1. L’EX CAPO DELL’ENI SCARONI FINALMENTE HA CAPITO DI ESSERE STATO PRESO PER IL CULO DA RENZI E, A CERNOBBIO, LO SBERTUCCIA: “LA SITUAZIONE? DISASTROSA. SIAMO IN MANI ALTRUI. SE IL NEW YORK TIMES SCRIVE CHE RENZI È UN PIRLA, VA A CASA”. RENZI È UN PIRLA? “NO. MA HA FATTO IL GANASSA. E ORA DEVE PASSARE AI FATTI. IL BANCO DI PROVA SARÀ LA RIFORMA DEL LAVORO. SE LA FA DAVVERO, LA SUA CREDIBILITÀ CRESCE. ALTRIMENTI...” 2. BRUNETTA: “PRODI AVEVA CIAMPI ALL’ECONOMIA, NAPOLITANO AGLI INTERNI, ANDREATTA ALLA DIFESA. RENZI HA LA MADIA”. CHE LE HA FATTO LA MADIA? “NON SA NIENTE. NIENTE!” 3. COME NASCE E A CHE SERVE IL SANREMO DEI SALOTTI BUONI A VILLA D’ESTE: 10 MILA EURO PER ASSISTERE A TUTTI GLI EVENTI, RIGOROSAMENTE A PORTE CHIUSE, ALTRIMENTI IL NON PAGANTE (IL GIORNALISTA) VIENE PARCHEGGIATO NEI GIARDINI. FRA GRISAGLIE E MENAGRAMI

1. RENZI E LA DIFFIDENZA (RICAMBIATA) DI BANCHIERI E MANAGER

Aldo Cazzullo per Corriere della Sera

 

scaroni scaroni

«Non parla neanche con il governatore Visco, figuratevi se considera noi» dice un habitué di Cernobbio. Renzi non va nei «salotti buoni», oggi verrà qui in Lombardia ma in visita a un rubinettificio, «da chi investe soldi veri».

 

Al Workshop Ambrosetti ci sono però i suoi nominati - Starace, Marcegaglia, Grieco, Caio - e i suoi trombati. «I’m a very important man!» dice, certo scherzando, l’ex capo dell’Eni Scaroni a un giornalista straniero, porgendogli il suo biglietto da visita. «La situazione? Disastrosa. Siamo in mani altrui. Se il New York Times scrive che Renzi è un pirla, va a casa». Renzi è un pirla? «No - si fa serio Scaroni -. Ma ha fatto il ganassa. E ora deve passare ai fatti. Il banco di prova sarà la riforma del lavoro. Se la fa davvero, la sua credibilità cresce. Altrimenti...».

scaroni e renzi spl scaroni e renzi spl

 

Insomma, il premier è atteso al varco. Per sua fortuna, c’è qui anche Renato Brunetta, suo grande estimatore: «Renzi è il peggior presidente del Consiglio della storia unitaria, a parte Monti, che è fuori concorso». Il Professore, a Cernobbio tradizionalmente molto omaggiato, arriva malinconico a tarda sera vestito di grigio, sotto una pioggerella autunnale, nel disinteresse dei presenti: oggi lo attende una mattinata di ex - Barroso, Almunia, Trichet, Prodi, ulteriormente moderati da Enrico Letta - il cui tema è, non a caso, «realizzare le riforme».

 

Nel 1999 qui venne Aznar, Silvio Berlusconi disse che bisognava fare la riforma del lavoro sul modello spagnolo. Sono le stesse frasi che ricorrono oggi, quindici anni dopo. Berlusconi tornò a Cernobbio nel 2005, per un passaggio memorabile: arrivò in elicottero, unico senza cravatta a parte i sommozzatori in muta che vigilavano dal lago, rivendicò di aver fatto incontrare Putin e gli ayatollah, corteggiò Paola Saluzzi, e previde che l’Italia era attesa da un periodo di formidabile sviluppo.

 

cern31 renato brunetta titticern31 renato brunetta tittiENRICO LETTA A CERNOBBIO ENRICO LETTA A CERNOBBIO

In sala c’era Romano Prodi, che ribatté: le riforme della giustizia e del lavoro le faremo noi. Si attende da allora. Brunetta: «Meglio che non le faccia Renzi. Quel che tocca, peggiora. Palazzo Chigi non esiste più: lui ha fatto fuori tutti. Il risultato è che i provvedimenti sono scritti malissimo, pieni di strafalcioni. Gli uffici legislativi del Quirinale sono disperati: devono riscrivere ogni parola».

