FREGATURE DI BORSA – BRUTTA SORPRESA PER GLI AZIONISTI FIAT: I NUOVI TITOLI SARANNO OFFERTI A 8,8 EURO PER AZIONE. COSÌ LE QUOTAZIONI IN UNA SETTIMANA SONO SCESE DA 11 A 9 EURO – QUALCUNO SAPEVA? LA CONSOB INDAGA – FERRARI RESTA ITALIANA

L’offerta di titoli a Wall Street, il convertendo e la quotazione del 10% di Ferrari valgono 4 miliardi di euro. Servono a evitare i rischi di un downgrade del titolo, visto il costo dei piani di rilancio. Marchionne ha impiegato 30 ore per smentire Bloomberg sul trasferimento fiscale di Ferrari in Inghilterra…

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1.DOCCIA FREDDA PER GLI AZIONISTI FCA

Ugo Bertone per "Libero Quotidiano"

 

sergio marchionne sergio marchionne

Doccia fredda per gli azionisti di Fiat Chrysler. Il titolo, che l’8 dicembre aveva superato l’asticella degli 11 euro, ormai oscilla attorno ai 9 euro (ieri ha perso un altro 6,27% a 9,19 euro). Il tonfo ha una spiegazione ben precisa: ieri mattina gli operatori hanno preso atto delle (forse) ultime decisioni del gruppo italoamericano al termine di un anno pirotecnico, aperto dall’acquisizione delle azioni di Detroit in mano al sindacato Usa. E tra queste spicca il prezzo di collocamento delle 87 milioni di ordinarie Fca (più altri 13 milioni riservati al consorzio bancario) che saranno offerti a Wall Street, anche per aumentare il flottante sul mercato Usa: 11 dollari, ovvero 8,8325 euro per azione.

 

piero ferrari sergio marchionne piero ferrari sergio marchionne

Non occorre essere Warren Buffet per capire perché il prezzo delle azioni si è rapidamente allineato ai valori dell’offerta. Semmai colpisce il ribasso degli ultimi due giorni, così rapido e robusto da far sorgere il sospetto che qualcuno fosse (troppo) ben informato. Se ne sta già occupando la Consob, ma l’indagine non si annuncia facile, visto il numero di advisors ed operatori coinvolti in operazioni così complesse. Ma le decisioni di ieri meritano ben altra e più profonda attenzione. Vediamo perché.

 

1)Come previsto, Fca non ha solo fissato il prezzo dei titoli detenuti nel fondo azioni proprie o quello dei titoli che sostituiranno quelli acquistati in occasione del recesso della scorsa estate, rilevati al prezzo di 7,725 euro (un buon affare per Sergio Marchionne, dunque). Sono state anche fissate le modalità del convertendo, importo 2,5 miliardi, già annunciato a fine ottobre. Il prestito obbligazionario, in tagli di 100 dollari ciascuno, avrà un tasso di conversione obbligatoria massimo di 9,0909, mentre il tasso minimo sarà pari a 7,7369%. L’emissione sarà obbligatoriamente convertita in azioni ordinarie Fca il 15 dicembre 2016, fatte salve le ipotesi di conversione anticipata a discrezione della società.

piero ferrari sergio marchionne piero ferrari sergio marchionne

 

2) La cedola, il 7,875% annuo (mica poco) riflette il rating B assegnato da Standard & Poor’s. L’interesse sarà staccato il 15 dicembre del 2015 del 2016. Ne godrà anche Exor che acquista 886 milioni dell’emissione per non diluirsi, dopo la conversione, sotto il 30%. Proprio la diluizione del capitale è la nota più negativa per gli attuali soci. Le nuove azioni rappresenteranno un minimo del 17% (massimo il 20%) del capitale. Gli analisti si aspettavano un tasso di diluizione inferiore. Per questo motivo banca Akros, pur confermando il rating buy e un obiettivo di prezzo di 11,5 euro, non esclude una possibile riduzione a 10 euro. In cambio, però, non va dimenticato che agli azionisti (così come ai portatori del convertendo) è stata riservata l’opportunità di ricevere pro quota un’azione Ferrari: secondo gli analisti, il saldo è positivo.

John Elkann John Elkann

 

3) Le operazioni di ieri valgono 2,8 miliardi di euro (3,2 miliardi se si considera la cosiddetta green shoe, cioè la cessione della quota riservata alle banche) cui vanno aggiunti gli effetti dell’immissione di liquidità con la maxi cedola Ferrari. In tutto, qualcosa di più di 4 miliardi di euro. A che serviranno? S&P, nel promuovere l’operazione, ha sottolineato che il bond come la vendita di azioni «serve a mitigare i rischi di un downgrade che sarebbero altrimenti saliti visto il flusso di cassa operativo negativo, causato dalle notevoli spese in capitale legate al piano industriale al 2018, in un contesto operativo debole in alcuni mercati come quello dell’America Latina».

 

alfa romeo alfa romeo

Insomma, si fa cassa per dare un futuro all’Alfa Romeo ma anche per affrontare una congiuntura che resta difficile senza aumentare i debiti. E in questa cornice anche risparmiare qualcosa sulle tasse può tornar utile. Tra convertendo, cessione delle azioni Fca e, naturalmente, il collocamento in Borsa a New York e, quasi certamente, Londra del 10% di Ferrari, Marchionne potrà recuperare più di 4 miliardi di euro.

 

 

2.MARCHIONNE NEGA IL TRASLOCO FERRARI

Da "Libero Quotidiano"

 

wall street wall street

Marchionne nega il trasloco Ferrari. Il Cavallino resterà in Italia. Ieri sera il quartier generale di Marchionne ha diramato un perentorio comunicato: «Non vi è alcun piano o intenzione di trasferire all’estero la residenza fiscale di Ferrari, né alcun progetto di delocalizzare le sue attività, che continueranno ad essere soggette al regime fiscale italiano». Certo, ci sono volute 30 ore per smentire «Bloomberg», ma Marchionne è uomo di parola e quindi siamo certi che del trasferimento non si parlerà mai più. 

 

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