FIN DAI TEMPI DI MANGANO E DELLE PAURE PER I RAPIMENTI, AD ARCORE SVENTOLA UNA BANDIERA AUTONOMA. INSOMMA, NON È ITALIA. IL BANANA HA LA SUA SCORTA (PAGATA DA NOI), LE SUE REGOLE, I SUOI AVVOCATI (PAGATI DA NOI COME DEPUTATI). QUANDO SUCCEDE QUALCOSA DI BRUTTO NEL SUO REAME, È COME FOSSE CITTÀ DEL VATICANO. LA SUA GUARDIA SVIZZERA METTE TUTTO A POSTO, IN SILENZIO. E NEL DUBBIO PAPI SILVIO PAGA, ANCHE IL “RICATTO” PIÙ FANTASIOSO, PERCHÉ CON L’IMMAGINE DELL’UNTO DEL SIGNORE NON SI SCHERZA. POI, CON COMODO, AVVISANO LO STATO ITALIANO E LA SUA POLIZIA, POTENZIALMENTE NEMICA. INFATTI, DI SOLITO, ALMENO A MILANO INDAGANO SU DI LUI

a cura di COLIN WARD e CRITICAL MESS

1 - HARDCORE COME PANAMA...
Fin dai tempi di Mangano e delle paure per i rapimenti, a Villa San Martino sventola una bandiera autonoma. Insomma, non è Italia. Il Banana ha la sua scorta (pagata da noi), le sue regole, i suoi avvocati (pagati da noi come deputati). Quando succede qualcosa di brutto nel suo Reame, è come fosse Città del Vaticano. La sua guardia svizzera mette tutto a posto, in silenzio. E nel dubbio Papi Silvio paga, anche il "ricatto" più fantasioso, perché con l'immagine dell'Unto del Signore non si scherza. Poi, con comodo, avvisano lo Stato italiano e la sua polizia, potenzialmente nemica. Infatti, di solito, almeno a Milano indagano su di lui.

Sul Corriere, "La scorta e le cassette di sicurezza. Tutti i misteri del sequestro Spinelli. Il pm ipotizza il pagamento di 8 milioni. Il cassiere: da Berlusconi appena libero. Un fax dell'avvocato Ghedini, preannunciato con breve anticipo, avvisa la Procura nel pomeriggio del giorno successivo. Presi i sei rapitori. Il capo della banda tradito dalle scarpe" (pp. 2-3). "Fini twitta: il video con i giudici? Barzelletta". De Benedetti: "Le carte? Un'ipotesi ridicola" (p. 6)

Su Repubblica, Piero Colaprico sottolinea "quel buco di 31 ore prima della denuncia
Anche sul Messaggero abbondano i dubbi: "Berlusconi, il giallo del cassiere. Sequestro lampo del ragioniere Spinelli: sei banditi arrestati un mese dopo. Chiesti 35 milioni per le carte sul lodo Mondadori. I pm: versati 8 di riscatto" (p.1). "La denuncia dopo 36 ore. ‘Ha gestito tutto la scorta'. La preoccupazione del Cavaliere per i legami del contabile con il sexgate. I fedelissimi e la famiglia: ‘Un altro segnale per farti mollare'" (p. 3).

Sulla Stampa, comica intervista di Nosferatu Ghedini ("Spinelli diceva di non poter venire ad Arcore. Così ho capito che qualcosa non andava", p. 4). Alla domanda di Grazia Longo su perché tutti chiedano sempre soldi al Cav, l'onorevole avvocato si supera: "E' un uomo molto facoltoso. Oltre a essere ricco ha una sovraesposizione mediatica (...) E' talmente famoso che attira l'attenzione". Sono per caso le stesse ragioni per le quali anche Ghedini, finanziariamente, ha svoltato per sempre?

Sul Cetriolo Quotidiano "I buchi nella ricostruzione: perché denunciare così tardi? Sono diverse le incongruenze: dai soldi effettivamente versati al contenuto dello scambio proposto dai sequestratori. Uno dei malviventi avrebbe estratto un foglio con sopra il nome del Pm Forno, lo stesso che si occupa del caso Ruby" (p. 3) E Gianni Barbacetto ricorda: "Il Cavaliere, calamita di ricatti. Dalla paura per il sequestro di Pier Silvio in poi: i problemi risolti (in proprio) ad Arcore" (p. 4).

Poi passa il Giornale intestato a Paolino Berlusconi e spazza ogni dubbio. "Trame oscure. Chi c'è dietro il sequestro del cassiere di Berlusconi. Sei arresti per l'assalto a casa del ragionier Spinelli. Volevano 35 milioni di euro per presunti dossier su Fini e De Benedetti. Non può essere malavita, c'è un disegno" (p. 1). Quel "Non può essere malavita" è davvero meraviglioso.

