CI VOLEVA LA PROCURA DI TRANI PER SPUTTANARE IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO - ALLA SBARRA SACCOMANNI, TARANTOLA, LUIGI ABETE, MUSSARI, PROFUMO, GHIZZONI E CALTAGIRONE: TUTTI ACCUSATI DI AVER CREATO UN SISTEMA DI TASSI DI USURA CON L’AVALLO DI BANKITALIA -

È la tesi con la quale il pm di Trani, Michele Ruggiero, ha chiuso le indagini e chiederà di mandare a giudizio quasi tutto il sistema bancario italiano. Una battaglia che se dovesse trovare fondamento metterebbe in ginocchio l’intero credito nel Paese: chi ha mutuo sulle spalle potrebbe continuare a pagarlo senza dover corrispondere alcun interesse… -

Condividi questo articolo


Walter Galbiati per ‘La Repubblica’

 

Anna Maria Tarantola Anna Maria Tarantola

Due direttori generali della Banca d’Italia, Vincenzo Desario e Fabrizio Saccomanni, già ministro dell’Economia, due responsabili della Vigilanza bancaria, Francesco Frasca e Anna Maria Tarantola (oggi presidente della Rai). 

 

Ma anche l’ex presidente di Bnl, Luigi Abete, i vertici passati e attuali di Unicredit, Dieter Rampl, Alessandro Profumo e Federico Ghizzoni, Fabrizio Mussari e Francesco Gaetano Caltagirone per Mps, e i numeri uno della Popolare di Bari, il presidente Fulvio Saroli e l’amministratore delegato Marco Jacobini. E con loro molti altri rappresentanti dei consigli di amministrazioni, tutti accusati di aver creato un sistema di tassi di usura con l’avallo della Banca d’Italia. In tutto 62 avvisi di conclusione indagine.

ANNA MARIA TARANTOLA ANNA MARIA TARANTOLA

È la tesi con la quale il pm di Trani, Michele Ruggiero, non nuovo a inchieste ciclopiche e roboanti, ha chiuso le indagini e chiederà di mandare a giudizio quasi tutto il sistema bancario italiano. Una battaglia che se dovesse trovare fondamento metterebbe in ginocchio l’intero credito nel Paese, in quanto permetterebbe a chi possiede un mutuo di continuare a pagarlo senza dover corrispondere alcun interesse.

saccomanni saccomanni

I dirigenti dalla Banca d’Italia e il ministero dell’Economia (Giuseppe Maresca) avrebbero, nelle rispettive cariche, «adottato determinazioni amministrative (leggi circolari e regolamenti, ndr) in contrasto/violazione della legge in materia di usura n.108 del 7/3/1996 così consapevolmente fornendo un contributo morale necessario ai fatti reato di usura materialmente commessi dalle banche». 

 

Secondo l’accusa le banche, «dopo aver utilizzato per il calcolo del cosiddetto T. e. g. (tasso effettivo globale) l’algoritmo indicato da Banca d’Italia che indicava l’incidenza degli oneri e delle commissioni al credito accordato piuttosto che a quello effettivamente utilizzato, avrebbero adoperato anche per la verifica di sussistenza dell’usura, ossia per la verifica del limite tasso soglia previsto dalla legge, il suddetto medesimo algoritmo (tarato sull’accordato) anziché quell’altro algoritmo che rapportava l’incidenza di oneri e commissioni e spese al credito erogato ed effettivamente utilizzato, elaborato per il calcolo del Taeg». 

Luigi Abete Luigi Abete

 

In questo modo venivano segnalati alla Banca d’Italia tassi più bassi entro il limiti dell’usura, che a seconda dei periodi variava tra il 9 e il 20%, mentre ai clienti venivano caricati interessi maggiori. Il reato di usura bancaria continuata e pluriaggravata è stata commessa ai danni di alcune imprese di Barletta, la Costruzioni Crescente con un vantaggio per Bnl di circa 42mila euro e la Best Side per poco più di 2mila euro, la Aligest con un vantaggio per Unicredit di 1.800 euro. Contro Unicredit, giunta Vincenzo Longo per interessi usurari per 9.500 e la Tiesse srl, (2mila euro). Lo stesso Longo ha accusato Mps per 16mila euro. 

 

MUSSARI MARCEGAGLIA MANSI MUSSARI MARCEGAGLIA MANSI LUIGI ABETE ALESSANDRO PROFUMO FEDERICO GHIZZONI GIOVANNI BAZOLI FOTO LAPRESSE LUIGI ABETE ALESSANDRO PROFUMO FEDERICO GHIZZONI GIOVANNI BAZOLI FOTO LAPRESSE IL PM DI TRANI MICHELE RUGGIERO IL PM DI TRANI MICHELE RUGGIERO Premio Guido Carli Fedele Confalonieri con Francesco Gaetano Caltagirone Premio Guido Carli Fedele Confalonieri con Francesco Gaetano Caltagirone

La Popolare di Bari è finita nell’inchiesta per 296 euro di vantaggio usuraio sottratti dalle tasche di Luigi Salvatore Gianfrancesco. Gli interessi e i soldi in gioco sono pochi, ma la posta è grande. L’accusa punta in alto, starà ai giudici stabilire chi ha ragione. Altri nomi illustri finiti nelle indagini per le loro cariche sono gli avvocati Sergio Erede e Berardino Libonati, i tributaristi Guglielmo Maisto e Tommaso di Tanno, i banchieri Fabrizio Palenzona, Paolo Fiorentino, Piergiorgio Peluso, Vittorio Ogliengo, Vincenzo Nicastro, Antonio Vigni.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...