“FIERA MILANO” DECIDE A CHI ASSEGNARE IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DEI PADIGLIONI 1 E 2 DELL’AREA DEL PORTELLO - I CANDIDATI SONO SILVIO BERLUSCONI, CHE SOGNA DI COSTRUIRCI IL NUOVO STADIO DEL MILAN , E LA VITALI STAM EUROPE

Andrea Giacobino per www.andreagiacobino.worpress.com

 

Benito BenediniBenito Benedini

Oggi è il D-day di Benito Benedini. Il baffuto imprenditore presiederà il comitato esecutivo della Fondazione Fiera di Milano che dovrà decidere a chi assegnare il progetto multimilionario di riqualificazione dei padiglioni 1 e 2 delle aree del Portello, se a Silvio Berlusconi che ci realizzerà il nuovo stadio del Milan, o al tandem Vitali-Stam Europe. Diciamo la verità: Benedini non arriva a questo appuntamento delicato da una posizione di forza. Il progetto di bilancio 2014 della Fondazione, il secondo dell’era-Benedini, si chiude con un utile di solo un milione di euro rispetto ai 2,6 milioni del precedente esercizio.

 

La minore profittabilità diventa perdita secca nel progetto di bilancio consolidato che mostra un rosso di oltre 10,1 milioni rispetto al minutile di 1,6 milioni del 2013. Berlusconi è sicuro di vincere la partita di oggi. “Abbiamo già ricevuto dieci offerte da parte di fondi o altro per finanziare la costruzione del nuovo stadio”. E i disagi degli abitanti? L’ex premier è stato sbrigativo: “ci saranno disagi per gli abitanti per un paio di anni, ma poi tutti se ne avvantaggeranno e gli stessi immobili aumenteranno di valore come è successo in tutte le città europee”.

 

FONDAZIONE FIERA MILANOFONDAZIONE FIERA MILANO

Ma il punto non è nemmeno chi uscirà vincente dal comitato esecutivo di oggi. Il problema infatti è che con conti così in sofferenza Benedini sarà chiamato fra poco a tirar fuori decine di milioni per sottoscrivere pro-quota l’aumento di capitale da 70 milioni di euro dell’unico asset che possiede, il 62% della quotata Fiera Milano. La ricapitalizzazione è stata approvata da uno degli ultimi consigli d’amministrazione e sarà votata dall’assemblea straordinaria del 31 luglio.

 

AREA PORTELLOAREA PORTELLO

E’ interessante notare che l’aumento di capitale è il primo atto importante della nuova gestione della quotata, affidata a Corrado Peraboni. Leghista con un’esperienza parlamentare, è stato fino a ieri – guarda caso – segretario generale della stessa Fondazione e ha fatto il salto di poltrona grazie al decisivo appoggio del governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni.

 

Fiera Milano, però, non se la passa affatto bene. Il 2014 si è chiuso con una perdita consolidata di 19,1 milioni, in peggioramento rispetto ai -16,6 milioni dell’anno prima, mentre l’Ebit è pari a meno 18,8 milioni su ricavi consolidati di 245,5 milioni. Anche il 2015 è partito male: a marzo l’utile è stato di 1,4 milioni (3,9 nello stesso periodo dell’anno prima) con un ebit diminuito da 5,2 a 2,6 milioni.

 

AREA PORTELLO  AREA PORTELLO

Il giudizio della borsa, poi, è spietato: il titolo ha perso il 16% da qui a un mese, il 22% negli ultimi 6 mesi e quasi il 30% in un anno. Dal massimo di 7,5 euro del 13 febbraio scorso, l’azione è crollata fino a 4,9 euro del giugno scorso. Da due anni Fiera Milano non remunera gli azionisti con un dividendo eppure il primo socio, la Fondazione di Benedini, ha subito fatto sapere che sottoscriverà “interamente” la quota dell’aumento di capitale.

Sotto il cielo leghista di Lombardia avvengono cose davvero singolari.

 

AREA PORTELLO AREA PORTELLO

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?