Non che il premier stia così antipatico a tutti. Non a Francesco Merloni, ad esempio. «Non lo conoscevo. Mi chiamano dalla sua segreteria con tre giorni di preavviso e mi dicono: il presidente del Consiglio farà visita alla vostra fabbrica in Vietnam. Mi scapicollo in Vietnam. Il mattino riunione in ambasciata, ci sono anche Colaninno e una ventina di colleghi. Dico che noi imprenditori siamo accusati di delocalizzare, invece internazionalizziamo le nostre imprese: sono due cose molto diverse.
 

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Renzi all’apparenza è distratto, annoiato. Poi nello stabilimento prende la parola e dice: “Voi imprenditori siete accusati di delocalizzare, invece internazionalizzate le vostre imprese: sono due cose molto diverse...”. Una spugna. Lo stesso discorso l’ha rifatto altre quattro volte in Cina».

 

E l’amministratore delegato di Google Italia, Fabio Vaccaroni: «Renzi ha riacceso interesse attorno al nostro Paese, non è vero che non contiamo nulla: Eric Schmidt, il mio presidente, vuol sempre venire qui da noi. Ora però il premier dovrebbe fare qualche riforma che all’estero riusciamo a spiegare. Se agli americani parlo di flessibilità del lavoro, mi capiscono. Se parlo di bicameralismo perfetto e superamento del Senato, mi guardano con gli occhi sbarrati». Arriva Prodi. Brunetta: «Romano aveva Ciampi all’Economia, Napolitano agli Interni, Dini agli Esteri, Andreatta alla Difesa. Renzi ha la Giannini e la Madia». Che le ha fatto la Madia? «Non sa niente. Niente!».

 

MATTEO RENZI ROMANO PRODIMATTEO RENZI ROMANO PRODI

Arriva il grande vecchio Shimon Peres, che discute con John McCain la sua visionaria e geniale idea di un’Onu delle religioni per fermare le guerre. Più modestamente, gli ospiti italiani discutono la profezia di Berlusconi: «Sosteniamo Renzi, altrimenti arrivano la troika e i prelievi dai conti correnti». «Magari arrivasse la troika...» mormora un banchiere.

 

Spiega però l’ex ministro dell’Economia Grilli di aver rifiutato a suo tempo il commissariamento perché «non sarebbe servito a nulla. Si prendevano la nostra sovranità in cambio di 80-90 miliardi. Ma cosa ce ne facciamo di 80-90 miliardi?». Tremonti da Renzi si considera lusingato: «Mi copia. Ha proposto di mandare in tv i film in inglese in prima serata e di detassare i piccoli lavori condominiali.

Rivendica il primato della politica sulla burocrazia. Dovrei chiedere il copyright». Poi l’ex ministro si fa serio: «Il problema non è la burocrazia; è la matematica. Non è un caso che tutti i premier, compresi Monti e Letta, siano caduti sulla finanziaria: mica erano tutti sciocchi. I numeri non li cambiava neppure Stalin. Dove li trova Renzi 20 miliardi di tagli, in un bilancio che - interessi a parte - è già in attivo?».

 

GIANROBERTO CASALEGGIO AL FORUM AMBROSETTI DI CERNOBBIO GIANROBERTO CASALEGGIO AL FORUM AMBROSETTI DI CERNOBBIO

Lei fece i tagli lineari. «E feci bene: sono gli unici che hanno funzionato. Lo dice pure Cottarelli». Passa Umberto Veronesi: «Mai visto Renzi in vita mia. Mi pare giovanilmente spregiudicato. Ma un po’ di spregiudicatezza giovanile in questa Italia ci vuole».

Gnudi, ministro con Monti, ora commissario all’Ilva: «Renzi deve costruirsi una squadra. Non è che può passare le notti a lavorare da solo con Delrio». Arriva Enrico Letta. Brunetta: «In Europa si poteva piazzare lui. Invece Renzi ha messo la Mogherini, giovane priva di esperienza, in un posto che non conta nulla e conterà meno di prima. Lady Ashton aveva dietro l’eredità dell’Impero britannico. La Mogherini dietro che cosa ha? L’Italietta di Faccetta Nera ?».

