CAIO E I CONTI SENZA L’UE – BOCCIATO IL PIANO DELLE POSTE DI TAGLIARE LA CONSEGNA DELLE LETTERE QUOTIDIANA SUL 25% DEL TERRITORIO – CHI HA INTERESSE A BLOCCARE LA PRIVATIZZAZIONE USANDO BRUXELLES?

La Commissione pretende che la posta sia consegnata tutti i giorni su tutto il territorio, in applicazione di un’esplicita direttiva Ue sul servizio universale che è stata ignorata. Ma l’ha ignorata anche l’Agcom, che ha dato via libera al piano di Caio nonostante una lettera di contestazione della Commissione… -

Condividi questo articolo


Alberto d’Argenio per “la Repubblica

 

Guai in vista per la privatizzazione delle Poste, uno dei pilastri del piano con il quale Renzi e Padoan - insieme alla dismissione di quote di Enel, Fs ed Enav - puntano ad incassare 10 miliardi per risanare i conti pubblici. Solo due giorni fa l’Autorità per le Comunicazioni (Agcom) ha dato il via libera alla riforma proposta dall’amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio, ma da Bruxelles è già arrivata una lettera che mette in dubbio la legalità di uno dei suoi tasselli: il taglio della consegna della posta.

FRANCESCO CAIO ALESSANDRO PROFUMO FRANCESCO CAIO ALESSANDRO PROFUMO

 

Lettere e cartoline secondo il nuovo piano non verranno più recapitate tutti i giorni, come il servizio universale ha sempre previsto, ma ogni quarantotto ore sul 25% del territorio. Una misura giustificata dall’ad con la necessità di risparmiare su un servizio che, anche a causa dell’avvento delle e-mail, ha provocato alle Poste un calo dei ricavi di 300 milioni di euro.

 

La sforbiciata - insieme al taglio di 455 sportelli e all’aumento delle tariffe - è uno dei punti cardine del piano di risparmi messo nero su bianco da Caio per aggiustare i conti di Poste in vista della privatizzazione. Lo ha spiegato direttamente Caio in un’intervista pubblicata lo scorso venerdì dal Sole 24 Ore, lo stesso giorno in cui è arrivato il via libera dell’Agcom: la riforma del «settore recapiti è essenziale non solo per la privatizzazione, ma per la sostenibilità del business », ha affermato l’amministratore delegato.

Francesco Caio Francesco Caio

 

Ebbene, la decisione di non portare più la posta in 4mila comuni italiani, escludendo dal servizio quotidiano circa 15 milioni di italiani, a Bruxelles non piaceaffatto. E la Commissione europea lo ha fatto sapere all’Agcom esattamente un giorno prima che questa approvasse (con la sola astensione del consigliere Antonio Preto) la misura dando il via alla consultazione pubblica di 30 giorni al termine del quale, se non ci saranno intoppi, il piano entrerebbe in vigore.

 

Ma difficilmente tutto andrà liscio, con l’esecutivo comunitario che ha scritto chiaramente che se il servizio giornaliero non sarà ripristinato l’Italia, e dunque le Poste, andranno incontro a una procedura di infrazione europea per violazione della Direttiva sui Servizi Postali. Un intralcio difficilmente superabile per Caio, determinato a quotare le Poste entro il 2015.

 

«Il servizio di posta universale - ricorda la Commissione europea nella lettera indirizzata all’Agcom - garantisce una consegna all’abitazione o alla sede di ogni persona naturale o giuridica ogni giorno lavorativo». Un obbligo, sottolinea Bruxelles, confermato nel 2008 quando le email avevano già impattato sul business postale proprio perché non si tratta di un servizio di mercato ma di un obbligo universale necessario «a garantire il diritto alla comunicazione tra cittadini e per assicurare la coesione sociale e territoriale in tutti i paesi dell’Unione».

 

poste italiane poste italiane

La Commissione europea ricorda che si può derogare al servizio universale solo «in circostanze o situazioni geografiche eccezionali» molto limitate. Adesempio, deroghe a una fetta di popolazione superiore all’1% sono state permesse solo alla Grecia vista l’impossibilità fisica di servire ogni giorno tutte le sue isole. E comunque nel caso ellenico si tratta di un’eccezione che tocca appena il 6,8% della popolazione, non il 25% come avverrebbe in Italia. Per questo la Commissione ribadisce che «la possibilità di derogare a questo obbligo deve rimanere limitata a circostanze e condizioni geografiche eccezionali e non deve essere applicata come eccezione ampia e generalizzata».

 

E conclude chiedendo all’Agcom di inviarle «una valutazione più dettagliata delle circostanze che potrebbero giustificare queste eccezioni». Un linguaggio felpato che si addice a una comunicazione tra Bruxelles e un’Autority nazionale per dire che o la norma sarà cambiata, oppure verrà bloccata da una procedura d’infrazione.

 

poste italiane poste italiane

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…