DAGONOTA – Ci si aspettava che volassero gli stracci stamane al funerale di Bernardo Caprotti, il “dottore” dell’Esselunga. La lunga lite che divide le due famiglie, i figli di primo letto Giuseppe e Violetta e la moglie Giuliana con la figlia Marina, non è entrata nella chiesetta di via Verdi, nel monastero restaurato dalla “generosità di Caprotti” come ha detto monsignor Maggioni, che ha officiato di prima mattina il funerale, strettamente privato, alla presenza di circa 200 famigliari, amici di una vita e collaboratori più stretti.
Le due famiglie sono rimaste separate, in prima fila a sinistra la seconda moglie Giuliana e la figlia Marina, con accanto il Presidente di Esselunga Vincenzo Mariconda e l’Amministratore Delegato, Carlo Salza, a destra i figli di primo letto, Giuseppe e Violetta. La salma è stata portata all’altare a spalla dalle fedeli guardie giurate dell’Esselunga dalla vicina abitazione, dove è stata allestita la camera ardente e dove hanno vegliato per l’intera notte Giuliana e Marina.
GIULIANA ALBERA CON IL MARITO BERNARDO CAPROTTI E LA FIGLIA MARINA SYLVIA
Loro, assieme a Salza e Mariconda, hanno assistito Caprotti in clinica nelle ultime ore, dove nella giornata di venerdì era giunta per un ultimo saluto anche la figlia Violetta. "Grazie papà per avermi aspettato, mi hai fatto capire l'enorme amore che c'era tra di noi. Rimarrai sempre nel mio cuore", è stato il messaggio di Violetta letto in chiesa da monsignor Maggioni. Sincero pentimento dell’ultima ora dopo anni di liti e di scontri o strategia alla vigilia dell’apertura del testamento?
Lo sapremo nelle prossime ore, quando il notaio Carlo Marchetti aprirà le ultime volontà testamentali del fondatore dell’Esselunga. In gioco c’è il controllo della società che vale oltre 7 miliardi di euro e occupa 22 mila dipendenti, di cui soltanto 2.600 assunti negli ultimi cinque anni. Una società in sviluppo, efficiente, redditizia che fa gola a molti operatori del settore, multinazionali e fondi di investimento. Secondo le norme successorie, alla moglie Giuliana andrà il 25% della società.
Ai figli la cosidetta legittima, cioè il 50% diviso tra Giuseppe, Violetta e Marina, cioè il 16,6% ad ognuno. Rimane in ballo il 25% il cui beneficiario si conoscerà solo alla lettura del testamento. E’ certo che Caprotti non metterà a rischio la continuità aziendale, già assicurata in questi anni da un management guidato dal fidato Carlo Salza, da 16 anni in azienda, che ha mostrato capacità di risultati e fedeltà ai valori imposti fin dalla fondazione dal “dottore”.
I giochi, dunque, sono aperti. E il corteo funebre con Giuliana e Marina che hanno accompagnato Caprotti al cimitero di Albiate, dove sono sepolti i suoi cari e i genitori che lo hanno lanciato nella cultura imprenditoriale sin dall’inizio del secolo scorso, sarà forse la fotografia della nuova Esselunga.
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