Alessia Ferruccio e Vittorio GrilliAlessia Ferruccio e Vittorio Grilli


Nella discussione sulle riforme si apre talora uno spiraglio di speranza. Claudio Costamagna, l’ex banchiere più vicino a Prodi, ora presidente Impregilo, dice che «le nostre potenzialità sono enormi. E non solo per le cose che si dicono sempre: arte, bellezza, cultura, made in Italy . Per i nostri talenti. Abbiamo ragazzi che a Londra e in Germania si sognano. Basterebbe poco per ripartire: una giustizia con regole e tempi certi, un mercato del lavoro moderno. Il premier si muova».

 

«Il problema - conclude Grilli - è che le riforme gli italiani non le vogliono. Il Paese non vuole cambiare: tra garanzie e opportunità, sceglie sempre le garanzie». Brunetta: «Ma che vi importa se Renzi non è venuto?».

 

2. SCUSI, QUANTO VUOLE PER CERNOBBIO?

di Michele Masneri per Il Foglio

 

Villa Erba Cernobbio  Concorso eleganza Villa d'EsteVilla Erba Cernobbio Concorso eleganza Villa d'Este

Il pezzo su Cernobbio. Sembra facile. Chiamo subito due o tre giornalisti economici bon vivant che conosco e che immagino per anni appollaiati attorno alla piscina del Grand Hotel Villa d’Este, in attesa che qualcuno degli ospiti internazionali (un israeliano e un palestinese, al clou, come Shimon Peres e Yasser Arafat, nel 1999) esca in pausa sigaretta o caffè. “Ma io non ci sono mai stato”, risponde il primo. “Mai andato”, il secondo. “Una volta negli anni Novanta, mi pare”, il terzo.

 

MARIO MONTI AL FORUM AMBROSETTI A CERNOBBIO MARIO MONTI AL FORUM AMBROSETTI A CERNOBBIO

Ci si immaginava presenze fisse in questa piccola Davos manzoniana appollaiata sul lago di Como, invece: che delusione. Tante misure di sicurezza e tanto sussiego, intanto. Un’agenzia minacciosa informa di un “superlavoro per gli agenti della questura di Como. Dal 4 al 6 settembre in occasione dello svolgimento dello Studio Ambrosetti a Cernobbio, gli sportelli dell’ufficio passaporti, porto d’armi e licenze rimarranno chiusi. La chiusura degli uffici si rende necessaria per utilizzare il personale su più eventi concomitanti”.

 

beniamino andreatta giorgio napolitano fto studio ambrosetti beniamino andreatta giorgio napolitano fto studio ambrosetti

Minacciose anche le prescrizioni dell’ufficio stampa Ambrosetti: “Ai fini della correttezza dell’informazione, qualora desiderasse effettuare servizi su questo evento, l’indicazione corretta è la seguente: Workshop The European House-Ambrosetti a Villa d’Este; anziché Workshop di Villa d’Este oppure Workshop di Cernobbio oppure Convegno di Cernobbio”:

villa d\'estevilla d\'este

 

altre spiegazioni, come in un dialogo di Sorrentino: “Infatti questo Workshop si svolge a Villa d’Este di Cernobbio ma potrebbe benissimo svolgersi altrove, così come a Villa d’Este di Cernobbio si realizzano altre riunioni che non ci coinvolgono”. E poi l’amico giornalista bon-vivant: “Ah, ma infatti, a pensarci, io ero stato al forum di Confcommercio, in realtà, sempre a Villa d’Este”.

 

 

La novità di quest’anno, del convegno, pardon, workshop, quarantesima edizione, è naturalmente che il premier asociale non partecipa. Non è la prima volta: un altro premier a volte asocialissimo, Silvio Berlusconi, saltò dal 2008 al 2011. Il premier asociale è stato criticato un po’; tra gli altri, dall’industriale Alberto Bombassei ieri su Repubblica, secondo cui Cernobbio non è un salotto buono ma invece “ci si ritrova tra imprenditori che indossano le tute blu come i loro dipendenti”.

