CHE BOCCATA D’ASIA! IL RALLENTAMENTO DELL’ECONOMIA CINESE AFFOSA LE BORSE ASIATICHE CHE SEGNANO IL PEGGIOR CALO DEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI - SPROFONDA SHANGHAI (-8%), MALE ANCHE HONG KONG (-4,63%) E TOKYO (4,61%)

L’economia cinese, motore della crescita globale, ha segnato la crescita più bassa dagli anni Novanta nel 2014 e ha ulteriormente rallentato l’espansone al 7% in ciascuno dei primi due trimestri del 2015. La svalutazione dello yuan è stata letta come la volontà di sostenere l’export mentre il panico è stato alimentato dal crollo dell’indice sul manifatturiero cinese ad agosto…

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BORSA SHANGHAI BORSA SHANGHAI

Da www.lastampa.it

 

Il peggior calo degli ultimi quattro anni per i listini asiatici ancora nella bufera. L’indice di riferimento della regione, l’Asia Pacific Index ha perso il 4,9% - il peggior calo da agosto 2011 - mentre Shanghai (-8,8%) non subiva un tale scossone dal 2007. L’Orso continua a mordere Hong Kong (-4,63%) e Tokyo ha lasciato il 4,61 per cento. Taipei registra la peggior perdita giornaliera con un calo del 7,46%. Nella Corea del Sud, particolarmente esposta al rallentamento dell’economia cinese, l’indice Kospi risulta in rosso del 3%. La scorsa settimana, Seul aveva denunciato un calo dell’export verso Pechino del 12% nei primi 20 giorni di agosto. In Australia l’indice Asx registra la peggior seduta dal settembre del 2011. 

  

IL CONTAGIO IN EUROPA 

Sprofonda in avvio di seduta anche la Borsa di Milano. Il Ftse Mib cede il 3,62% a 20.936 punti. Quattro sospensioni subito dopo aver fatto prezzo per Buzzi Unicem, Moncler, Unipolsai e Yoox fermate in asta di volatilità. Avvio negativo anche a Londra: -2,34% dopo i primi scambi. 

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IL DRAGONE ARRANCA 

L’economia cinese, motore della crescita globale, ha segnato la crescita più bassa dagli anni Novanta nel 2014 e ha ulteriormente rallentato l’espansone al 7% in ciascuno dei primi due trimestri del 2015. La svalutazione dello yuan è stata letta come la volontà di sostenere l’export mentre il panico è stato alimentato dal crollo dell’indice sul manifatturiero cinese ad agosto.

  

LA MURAGLIA FRAGILE 

Tutti speravano che Pechino fosse riuscita a erigere una “muraglia cinese” contro la volatilità delle sue borse. Nel frattempo per sostenere i listini di Shanghai e Shenzhen Pechino ha predisposto alcune misure per riversare più liquidità sui mercati e contrastare l’ondate di vendite. Una delle misure previste è il via libera ai Fondi pensione che da oggi potranno investire sui mercati finanziari. Secondo l’agenzia Xinhua, i fondi pensione cinesi detenevano alla fine del 2014 patrimoni per un ammontare complessivo di 3.500 miliardi di yuan (ovvero 547 miliardi di dollari). Questo significa che i fondi potrebbero riversare sui mercati azionari qualcosa come 164 miliardi di dollari.

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LE MISURE ALLO STUDIO

Sempre sulla linea di creare liquidità, secondo il Wall Street Journal, la Banca Centrale Cinese sarebbe pronta a rendere le banche più liquide riducendo l’ammontare delle riserve che gli istituti sono obbligate a tenere a garanzia dei creditori. Secondo indiscrezioni, la Banca del Popolo potrebbe ridurre di mezzo punto percentuale il rapporto fra investimenti e capitale. La decisione, sempre secondo la stampa americana, sarebbe attesa per fine agosto o comunque al più tardi all’inizio di settembre e potrebbe liberare 678 miliardi di yuan ovvero 106 miliardi di dollari.

 

Che fa la Fed? 

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Quanto alla Fed, l’abbozzo di una “svalutazione competitiva” avviata da Pechino, sembra allontanare verso fine anno, e forse anche all’inizio 2016, la decisione sul rialzo dei tassi. Stante la situazione globale è molto probabile che Janet Yellen aspetti segnali più favorevoli.

 

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