2 - CHE FAI, MINACCI? MA NO, DAI! SI SCHERZAVA...
(tanto è tutto deciso, da fuori) Ma che vero, autentico, abile politico democristiano. Quando il professore di Varese deve lanciare il suo messaggio a chi deve intendere, ha già la retromarcia innescata a uso e consumo delle anime belle. "Monti si corregge: ‘Il nuovo governo potrà fare anche meglio di noi'". Intanto "la lista per il Professore scalda i motori" (Messaggero, p. 6).

Sul Giornale, le solite mosse estere di Re Giorgio Banalitano: "Amici, tranquilli'. Lo strano messaggio lanciato dal Colle. Napolitano ai capi di Stato di Polonia e Germania rassicura Usa e mercati: ‘Difficile lasciare la strada tracciata da Monti'" (p. 12). La Stampa registra quietamente la nostra scarsa sovranità nazionale: "Il soccorso di Napolitano. ‘L'Italia seguirà il tracciato. Nessuno vuole distruggere il lavoro fatto" (p. 6). Sì, ma questo "tracciato" dove lo hanno disegnato?

3 - PRIMARIE BURLA...
Da una parte, il Padrone non le vuol fare e forse alla fine le farà saltare. Dall'altra, sono un'occasione per accoltellarsi ancora un po', con tanto di trucchetti vari perché vada a votare meno gente possibile. Queste primarie sono una vera perdita di tempo, ma se oggi vi avanzano due minuti ecco un paio di titoli: "Pd, è guerra sui soldi. ‘Bersani fa le primarie a spese del partito'. Renzi attacca, il tetto di 200 mila euro è una favola. L'ex tesoriere Sposetti: il sindaco di Firenze ha 3 milioni. I fan del rottamatore: ‘Tutte balle'" (Giornale, p. 10). Ma se Matteuccio bello si sta sputtanando davvero tre milioni, i familiari lo devono far interdire. Sulla Stampa: "Primarie del Pdl. Le dieci spine nel fianco di Alfano. I sostenitori di Angelino: ‘Un boicottaggio di Silvio'" (p. 8).

4 - DENIS VERDINI, IL GRAN MACELLAIO CHE NON FU GRAN BANCHIERE...
Sulla Stampa, si scopre che a Firenze si starebbe aggravando la posizione giudiziaria di Verdini, coinvolto nello scandalo del Credito Fiorentino. Raffaello Masci scrive che ora l'ex coordinatore azzurro rischia l'accusa di bancarotta, perché la situazione della "banchina", come la chiamava al telefono, è sempre più pericolosa. Per mantenere la presidenza dell'istituto bancario, Verdini aveva addirittura rinunciato a un posto da ministro (p. 5).

5 - LINGOTTI IN FUGA...
Avete presente gli occupanti che se ne vanno, ma prima sparano a casaccio le ultime raffiche di mitra? Ecco, a noi vengono in mente queste scene da 24 aprile, quando guardiamo "i progressi" nelle relazioni industriali di questo paese nato per occuparsi di agricoltura e turismo. "Accordo sulla produttività. Ecco il modello Marchionne per tutti. Cgil accerchiata". In ballo ci sono "circa 2 miliardi di euro per la detassazione del salario di produttività che il governo stanzierà solo di fronte a un accordo tra le parti sociali" (CQ, p. 7). Un premietto-ricatto che è un po' come promettere la glassa di aceto balsamico a gente che ha sul piatto pane e cipolle.

6 - DISECONOMY...
In arrivo un'altra calata di braghe, per altro tardiva, nella lotta all'evasione fiscale. "Fisco, a Natale l'accordo Italia-Svizzera. Ma Palazzo Chigi frena. Ipotesi condono tombale con anonimato. Gettito stimato di 30 miliardi. Prevista aliquota fino al 35% dei capitali detenuti. Resta il nodo delle liste dei clienti" (Repubblica, p. 24). Pezzo di servizio sul Corriere: "Conti in Svizzera, accordo a fine anno. L'ipotesi del 30-35% sui depositi. Le condizioni per conservare l'anonimato" (p. 11).

7 - REPETITA JUVANT...
Il vicedirettore di Repubblica, Massimo Giannini, scopre che per la Cassazione ci sono parecchi processi per concussione a rischio con la riforma Severino (p. 1). Ha letto bene un pezzo di Luigi Ferrarella sul Corriere di sabato scorso. Bene, ma non benissimo, visto che ha comunque infilato un paio di errori giuridici tutti suoi.

8 - LAMPI DI DEMOCRAZIA DIRETTA...
"Referendum in Valle d'Aosta. Pioggia di no. Le donne sconfiggono il gassificatore. La consultazione popolare voluta dai cittadini: sconfitta l'Union Valdotaine". In Valle d'Aosta, come in Svizzera, si può (Stampa, pp. 10-11). Per il "no" si era speso in prima persona Beppe Grillo. Un altro segnale inquietante per i ri-maneggioni del Porcellum.

Per liberarvi di noi, ma anche no: colinward@autistici.org

 

 

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