cassa depositi

CASSA DEPOSITI E PRESTITI, LA NUOVA IRI (O LA NUOVA EFIM) – CENTINAIA DI PARTECIPAZIONI, MA SOLO POSTE ED ENI SPINGONO GLI UTILI – ANCORA BRUCIA LA PERDITA NEL FONDO ATLANTE CHE DOVEVA SALVARE LE BANCHE VENETE: CONFERITI 439 MILIONI, A GIUGNO IL VALORE ERA DI 39 MILIONI – DAI CORRENTISTI POSTALI 340 MILIARDI

 

Vittoria Puledda per la Repubblica

 

cassa depositi prestiti

L' ultima mossa, di ieri, è stata la sottoscrizione di 50 milioni di obbligazioni in favore di Fis, Fabbrica Italiana Sintetici. Solo uno dei mille rivoli che prendono i 340 miliardi di raccolta di Cassa depositi e prestiti, di cui 250 miliardi di raccolta postale. Ma non è certo un caso isolato: ci sono le attività di venture capital (attraverso fondi di fondi) per 125 milioni al 30 giugno, l' investimento nel Fondo QuattroR (obiettivo, rilanciare aziende in momentanea crisi), con un impegno complessivo di 300 milioni, il Mid market Growth Equity fund, dove la cassa ha un impegno per 500 milioni, la piattaforma Itatech (ammessa alle iniziative del cosiddetto piano Juncker) con una contribuzione di 100 milioni da parte della Cassa.

 

COSTAMAGNA GALLIA

E ancora, il Fondo investimenti per il turismo (19 milioni richiamati per il primo investimento nel 2017) ma la Cassa era già presente in alberghi e resort con una joint venture con Rocco Forte. Iniziative parcellizzate, il cui valore strategico è rilevante a livello paese (recentemente Cdp ha investito anche nel capitale di Elite, la piattaforma di Borsa per avvicinare le imprese a Piazza Affari) ma la cui redditività prospettica è ancora difficile da misurare.

 

Rocco Forte

L' elenco completo è sterminato, anche perché accanto agli investimenti ci sono anche gli impieghi del gruppo, che hanno ripreso a correre (+5% rispetto ad un anno fa) e sono stati pari a 13 miliardi nel primo semestre 2017 (la parte del leone la fa il sostegno all' attività di internazionalizzazione delle imprese italiane soprattutto nel settore della difesa, in particolare Fincantieri). Per ora però Cdp il bilancio lo fa con le grandi partite, da Eni, a Poste, a Sia. E negli ultimi tempi sta riacquistando redditività: il primo semestre si è chiuso con un utile netto consolidato di 2,455 miliardi rispetto ai 635 milioni di euro del 30 giugno 2016.

 

A guardarci dentro il "salto" rispetto ad un anno fa ha ragioni abbastanza chiare. Sintetizzando, utili da partecipazioni e buona gestione delle attività fruttifere e passività onerose (quanto si paga la raccolta e a quanto si investe) anche grazie alla miglior remunerazione del conto di tesoreria (cioè di quanto il Mef remunera Cassa per le giacenze): sono questi i principali "capitoli", oltre alla gestione assicurativa, che hanno fatto lievitare i conti della Cassa.

PADOAN

 

La voce degli utili/perdite delle partecipazioni consolidate a patrimonio netto è passata da una perdita complessiva di 350 milioni nel primo semestre 2016 ad un utile di 952. E qui ha giocato un ruolo fondamentale l' Eni, che nel primo semestre 2016 aveva fatto segnare una perdita di 422 milioni, mentre nel primo semestre 2017 ha avuto un impatto positivo per 157 milioni. Ma c' è anche l' arrivo di Poste (35%) nei conti consolidati di Cdp: l' ingresso della società, valutata a patrimonio netto (non essendo una controllata) è stato perfezionato solo nell' ottobre scorso; nel primo semestre 2017 la partecipazione ha "pesato" positivamente per 179 milioni.

 

POSTE ITALIANE

Ed è ancora Poste, indirettamente, a ingrassare il bilancio della Cassa: Cdp infatti ha ceduto a Poste una quota di Sia - in trasparenza - pari a circa il 15%. Ma la quota è detenuta attraverso una sub holding, la Fsia investimenti, di cui la Cassa ha perso il controllo con la vendita a Poste. Morale, per ragioni di criteri contabili (l' iscrizione a fair value), quella partecipazione ha fatto emergere una posta positiva pari a 598 milioni.

 

Di sicuro Cdp, che continua ad essere tirata per la giacchetta su qualsiasi grande intervento di politica industriale, ha raggiunto dimensioni che farebbero impallidire il vecchio Iri, con i suoi 34,6 miliardi di patrimonio netto consolidato. Non tutte le ciambelle sono riuscite con il buco: ad esempio il 12,5% di Saipem è costato complessivamente a Cassa 900 milioni, mentre ora quel pacchetto in Borsa vale circa la metà.

descalzi

 

Un' altra spina nel fianco è la piccola Trevi: business analogo (perforazioni e ingegneria del sottosuolo) e stessi dolori, visto che la quota pari a 16,8% era stata pagata un centinaio di milioni nel 2014 e ora a Piazza Affari vale poco più di 15 milioni. Nella lista nera c' è anche l' investimento in Atlante 1: dal conferimento iniziale di 439 milioni, il valore al 30 giugno era di 39 milioni.

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…