FOLLIE PER DEFINIZIONE - ERAVATE CONTENTI DEL VOSTRO NUOVO TELEVISORE LCD, CON TANTO DI LETTORE BLU-RAY? BUTTATE TUTTO AL CESSO! - LA TV D’ORA IN POI SARÀ IN 4K, CIOÈ IN ULTRA-ALTA DEFINIZIONE, 4 VOLTE UN NORMALE HD - DIVERSE AZIENDE HANNO PRODOTTO QUESTI MOSTRI: QUELLO SONY È UNA BESTIA DA 84 POLLICI CHE COSTA 30 MILA € - SOLO CHE ANCORA NON CI SONO PROGRAMMI ADATTI - LE TV SARANNO SEMPRE PIÙ “SMART”...

1- IN TV L'ALTA DEFINIZIONE NON BASTA PIÙ - PREVISTO PER IL 2016, È GIÀ PRONTO: È IL 4K, L'ULTRA TELEVISORE DA 30 MILA EURO CHE VALE QUATTRO VOLTE UN HD
Claudio Gallo per "La Stampa"

Bello il televisore ad alta definizione. Peccato che sia un po' superato. Certo, ormai c'è la tridimensionalità. Corri allora a comprarti il 3D, occhialini compresi ed ecco finalmente sei al top. Nemmeno per sogno, perché nel frattempo i giapponesi hanno spostato l'asticella dell'ultima tecnologia un po' più in alto. Adesso il top è il 4K (4.000 pixel in orizzontale), cioè l'Ultra Alta Definizione, quattro volte un Hdtv. Il povero consumatore-Sisifo ha appena spinto il suo macigno-tecnologico in cima alla collina che già sta rotolando giù.

La Bbc ha cominciato a girare una delle serie più popolari in 4K, ovviamente parlerà di animali e avrà come protagonista uno dei mammiferi più amati dagli inglesi, il suricato, star dei cartoni animati. Dal prossimo luglio la televisione nazionale giapponese sarà invece la prima al mondo a trasmettere programmi in 4K.

L'intento originario era di partire nel 2016 ma i produttori di casa stanno già cominciando a sfornare enormi scintillanti televisori capaci di riprodurre strabilianti immagini da 8,3 mega pixel, risoluzione 3840 per 2160: bisognava accelerare. Non è finita, sempre l'emittente giapponese pubblica Nhk ha annunciato che entro quest'anno partiranno i test per trasmissioni a 8K. Che ansia.

È una marcia inarrestabile ma non esattamente trionfale. Uno dei principali intoppi è il prezzo ancora inabbordabile, anche se vale il ritornello delle tecnologie di nicchia: quando si allargherà il mercato i costi scenderanno. L'unico modello che attualmente sembra disponibile a Londra è un titanico Sony da 84 pollici, grande come un monolocale. Lo vende Harrods a 25 mila sterline (29.338 euro). Si dice che il divo pop George Michael ne abbia comprati tre e un principe saudita ne abbia ordinati sei, uno ogni due mogli.

La Toshiba vanta il primato di aver prodotto, alla fine delle scorso anno, il primo televisore Uhd e la Samsung ha presentato da poco a Las Vegas il suo avveniristico modello. Delicate questioni tecniche e di mercato sbarrano la strada ai giganti della definizione, a cominciare dal fatto che dopo aver speso una fortuna, uno si trova senza programmi e film in 4K disponibili sul mercato. Come avere una Ferrari per andare a 50 chilometri l'ora.

L'Ultra Alta Definizione comporta la riscrittura delle regole dei supporti digitali: i suoi file enormi richiedono spazi di archiviazione enormi. I vecchi dvd e i più nuovi Blu-ray diventano di colpo obsoleti, così pure gli apparecchi per riprodurli, che magari sono stati comprati appena a Natale. Non funzionano neanche i cavi Hdmi, che abbiamo imparato a conoscere con l'introduzione dei televisori Hd: non esiste ancora uno standard per il passaggio dei dati al televisore in Ultra Alta Definizione.

