiscale

BRUXELLES CI ROMPE LE PALLE SUI CONTI MA I PARADISI FISCALI IN EUROPA, CIOE’ OLANDA, LUSSEMBURGO E IRLANDA, HANNO FATTO PERDERE ALL’ITALIA 6,5 MILIARDI DI ENTRATE (SI TRATTA DELLO 0,36% DEL PIL, PIÙ O MENO IL COSTO DEL REDDITO DI CITTADINANZA) - CON LA LORO FISCALITA’ PARACULA E ACCORDI PRIVILEGIATI ALLE MULTINAZIONALI, HANNO DRENATO CAPITALI AGLI ALTRI PAESI (35 MILIARDI SOLO A NOI, FRANCESI E TEDESCHI) - TRA I FURBETTI CI SONO ANCHE CIPRO E MALTA…

Marco Bresolin per “la Stampa”

 

I paradisi fiscali costano all' Italia 6,5 miliardi di euro l' anno. E nell' 80% dei casi si trovano all' interno dell' Unione europea. Lussemburgo, Olanda e Irlanda sono i principali Paesi destinatari dei trasferimenti di capitali delle grandi multinazionali, richiamati da un trattamento di favore che l' Ue ancora non riesce a contrastare.

paradisi-fiscali

 

Martedì l' Ecofin analizzerà nuovamente la situazione a poco più di un anno dalla pubblicazione del primo elenco Ue di "giurisdizioni fiscali non cooperative", la cosiddetta blacklist dei paradisi fiscali. Per l' occasione un rapporto di Oxfam fa il conto di quanto costa il "fuoco amico" per i governi europei. Soltanto nel 2015 più di 20 miliardi di euro di ricavi sono sfuggiti alla lente del Fisco italiano. E così sono sfumate imposte per 6,5 miliardi. Si tratta dello 0,36% del Pil, più o meno il costo del reddito di cittadinanza.

 

paradiso fiscale

Le perdite per Francia e Germania sono addirittura superiori in termini assoluti, visto che il rapporto di Oxfam stima minori entrate fiscali pari a 10,1 miliardi di euro per Parigi e addirittura 15 miliardi per Berlino. Se si aggiungono anche i 3,5 persi dalla Spagna si arriva a quota 35,1 miliardi di euro: soldi scippati alle prime quattro economie dell' Eurozona che in realtà non finiscono ai concorrenti, ma vanno quasi totalmente in fumo. I principali tre paradisi fiscali europei offrono "tax ruling" e accordi privilegiati alle multinazionali che trasferiscono lì i loro profitti (circa 187 miliardi di euro l' anno), applicando aliquote molto basse.

 

Nel dicembre del 2017 l' Ue ha adottato per la prima volta una lista nera dei paradisi fiscali, ma ha deciso di passare sotto la lente soltanto i Paesi extra-Ue. Secondo Oxfam, se la lista fosse estesa anche agli Stati membri ce ne sarebbero cinque che non rispettano i criteri utilizzati per giudicare gli altri paradisi fiscali: oltre a Lussemburgo, Olanda e Irlanda andrebbero inseriti anche Cipro e Malta.

MARTIN SELMAYR E JEAN CLAUDE JUNCKER

 

La Commissione europea - attraverso raccomandazioni - ha più volte sollevato la questione con i Paesi in questione. Anche Belgio e Ungheria sono già stati oggetto di richiami, ma le politiche fiscali restano di competenza nazionale e così Bruxelles non ha strumenti per intervenire. La Commissione ha cercato di aggirare gli ostacoli, affrontando il problema dal punto di vista della concorrenza sleale.

 

L' Antitrust Ue è intervenuta per sanzionare le multinazionali, obbligandole a restituire le imposte dovute ai governi con cui avevano siglato accordi (emblematico il caso dei 14 miliardi che Apple è stata costretta a versare all' Irlanda). Ma questo non ristabilisce certo l' equilibrio e non aiuta gli altri Paesi a recuperare le perdite.

 

fisco

Il rapporto stima che ogni anno 600 miliardi di dollari di profitti vengono portati verso paradisi fiscali, il 30% dei quali all' interno della Ue. Per i Paesi sviluppati questo si traduce in una perdita annua di circa 100 miliardi di dollari.

 

Al momento gli Stati sulla lista nera Ue sono soltanto cinque: Samoa americane, Guam, Samoa, Trinidad e Tobago, Isole Vergini americane. Altri 63 sono sulla lista grigia, il che vuol dire che si sono impegnati in qualche modo per rimediare alla situazione. Secondo Oxfam, l' Ecofin dovrebbe aggiungere altri 18 Paesi alla blacklist, ma depennarne parecchi da quella grigia, che scenderebbe a quota 32. In particolare potrebbero essere cancellati nove Stati che secondo l' ong sono "dei veri e propri paradisi fiscali", tra cui le Bahamas, le Bermuda, le Cayman e Panama .

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...