IN FED WE TRUST - LA YELLEN NON SEMBRA VOLER ALZARE ANCORA I TASSI: DOPO BREXIT MEGLIO SOPRASSEDERE. MA LE BORSE FATICANO A RIMBALZARE: MILANO +0,3%

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Raffaele Ricciardi per “Repubblica.it

 

 

MARK CARNEY JANET YELLEN MARIO DRAGHI MARK CARNEY JANET YELLEN MARIO DRAGHI

Ore 16:00. I verbali dell'ultima riunione della Federal Reserve, pubblicati nella serata di mercoledì, non hanno lasciato trasparire alcuna intenzione da parte della Banca centrale Usa di accelerare i tempi per il secondo rialzo dei tassi, dopo quello del dicembre scorso. I listini ne hanno preso atto come un segnale di prolungamento del sostegno di Washington a questa fase delicata di superamento delle incertezze legate alla Brexit, sebbene molti mercati (a cominciare da Wall Street) siano già stati capaci di segnare nuovi record.

 

 

A testimonianza di questa interpretazione dei verbali c'è la buona performance delle Piazze emergenti e il calo del dollaro, sintomi di una rinnovata propensione al rischio da parte degli investitori.

 

LA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK LA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK

I toni contenuti nelle minute della Fed, nota Bloomberg, sono molto più accomodanti rispetto alle ultime uscite del banchiere centrale di New York, William Dudley, che aveva solo poche ore fa aperto alla possibilità di un rialzo dei tassi già da settembre. All'agenzia Usa, lo strategist Rodrigo Catril della National Australia Bank sintetizza così le diverse posizioni emerse da Washington: "Il messaggio sembra essere che una stretta a settembre è possibile, ma non avverrà finché non ci sarà consenso nel board sulle prospettive di crescita, mercato del lavoro e inflazione. E a giudicare dagli ultimi dati, si può dedurre che un innalzamento dei tassi non è così imminente".

 

Anche la Bce ha pubblicato stamane i verbali della sua ultima riunione, nella quale si è ribadito che i rischi sono cresciuti con Brexit, ma che è ancora prematuro valutarne pienamente gli impatti. Nel mirino la "vulnerabilità delle banche", in particolare quelle gravate da prestiti problematici (riferimento all'Italia), mentre al mercato si chiarisce che la Bce non vuole alimentare aspettative indebite su futuri nuovi interventi.

 

I listini europei, reduci da una giornata di debolezza con Milano in maglia nera, faticano a rimbalzare. Piazza Affari torna in leggero rialzo (+0,3%) con l'avvio dell'operatività negli Stati Uniti. Incerte le altre Piazze: Franconforte segna +0,3%, Parigi sale dello 0,1% e Londra è invariata.

 

QUANTITATIVE EASING DRAGHI QUANTITATIVE EASING DRAGHI

Sul listino milanese si muove in rialzo Mediaset, sulle speranze di un nuovo accordo con Vivendi, e anche Rcs è bene intonata di nuovo sopra 1 euro di valore; debole invece il settore bancario. Lo spread tra Btp e Bund è poco mosso a 116 punti con un rendimento all'1,1%. Come accennato, il biglietto verde s'indebolisce e guadagna l'euro, che si porta in rialzo a 1,1315 dollari da 1,1284 della chiusura di ieri a Wall Street. Lo yen scambia a 113,5.

 

Il Regno Unito sorprende con un dato positivo per le vendite al dettaglio a luglio, quindi dopo il referendum sul divorzio dalla Ue: sono cresciute dell'1,4% mensile e del 5,9% su anno. Il dato è molto oltre le attese che si aspettavano una variazione congiunturale nulla e una crescita tendenziale del 4,2%. Il mese precedente le vendite al dettaglio erano calate dello 0,9% congiunturale.

 

predicatore a wall street predicatore a wall street

Dalla Bce è emerso che l'avanzo delle partite correnti della zona euro è sceso a giugno a 28,2 miliardi, minimo da quattro mesi. A luglio l'inflazione annua dell'Eurozona è stata confermata da Eurostat allo 0,2%, in risalita dallo 0,1% di giugno. Stesso tasso per la Ue. Da segnalare il calo del tasso di disoccupazione in Francia, che si era stabilizzato all'inizio di quest'anno, ed è sceso di 0,3 punti nel secondo trimestre, al 9,6% della forza lavoro metropolitana e al 9,9% nell'intero Paese.

 

Più rilevanti i dati Usa, con Wall Street che tratta poco mossa: il Dow Jones cede lo 0,07%, lo S&P arretra dello 0,06% e il Nasdaq perde lo 0,1% a 5.223 punti. Le richieste di sussidi per la disoccupazione sono calate di 4.000 unità a 262.000, facendo meglio delle attese degli analisti: il dato si attesta in media sotto quota 300.000 Da 76 settimane, la serie migliore dal 1973. In linea con le stime, invece, il progresso di 2 punti dell'indice manifatturiero della Fed di Filadelfia di agosto. Ancora, il superindice dell'economia, redatto dal gruppo di ricerca privato Conference Board, è salito dello 0,4% a 124,3 punti, in linea con le previsioni degli analisti.

 

WALL STREET WALL STREET

A giugno il dato era salito dello 0,3%, mentre a maggio era calato dello 0,2%. Il Giappone ha registrato, a luglio, un balzo del surplus della bilancia commerciale sopra le attese: avanzo di 513,5 miliardi di yen (4,5 miliardi di euro) contro un deficit di 261,4 miliardi dello stesso mese dello scorso anno. In calo per il decimo mese consecutivo, però, le esportazioni.

 

In mattinata i listini dell'area asiatica hanno trattato misti, dopo la spaccatura emersa all'interno del Comitato Federale della Fed sull'opportunità di rialzare i tassi nell'anno. Tokyo (-1,55%) ha proseguito la corsa al ribasso, appesantita dalla 'quota 100' a cui si è avvicinato il rapporto fra yen e dollaro. In calo anche Sidney (-0,49%), mentre se la sono cavata meglio Seul (+0,57%) e Taiwan (+0,05%). Ancora più brillante Hong Kong (+1%), mentre Shanghai (-0,17%) ha trattato debole.

 

Tra le materie prime, il prezzo del petrolio torna in rialzo, dopo il calo superiore alle previsioni delle scorte settimanali Usa. Il Brent torna sopra i 50 dollari al barile e il Wti sale dell'1,3% portandosi a 47,4 dollari. In crescita per il terzo giorno l'oro, che si avvantaggia del calo del biglietto verde e si riporta sopra 1.350 dollari l'oncia.

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