 

Mario Monti con la moglie Elsa a CERNOBBIO Mario Monti con la moglie Elsa a CERNOBBIO

E forse ha davvero ragione: la piccola Davos, secondo chi c’è stato, è sempre più popolata da piccoli e medi imprenditori che smaniano per vedere da vicino un ministro o un amministratore delegato. Era così dai tempi di Gianni Agnelli; il mood un po’ da Sanremo dell’economia era: tornare nelle proprie Vicenza o Messina dicendo “l’Agnelli mi ha detto”, o “il Romiti mi ha detto”; il business del workshop pare infatti fondato sulle aspirazioni del piccolo-medio imprenditore, che paga (tra i dieci e i ventimila euro, la cifra è misteriosa) per incontrare un ministro, dire una parolina all’orecchio del sottosegretario, subire per contrappasso la lezione di Jeremy Rifkin sull’economia a idrogeno.

 

NAPOLITANO A CERNOBBIO NAPOLITANO A CERNOBBIO

Il business funziona, decisamente: qualche giorno fa lo studio Ambrosetti ha mostrato i bilanci 2013, con 26,7 milioni di ricavi e un utile netto di 2,3 milioni, grazie soprattutto al business della consulenza d’impresa, ma è chiaro che il workshop dà assai lustro alla casata. E’ stata la geniale intuizione del Cavalier Alfredo Ambrosetti, nato a Varese nel 1931, che ha fondato nel 1965 il suo studio di consulenza, e nel 1975 il convegno di Cernobbio (il workshop, mannaggia), modificando poi la formula col tempo: all’inizio lo studio ospitava tutti gratis, poi si puntò sulle velleità e sulla logica del privé.

 

Oggi infatti il pagante può assistere a tutti gli eventi, con speaker blasonati e internazionali, rigorosamente a porte chiuse, mentre il non pagante (cioè il giornalista) attende nei giardini patrizi che qualcuno esca, per strappare un’intervista o un “a margine”. Nel mezzo tra il pagante e il non pagante, il limbo di uffici stampa e pr che godono di tariffe agevolate e fanno il loro lavoro di lobbying: perché qui “si fa lobbying: è tutto qui il successo del forum”, dice un non pagante.

 

Nouriel Roubini e moglie CERNOBBIO Nouriel Roubini e moglie CERNOBBIO

Mentre si attende tra gli augusti specchi e stucchi del villa d’Este, già residenza di Carolina di Brunswick consorte del principe di Galles, si fa più che altro vip watching: una volta si guardava soprattutto in alto, attendendo l’Avvocato dal cielo, fino all’eliporto privato dell’hotel; Umberto Agnelli invece venne una volta in Panda, per fare il minimalista: non fu riconosciuto, fu bloccato.

 

Altri eventi memorabili: nel 2008 Abu Mazen per rispettare il Ramadan si fece trasportare da un barchino in mezzo al lago, per saltare il pranzo peccaminoso in terrazzo. Oggi qualcuno cerca George Clooney, che sta girando proprio in questi giorni a Cernobbio l’ultima serie dei suoi spot per il caffè. Poi verrà sostituito, da un attore più giovane.

GIANROBERTO CASALEGGIO ROBERTO NAPOLETANO FABRIZIO SACCOMANNI AL FORUM AMBROSETTI DI CERNOBBIO GIANROBERTO CASALEGGIO ROBERTO NAPOLETANO FABRIZIO SACCOMANNI AL FORUM AMBROSETTI DI CERNOBBIO

 

I veri vip in realtà ci vogliono stare meno tempo possibile: Agnelli arrivava pochi minuti prima dei suoi speech e trasvolava immediatamente; dieci anni fa invece Silvio Berlusconi arrivò in elicottero e subito ripartì alla volta delle vicine isole Borromee dove si celebrava il matrimonio tra John Elkann e Lavinia Borromeo.

 

ENRICO LETTA A CERNOBBIO jpegENRICO LETTA A CERNOBBIO jpeg

Altre nozze prestigiose furono invece proprio qui al Villa d’Este tre anni fa, tra Corrado Passera allora numero uno di Intesa e Giovanna Salza. Del resto Passera, che ha rimproverato Renzi di non essere venuto, possiede una piccolissima quota nel Villa d’Este, dunque parve naturale sfruttare le sinergie dell’alloggio; e l’autore di “Io siamo” non manca mai neanche al forum (pardon, workshop), forse anche per controllare lo stato manutentivo dei luoghi e delle suppellettili.

