I FURBETTI DELL’ARETINO - LA STORIA DI BANCA ETRURIA, FEUDO DELLA FAMIGLIA BOSCHI, TRA PRESTITI ALLEGRI, BUCHI DI BILANCIO, E CLASS ACTION DEI PICCOLI AZIONISTI: “DOBBIAMO SOTTRARLA A CHI L’HA RIDOTTA COSÌ”

 

Davide Vecchi per "il Fatto quotidiano

 

Al caffè Michelangelo, l'unico bar nel centro storico di Laterina, si gioca a carte. Scopa. La posta è qualche bicchiere. Qui ancora si paga a consumo. “Il caffè correggilo a dieci centesimi che ho giusto un euro”, sono le richieste tipo dei pensionati presenti. Ai tavoli, tra un'imprecazione e l’altra, qualcuno bofonchia delle sorti di banca Etruria. Ma i commenti si limitano alle spallucce, nel tempo che serve a mischiare e ridistribuire le carte.

POPOLARE ETRURIAPOPOLARE ETRURIA

 

Eppure questo è il paese della famiglia Boschi. Nella piazza su cui affaccia il bar c'è la chiesa in cui Maria Elena è cresciuta e che tutt'ora frequenta, accanto il Comune di cui Stefania Agresti, mamma del ministro, è vicesindaco. Li conoscono tutti, i Boschi. Qui nel 1948 è nato Pier Luigi, diventato prima latifondista, poi presidente di Confcooperative, consigliere della Camera di Commercio fino al 2013 e l'anno successivo vicepresidente della banca d’Etruria nella quale il fratello di Maria Elena, Emanuele, ha fatto un’ottima carriera.

 

Entrato poco prima del 2010 oggi è un dirigente con un contratto quadro di secondo livello e percepisce anche un compenso premio che in banca chiamano “personam”. È il numero due dell’ufficio incagli, quello da cui passano i crediti che non si riescono a recuperare e finiscono nel pozzo dei deteriorati. Voce che per l’Etruria è da anni la più importante a bilancio. Dal 2012, per l’esattezza.

 

DA PICCOLO ISTITUTO A GIGANTE DAI PIEDI D’ARGILLA

Da qui inizia la storia che trasforma la banca dell'oro in banca del buco con 2,8 miliardi di sofferenze e un patrimonio ridotto a poco meno di 20 milioni. Storia ricostruita da Bankitalia nell’ispezione terminata nel 2014 e che ha poi dato avvio all'inchiesta della Procura di Arezzo nei confronti dei vecchi e nuovi vertici per vari reati - tra cui ostacolo alla vigilanza - aperta dal procuratore capo, Roberto Rossi.

 

banca etruriabanca etruria

Storia che inizia nel 2012 quando ancora bastava un aumento di capitale per tentare di recuperare le perdite che già ammontavano a 1 miliardo 260 milioni di euro. L’aumento andò in porto ma gli ispettori di Banca d'Italia, all'epoca già ad Arezzo, ebbero da ridire: verificarono che molti affidamenti inferiori ai 300 mila euro concessi con crediti chirografari, cioè senza garanzie, non erano stati riportati e conclusero che i fondi deteriorati erano sottostimati del 19,7%. C’erano dunque altri 136 milioni di fondi elargiti e persi.

 

Ma l’istituto mostrava ancora solidità. I 342 milioni di capitale sociale erano garantiti da 252 milioni di azioni in mano a circa 60 mila soci e il titolo nel febbraio 2012 valeva 3,92 euro. Etruria sembrava dunque essere riuscita a digerire l'esborso di 120 milioni di euro per acquistare la banca privata fiorentina Federico del Vecchio, cassaforte della borghesia toscana, pagata ben 80 milioni più di quanto stimano da San Marino.

 

PIER LUIGI BOSCHIPIER LUIGI BOSCHI

Sembrava aver superato anche l'acquisizione della banca Lecchese, l’acquisto di 14 sportelli di Unicredit per oltre 40 milioni e persino l’incorporazione di ConEtruria ed Etruria Leasing. In quel 2012 non era più la banca di mutua popolare nata nel 1882 radicata nel territorio e all'agricoltura, non era neanche più la banca dell'oro, legata allo sviluppo degli orafi aretini, sembrava diventata un gigante rispetto alle origini.

