montepaschi big

DIMON VA DA RENZI E JP MORGAN FA IL PADRONE DENTRO MONTEPASCHI - UN CONSIGLIERE: "LA BANCA USA E' ENTRATA IN CASA SENZA BUSSARE". FABRIZIO VIOLA, CONTRARIO ALL'OPERAZIONE, VIENE CACCIATO DA PADOAN - LA RICOSTRUZIONE DELLE ULTIME ORE - L'EX AD ENTRA NEL CDA DEL MILAN: E' TIFOSO SFEGATATO

 

Gianluca Paolucci per “la Stampa

 

«Alla luce delle perplessità espresse da alcuni investitori in vista del prossimo aumento di capitale e d' accordo con la Presidenza del Consiglio, riteniamo opportuno che lei si faccia da parte». E' il racconto che Fabrizio Viola fa ai consiglieri d' amministrazione di Mps della telefonata ricevuta dal ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, secondo varie fonti interpellate.

MPS RENZI PADOANMPS RENZI PADOAN

 

Giovedì 8 settembre il cda di Montepaschi avrebbe dovuto riunirsi per un aggiornamento sui lavori del piano di messa in sicurezza dell' istituto. Fin dalla mattinata i consiglieri sono stati preallertati che non sarà un cda ordinario: Viola, amministratore delegato della banca dall' aprile del 2012, si presenterà a sorpresa dimissionario.

 

Di fronte a una ventina di testimoni (consiglieri, collegio sindacale più i dirigenti ammessi al consiglio), Viola spiega le ragioni della sua decisione: la telefonata ricevuta dal ministro, l' analoga telefonata ricevuta dal presidente Massimo Tononi, il contesto nel quale sono maturate.
 

jamie dimon jpmorganjamie dimon jpmorgan

Sullo sfondo ci sono le tensioni ripetute con Jp Morgan. La banca d' affari Usa, consulente di Mps dal giugno scorso, che in tutta questa vicenda ha assunto un ruolo sempre più preponderante. «Diciamo che sono entrati in banca senza bussare», racconta uno dei più stretti collaboratori dell' ex ad.


Jp Morgan si presenta a Siena nel giugno scorso con una proposta giudicata impraticabile. Nella sostanza, lo scorporo delle sofferenze e la ricapitalizzazione dell' istituto, ma senza l' intervento di Atlante.

 

Poi cambia qualcosa: con l' avvicinarsi della data degli stress test, tra Palazzo Chigi e il Tesoro (che è il primo azionista della banca con poco più del 4%) cresce l' apprensione per lo stato di salute di Mps. Nei palazzi romani si susseguono incontri con banche d' affari e potenziali investitori dei quali a Siena arrivano, ai diretti interessati, solo degli echi lontani.

MASSIMO TONONIMASSIMO TONONI

 

C' è un punto di svolta, che gli interlocutori interpellati non sanno indicare con esattezza, ma che coincide temporalmente con la visita in Italia di Jamie Dimon, numero uno di Jp Morgan. Da allora, riferisce il nostro interlocutore, Jp Morgan sale in cattedra a Siena e impone le sue ricette.
 

Chi pone problemi viene "richiamato" da Roma o messo fuori dalla porta, (in luglio toccò a Ubs, consulente di Mps dal 2012). «Come un malato al quale viene imposta un cura senza che il malato stesso possa chiedere quali medicine sta prendendo», racconta.
 

I motivi di frizione con l' ormai ex ad ma anche con i manager coinvolti e con lo stesso cda sono molti. Dal lungo negoziato sulle commissioni, che inizialmente Jp Morgan voleva slegate dal successo dell' operazione. Fino al nodo del diritto di opzione sull' aumento.

FABRIZIO VIOLAFABRIZIO VIOLA

 

Non è una questione solo tecnica: togliere il diritto di opzione significa azzerare gli azionisti attuali, ma anche fare l' operazione in tempi molto più rapidi, come vorrebbe il governo. In queste discussioni Viola ha fatto «l' interesse della banca e dei suoi azionisti, com' è normale che avvenga in un negoziato», spiega il nostro interlocutore. Né d' altra parte del mancato "gradimento" di potenziali investitori verso L' ad se ne era avuto sentore in banca.
 

Viola ha incontrato «il rappresentante di un grande fondo d' investimento americano ai primi di settembre e hanno parlato anche di questo, ma dall' altra parte sono venute anzi parole d' incoraggiamento per il lavoro svolto». Quindi, aggiunge il nostro interlocutore, «non si capisce perché Viola è stato rimosso in maniera così brusca».

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria  6protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 6

 

E ora il ricambio imporrà per forza di cose uno slittamento dei tempi: il piano industriale era previsto per il 26 settembre, ma il nuovo ad Marco Morelli arriverà solo lunedì a Siena. Facile pensare a uno slittamento di qualche giorno, forse settimana.
 

Viola, che in questi giorni si sta preparando all' uscita, alla domanda se fosse più arrabbiato per l' esito o più sollevato dopo quasi cinque anni passati sopra alla polveriera della più grave crisi bancaria della storia italiana recente, avrebbe risposto "metà e metà".
 

MILAN CINAMILAN CINA

Nei giorni scorsi avrebbe ricevuto l' offerta di entrare nel board del Milan e da tifoso rossonero ci sta pensando seriamente. Difficilmente andrà alla Popolare di Vicenza, come qualcuno sostiene. Se sarà una banca, sarà qualcosa di molto più tranquillo.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…