FIAT LUX – MARPIONNE: “LA FUSIONE È UNA STORIA DI SUCCESSO”, CINA E BRASILE LE PROSSIME SFIDE – “LASCIO FRA QUATTRO-CINQUE ANNI”. PER L’EREDITÀ “IN CORSA MENO DI DIECI PERSONE”

Paolo Mastrolilli per “lastampa.it

 

sergio marchionnesergio marchionne

La fusione tra Fiat e Chrysler è una storia di successo, che ha fatto bene ad entrambe le società, creando un gruppo globale nord americano, con una significativa presenza in Europa e America Latina. Lo ha detto il ceo di Fca, Sergio Marchionne, nel colloquio di ieri sera con il direttore di Automotive News, che ha concluso la sua partecipazione e quella di John Elkann al Salone dell’auto di Detroit. «I risultati che abbiamo ottenuto - ha commentato Elkann - sono molto importanti e positivi per l’Italia e per Torino». 

 

Marchionne ha detto che non ha alcun rimpianto per la scelta fatta, che ha consentito di sfruttare al meglio le capacità della Fiat, aprendole il mercato americano, e quelle della Chrysler, trasformandola in un vero «marchio globale».

 

John Elkann John Elkann

Gli esempi più significativi sono quelli dell’Alfa Romeo, che sta tornando negli Usa, e della Jeep, che ora è presente in Europa con tutta la sua gamma, ha cominciato a produrre nella nuova fabbrica di Pernambuco le Renegade che venderà in Brasile a partire dalla primavera, e si prepara a fare altrettanto in Cina. Il pubblico italiano, secondo il ceo di Fca, ha compreso che «senza Chrysler il futuro di Fiat sarebbe stato più dubbioso».  

 

Le scommesse più interessanti in corso sono proprio quella del Brasile, «dove ormai la Fiat è un marchio locale di origini italiane», e della Cina, «dove siamo arrivati tardi, ma non troppo tardi». Nessun rimpianto, invece, per la rinuncia al mercato russo, che viene considerata temporanea.

 

Ora però bisogna continuare a guardare avanti, verso i consolidamenti necessari a risparmiare sulle grandi quantità di capitali richieste per lo sviluppo delle compagnie automobilistiche. Marchionne ribadisce che queste operazioni «non dovranno necessariamente avvenire durante il mio mandato», ma andranno fatte. E parlando del proprio mandato, ribadisce che «me ne vado fra quattro-cinque anni».

 

Quindi tranquillizza il direttore di Automotive News, che sembra scettico sulla possibilità che si ritiri davvero: «Ci vorranno ancora quattro anni interi prima che me ne vada. Ricorda quante cose sono accadute alla Chrysler, negli ultimi quattro anni». La selezione del successore però è già avviata, e «in corsa ci sono meno di dieci persone». 

ferrari star a los angeles, festa per i 60 anni in usa 5ferrari star a los angeles, festa per i 60 anni in usa 5

 

Il ceo di Fca ribadisce che il calo del prezzo del petrolio non lo preoccupa, e non vede un futuro immediato per le auto senza guidatore. Poco prima di lui, davanti a questa stessa platea ha parlato Elon Musk, che oltre a rilanciare i programmi del suo marchio di auto elettriche Tesla, ha illustrato il progetto spaziale di colonizzare Marte. Marchionne invece resta con i piedi per terra: «Mi piace la tecnologia, ma bisogna arrivare alle cose per tempo. Io credo che la gente voglia ancora guidare le sue auto».  

 

Il ceo di Fca parla della Ferrari, dicendo che «prima o poi capita a tutte le aziende di diventare pigre. Nel settore delle auto per i passeggeri va fortissimo, ma in quello delle competizioni no, e questo è il suo dna. La stagione 2014 è stata disastrosa».

 

Quindi il nuovo leader di Maranello concede che Luca Cordero di Montezemolo «ha fatto un grande lavoro, ma era il momento di cambiare. La stagione 2015 sarà interessante, perché le nuove regole ci consentiranno di lavorare sul motore nel corso dell’anno. Aspettiamo di iniziare». Quello che invece non si discute, anche in vista della prossima quotazione, è l’unicità della Ferrari: «La sua esclusività non va toccata. E deve essere fatta in Italia, altrimenti è una bestemmia». Nessuna intenzione, ad esempio, nel seguire la Porsche che ora fa gli Suv e le quattro porte: «No, noi abbiamo altri marchi che possono competere in questo settore. La Ferrari no».

jeep renegadejeep renegade

 

Uno di questi brand, oltre alla Maserati che è stata premiata da Automotive News per come l’anno scorso ha saputo conquistare clienti strappandoli alla concorrenza, è proprio l’Alfa. Su questo marchio, il ceo fa una precisazione chiave: «Ricordatevi che è l’azienda dove ha cominciato a lavorare Enzo Ferrari. Ha una storia e delle potenzialità enormi».  

 

Marchionne si concede anche qualche confessione personale: «Le persone che riportano direttamente a me sono tra settanta e ottanta. Mi sembra normale, ma hanno grande autonomia decisionale. Credo che la mia eredità sarà giudicata in base alla leadership che lascerò, e le persone con cui lavoro a stretto contatto stanno crescendo molto bene». Lui invece continua a «vivere in aereo» e considerare la Svizzera come la sua casa. Però «ho semplificato la mia esistenza: ora uso solo tre telefoni cellulari». 

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…