Non sarà poi facile trasferire quella montagna di gigabyte sulla Rete per vedere i film in affitto, come adesso è possibile fare su molti siti, da iTunes a Google Play a Playstation.com. Da noi in Italia inoltre, le non brillanti reti dati sono generalmente impreparate alla nuova rivoluzione.

Hollywood come al solito sta correndo ai ripari, molti film di cassetta stanno per essere rimasterizzati in 4K. Peter Jackson ha girato «Lo Hobbit», nelle sale in 2D e 3D, con una telecamera digitale Red Epic capace di catturare le immagini a 5K. Anche se qualcuno scommette che a un certo punto, nella frenetica rincorsa alla definizione assoluta, non si riuscirà più a distinguere le differenze di pixel, ci avviciniamo a un mondo virtuale che assomiglierà sempre di più a quello reale, sembrerà anzi anche più vero.


2- BACCHETTE MAGICHE E SCHERMI PARLANTI PER VINCERE LA SFIDA DELLA SEMPLICITÀ
Bruno Ruffilli per "La Stampa"

Nei negozi italiani il 4K non si è ancora visto: i primi televisori e proiettori arriveranno entro pochi mesi, a prezzi da mandare in allarme qualsiasi redditometro. Ma a Torino la nuova tecnologia è in sperimentazione da tempo, e già nel 2009 il Centro Ricerche Rai ha prodotto un breve filmato per mostrare le potenzialità dello standard 4K. Che tecnicamente è perfino superiore a quello adottato in alcuni cinema (ormai quasi tutti convertiti al digitale) e dovrebbe fornire una qualità di immagine pari alle pellicole da 35 mm.

Gli schermi casalinghi saranno più grandi, ma potranno essere più vicini allo spettatore senza che siano distinguibili i pixel (le radiazioni dei vecchi tubi catodici invece erano già state eliminate con l'avvento degli Lcd). I nuovi apparecchi, spessi pochi millimetri, hanno cornici quasi invisibili, si appendono al muro come poster e smettono quasi di essere oggetti fisici per diventare metafore: la tv è ora davvero una finestra sul mondo. Si collega a internet, alla console, al lettore Blu-ray, al computer (anzi è essa stessa computer), registra i programmi, riproduce foto e musica, interagisce con tablet e smartphone. E si trova ad affrontare l'ennesima sfida, forse più ardua della moltiplicazione dei pixel: aumentare le funzionalità senza diventare più complessa.

I produttori inventano soluzioni bizzarre, come il Magic Remote di LG, una bacchetta che funziona come un mouse (il modello qui è la Wii di Nintendo), oppure Samsung, con una telecamera che consente di controllare la tv con i movimenti delle mani, una trovata un po' da «Minority Report».

I nuovi televisori hanno tutto, perfino la parola: parlano, ma soprattutto ascoltano e interpretano i comandi vocali. Al momento il dialogo tra uomini e macchine è ancora raro, episodico, frammentario, ma chissà che davvero un giorno non chiederemo alla tv di mostrarci tutti i film di Woody Allen o i gol storici di Maradona, cercandoli direttamente su YouTube (dove peraltro si trovano già alcuni video in 4K) o negli archivi online di qualche emittente.

Ma il futuro potrebbe riservarci altre sorprese: nella biografia di Walter Isaacson si legge che Steve Jobs, poco prima di morire, avesse trovato un modo rivoluzionario per interagire con la tv. Per questo l'Apple tv è un prodotto ormai mitologico: mai confermata da Cupertino, era attesa dagli analisti lo scorso anno, ma non si è mai concretizzata, nemmeno in una foto rubata. Chissà, forse col titolo che cala e le lamentele di chi obietta ad Apple di non saper più innovare, il 2013 potrebbe essere il momento giusto.

 

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