 

Maria Elena Boschi, dopo la spiaggia un bel giro in bicicletta per le vie di Marina di Pietrasanta con il fratello Emanuele (da Oggi) Maria Elena Boschi, dopo la spiaggia un bel giro in bicicletta per le vie di Marina di Pietrasanta con il fratello Emanuele (da Oggi)

Sembrava. Il cda guidato da Giuseppe Fornasari - con vice Lorenzo Rosi e tra i consiglieri Pier Luigi Boschi – porta a bilancio 1,5 miliardi di sofferenze. Il 25 febbraio 2013 il titolo che un anno prima valeva 3,92 euro, crolla a 1 euro e 20 centesimi. Ad aprile la singola azione scende sotto l'euro. Per rimanere a Piazza Affari con un valore non troppo ridicolo il consiglio decide di dare il via a un'operazione cosiddetta di raggruppamento: a ogni 5 azioni sarà corrisposta una sola azione. Il passaggio avviene il 29 aprile 2013 e il titolo chiude a 0,93 centesimi.

 

In pratica il valore reale delle singole azioni era inferiore ai 20 centesimi. Banca d'Italia interviene nuovamente. Impone il rinnovo del cda e caldeggia un “matrimonio” con un istituto capace di assorbire le perdite dell’Etruria. Nel maggio 2014, con il titolo a 0,70 centesimi, si fa avanti la popolare di Vicenza con un'offerta pubblica di acquisto vantaggiosa: 1 euro ad azione.

 

ignazio visco ignazio visco

Il cda però rifiuta. Nel frattempo il board aveva quasi cambiato volto. In realtà, ha tra l'altro contestato Palazzo Koch nel decreto con cui l’11 febbraio scorso ha commissariato l’istituto, è cambiato solo il presidente: non più Fornasari ma Rosi. Che però era vice di Fornasari. Mentre il numero due, Pier Luigi Boschi, era già consigliere nel 2011.

 

VERSO LA CLASS ACTION PER TUTELARE I PICCOLI AZIONISTI

Insomma, secondo gli ispettori di Banca d’Italia non è stata attuata l’invocata discontinuità. E oggi, con i commissari a controllare i conti, anche ad Arezzo molti fanno spallucce, come al caffè Michelangelo di Laterina. “Doveva essere commissariata un anno fa”, ne è certo Vincenzo Lacroce. Quando la procura dispose le perquisizioni. “Io lo dissi allora e lo ripeto oggi: doveva arrivare prima Banca d’Italia”.

 

Lacroce parla con cognizione di causa. Non solo è stato per oltre venti anni ispettore di Palazzo Koch, ma da quando è in pensione guida l'associazione amici di banca Etruria, è socio e azionista della popolare e nel 2014 gli è stato proposto di entrare nel cda. Ma rifiutò. Un altro profondo conoscitore della banca è Rossano Soldini. Imprenditore, Soldini ha un pacchetto personale di 150 mila azioni dell’Etruria (Boschi, per dire ne ha meno di

LORENZO ROSI 2LORENZO ROSI 2

600) e fece il suo ingresso nel cda nel 2007 ma nel 2012 lasciò “dopo aver scoperto gli enormi conflitti di interessi di vari consiglieri”, ricorda.

 

“Denunciai oltre 220 milioni di euro che i consiglieri si affidavano con disinvoltura, poi l'elezione di Fornasari con 8 voti a favore e 7 contrari ma tra i favorevoli venne conteggiata la preferenza di un consigliere che non avrebbe potuto votare perché superato l’ammontare degli affidamenti”.

 

ArezzoArezzo

Insomma “per me era impossibile rimanere in consiglio”. Ora “dobbiamo pensare a una class action e tentare di restituire la banca agli aretini, ai cittadini, a questo territorio”. Sottrarla, dice, “a chi l'ha condotta qui mischiando le carte”. Un po' come al caffè Michelangelo di Laterina, sempre che i commissari di Bankitalia riescano a trovare il modo di organizzare un’altra mano.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?