 

Brunetta con la moglie CERNOBBIO Brunetta con la moglie CERNOBBIO

Quest’anno per la seconda volta c’è invece anche Gianroberto Casaleggio; forse non a conoscenza che in questo hotel si tennero due riunioni del famigerato Bilderberg: una prima nel 1965, presenti Bernardo d’Olanda, Gianni Agnelli, Guido Carli, e un’altra nel 1987 con Romano Prodi, sempre Agnelli, Carlo Azeglio Ciampi, e Mario Monti. Monti è presenza fissa dalle prime edizioni: Alfredo Ambrosetti è un suo fan scatenato. Al “Bilderberg delle tute blu” di oggi, invece, ci sono il ministro dell’Economia Padoan, Maria Elena Boschi (Riforme), Giuliano Poletti (Lavoro, con un faccia a faccia col suo collega tedesco Jörg Asmussen), Maurizio Lupi (Infrastrutture), Beatrice Lorenzin (Sanità), Stefania Giannini (Istruzione), Federica Guidi (Sviluppo economico, a parlare di competitività e crescita con l’ad di Fca ex Fiat Sergio Marchionne).

FEDERICO GHIZZONI A CERNOBBIO jpegFEDERICO GHIZZONI A CERNOBBIO jpeg

 

E poi tanti europei: il presidente dell’Unione José Barroso, il vice Joaquín Almunia; il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, il commissario finlandese Jyrki Katainen, più alcuni classici ospiti del forum, il premio Nobel Shimon Peres e il senatore americano John McCain, tipo i superospiti di Sanremo.

 

E poi tre ex premier: Romano Prodi, naturalmente Mario Monti e Enrico Letta. “E la sera, tutti al vespro”, dice un non pagante che partecipa a questa quarantesima edizione. “Il vespro, e poi a cena”. Il vespro sarebbe il dibattito serale di quest’anno tra Letta e il cardinale Ravasi. Ma la sera, poi, dopo, che si fa? I più accorti e in salute fuggono dalla capsula del Villa d’Este, verso Como, verso la vita; le signore son sempre poche (Enrico Letta in passato, dopo essersi allontanato per andare a messa, rilasciò turbate dichiarazioni sulla scarsità di quote rosa a Cernobbio).

Il ministro Cancellieri con il marito CERNOBBIO resize Il ministro Cancellieri con il marito CERNOBBIO resize

 

Bonissime invece le hostess, dice una fonte sessista. Per il resto, qui nella Sanremo dell’economia le giornate scorrono placide: eleganti camerieri in livrea annunciano l’inizio delle sessioni di lavoro, che sono fittissime e partono presto la mattina, con dei giganteschi gong, suonati dal personale come in “Downton Abbey” quando sono pronti i pasti.

 

Ma qui i gong sono più grandi, e spesso il rumore dello strumento bronzeo impalla e sovrasta le voci degli intervistati nelle interviste, spesso da rifare. Il gong è anche l’ossessione di paganti e non paganti: il primo giorno il gong è rispettatissimo, nei giorni seguenti sempre meno, fino a una sindrome da ultimo giorno di scuola: la domenica finale, del gong se ne fregano tutti, il super guru e il banchiere di provincia, nessuno ha più voglia di stare lì dentro a sentire le profezie internazionali, si vuole soprattutto socializzare e cazzeggiare.

 

Tra gli atout del forum (workshop) di Cernobbio: la consueta conferenza jettatoria di Nouriel Roubini – per gli appassionati di horror macroeconomici, che spaventa ma piace sempre tanto. I dolci – molto rinomata la pasticceria, soprattutto una certa torta mimosa preparata dal pasticciere dell’hotel.

 

cernobbio - villa este cernobbio - villa este

E la grande piscina azzurra aggettante sul lago, oggetto del desiderio proibito: molti vorrebbero usufruirne, ma parrebbe brutto. Invece ci sono sempre dei turisti fuori stagione, texani o arabi, che son lì a fare il bagno (l’hotel rimane aperto al pubblico), e nuotano, molto stupiti di vedersi intorno tutte queste grisaglie e doppipetti, e molto invidiati per la loro libertà balneare; anche perché fa sempre molto caldo in questo scampolo di estate nella conca del Villa d’Este. I poveri paganti a bordo piscina commentano: “Un po’ sottotono, quest’edizione, un po’ sottotono”; ma pare che lo dicano da almeno trent’anni.

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