DURA EX SED LEX – AVEVA ACCUSATO L'EX MOGLIE DI AVERGLI RUBATO IL CONTRATTO DI LAVORO PER AUMENTARE L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO MA NON ERA VERO: L’AD DI ERG LUCA BETTONTE FINISCE A PROCESSO PER CALUNNIA – SECONDO LUI L'EX  CONSORTE AVEVA TRAFUGATO I DOSSIER, MA LEI L’HA CONTRO-DENUNCIATO, E ORA RISCHIA…

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Matteo Indice per “la Stampa”

 

 

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L' oggetto del contendere è il contratto, top secret, d' uno dei manager più pagati d' Italia. L' ex moglie se l' è procurato per irrobustire l' assegno di mantenimento, dimostrando che il marito guadagnava in realtà più di quanto rivelasse al tribunale di famiglia; lui l' ha denunciata sostenendo d' essere stato derubato, ma per i magistrati le accuse sono false. E adesso Luca Bettonte, amministratore delegato dell' azienda petrolifera Erg, finirà a processo per calunnia rischiando da uno a quattro anni.

 

Il giudice ha stabilito che un documento del genere può rientrare nel novero di quelli condivisi dentro una famiglia in tempo di pace. Ed è credibile, sempre agli occhi del magistrato, la consorte quando dice che fu lui a sbandierarlo gaudente, scrivendo un amorevole messaggio a lei e al figlio al momento dell' ingaggio avvenuto tempo fa: «Tutto questo senza di voi non sarebbe stato possibile».

 

Il giallo del computer

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La forma di questa storia, come accade sovente nelle bagarre familiari, è quindi pura sostanza e molto trasversale, non capitando solo tra vip che la definizione della cifra cruda da corrispondere mensilmente si trasformi in una caccia al tesoro. Quali e quante sono le entrate reali del coniuge che dovrà pagare, su quali numeri va insomma proporzionato il bonifico? Chiaro che se di mezzo c' è un capo azienda della risma di Bettonte la contesa rischia di deflagrare in spy-story .

 

Già inserito sul podio dei dirigenti di società quotate più pagati nel 2017 dopo Sergio Marchionne e Flavio Cattaneo (ex ad di Tim, il cui stipendio era dopato da una gigantesca buonuscita) è ora in lizza con i suoi quasi 10 milioni annui per il primato assoluto, avendo come competitor un paio di colleghi. Nel dettaglio è difficile addentrarsi, non essendo mai facile discriminare tra emolumenti e stock option ma insomma: Bettonte è di certo al vertice delle retribuzioni italiane.

 

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L' ad Erg sostiene quindi che la ex Patrizia Barbato abbia trafugato due dossier: il contratto, miniera d' informazioni che le ha permesso d' incrementare gli introiti radiografando nel dettaglio gli emolumenti tra parti fisse, variabili, partecipazioni e aumenti pianificati; e il verbale del consiglio d' amministrazione che lo nominava amministratore delegato. Nel primo caso, ha messo nero su bianco Bettonte in un esposto alla Procura di Genova, il blitz sarebbe stato compiuto intrufolandosi in un computer che sì condividevano, ma con password differenti. Ed ecco materializzarsi, a suo parere, l' addebito di accesso abusivo a sistema informatico.

 

Nel secondo frangente Patrizia avrebbe più semplicemente sfilato da un cassetto la ratifica del cda, e per questo dovrebbe pagare con un processo per furto. Tutto inventato, ribatte la donna che è stata prosciolta dagli addebiti e ha quindi trascinato il tribunale l' ex, sostenendo che la stesse calunniando e contro-denunciandolo.

 

La scelta del giudice

In un classico effetto-boomerang è nata così un' inchiesta su Bettonte, e a palazzo di giustizia il match è stato affidato ai legali Enrico Grego ed Emanuele Canepa (per lei) e Fabrizio Biondo (per lui). Alla fine il giudice Filippo Pisaturo, nonostante in un primo momento il pubblico ministero avesse definito da archiviare pure la posizione di lui, ha certificato la credibilità di Patrizia, ordinando al pm di formulare l' imputazione. E così il top manager finisce in uno - spigolosissimo - processo.

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