LA CINA È MOLTO VICINA – PEOPLE’S BANK OF CHINA, LA BANCA CENTRALE DI PECHINO, SI COMPRA IL 2% DI BANCA INTESA – IL VALORE DELL’INVESTIMENTO È DI OLTRE UN MILIARDO DI EURO, MA È UNA GOCCIA RISPETTO AI 500 MILIARDI CHE LA BANCA VUOLE INVESTIRE IN GIRO PER IL MONDO ENTRO IL 2020

Tra le motivazioni che potrebbero aver spinto i cinesi verso la Ca’ de Sass c’è l’impegno di Intesa a elargire agli azionisti un monte dividendi da 10 miliardi in 4 anni. L’istituto cinese detiene pacchetti intorno al 2% di Eni, Saipem, Telecom, Generali, Enel, Terna e Prysmian…

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Francesco Spini per “la Stampa

 

Cantiere grattacielo Intesa-Sanpaolo Cantiere grattacielo Intesa-Sanpaolo

Altro che Fondazioni. È la Cina il nuovo socio forte del capitalismo italiano. Perseguendo l’ormai consolidata politica del 2%, la People’s Bank of China, la banca centrale di Pechino, spunta anche nel capitale di Intesa Sanpaolo. Dove, per l’appunto, si palesa con un 2,005%. Stando ai valori dei titoli, cresciuti da inizio dell’anno del 40%, equivale a un investimento da oltre un miliardo di euro. E fa parte di quel programma che vedrà la Repubblica Popolare investire in giro per il mondo 500 miliardi di euro di qui al 2020, con l’idea di diversificare il più possibile il suo ricco portafoglio.

 

Dal gruppo bancario guidato dall’ad Carlo Messina la notizia viene accolta positivamente, perché se non altro - è la lettura che ne viene fatta - è un’ulteriore dimostrazione di interesse da parte degli investitori internazionali che, dall’avvento di Messina, sono passati dal 40 al 56% del capitale. Possibile che ad aver convinto i cinesi a un ingresso in Intesa, oltre alla progressione del titolo, sia stato anche quell’impegno, contenuto nel piano strategico, di elargire agli azionisti un monte dividendi da 10 miliardi in 4 anni.

carlo MESSINA E LADY carlo MESSINA E LADY

 

Ma alla base dell’investimento di Pechino c’è pure la consuetudine di Intesa con il mercato cinese, dove Ca’ de Sass arrivò con un ufficio di rappresentanza, primo tra gli istituti italiani, nel 1981. Nel 2005 con la Bank of China e Simest ha creato la Shanghai Sino-Italian Business Advisory Company per la consulenza alle imprese italiane in Cina.

 

Di lì è stato un crescendo. Eurizon ha il 49% nella società di gestione Penghua Fund Management, senza contare che dal 2006 Intesa, in tema di private equity, insieme con la China Investment Bank e la Export-Import Bank partecipa al fondo Mandarin, specializzato in investimenti incrociati sull’asse Roma-Pechino. Il salto di qualità nel 2008 quando Ca’ de Sass - prima banca ad effettuare un investimento diretto - ha acquistato il 20% di Bank of Quingdao.

People s Bank of China dc fa d ed People s Bank of China dc fa d ed

 

Il nuovo impegno in Intesa non è che l’ultimo tassello dell’impegno della «Banca del popolo» a Piazza Affari. L’ultima incursione risaliva a ottobre, quando Pechino era comparso in Mediobanca col solito 2%. Da alcuni mesi, però, la People’s Bank è scesa sotto tale quota, rendendosi di fatto «invisibile», se non proprio scomparsa da Piazzetta Cuccia. Resta invece in Eni, Saipem, Telecom, Generali, Enel, Terna e Prysmian, per citare le principali.

 

People s Bank of China W People s Bank of China W

Ma l’impegno cinese è fortissimo anche sul fronte industriale. È recente l’operazione con cui ChemChina prenderà il controllo di Pirelli. L’elenco di operazioni che han visto aziende cinese puntare sull’Italia sarebbe lunghissimo. Le prossime? Per esempio c’è è Zte che, secondo indiscrezioni, vuole conquistare la Sirti, marchio storico della tecnologia per le telecomunicazioni.

 

 

 

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