GIOCO D’AZZARDO - SCOMMETTENDO SULLA SNAI, ANDREA BONOMI E IL DUO MENEGUZZO-DRAGO DELLA FINANZIARIA PALLADIO HANNO PUNTATO SUL CAVALLO SBAGLIATO - RILEVATA NEL 2011, PER ORA IL PASSIVO AMMONTA GIÀ AD ALMENO 130 MLN € - E PER FORTUNA CHE ULTIMAMENTE IL TITOLO È, INSPIEGABILMENTE, RISALITO PARECCHIO - D’ALTRONDE, GIÀ NEL 2010, IL GRUPPO AVEVA 360 MLN € DI DEBITI, SENZA CONSIDERARE LE PERDITE MAI SANATE...

Fabio Pavesi per "Il Sole 24 Ore"

Sembrava a tutti gli effetti una scommessa vincente. Si è invece rivelata (fino ad ora) un colossale flop. La giocata sulla Snai da parte della InvestIndustrial del finanziere Andrea Bonomi e della Palladio del duo Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago non sta dando i frutti sperati.

Al contrario accumula per ora pesanti perdite, di almeno 130 milioni da spartire tra i due fondi. Tutte potenziali ovviamente, dato che l'orizzonte di investimento è di almeno 5-7 anni. Ma è un fatto che quell'acquisto nel marzo del 2011 della maggioranza del capitale della società dei giochi e delle scommesse è già in profondo rosso. Il prezzo pagato poco meno di 2 anni fa, per il 67% del capitale della Snai fu di 2,36 euro per azione. Oggi, nonostante il recentissimo rialzo boom, il titolo quota 0,87 euro.

Strappo all'insù, arrestatosi ieri, e avviato il 2 gennaio e che ha portato Snai a guadagnare il 90% in una manciata di sedute. Cosa ci sia dietro a tanto entusiasmo è assai aleatorio. C'è chi fa notare che potrebbe finalmente avviarsi la valorizzazione immobiliare dell'area dell'ippodromo di San Siro a Milano, dopo che la società ha sospeso le attività ippiche per la forte contrazione del business. Sarà. Ma pare più un azzardo speculativo che altro.

Di quella valorizzazione immobiliare dell'area posseduta dalla controllata Trenno srl si parla da almeno un decennio. Ma occorrono accordi e varianti urbanistiche con il Comune di Milano. Quello strappo pare più un'occasione per ridurre, anche se di poco, il divario tra l'alto prezzo d'acquisto delle azioni Snai da parte dei due fondi d'investimento e i minimi storici toccati dalle quotazioni. Già perché se si guarda un grafico di borsa si scopre che mai ingresso nel capitale fu più intempestivo.

Da giugno del 2011 (tre mesi dopo l'acquisizione) il titolo Snai non ha fatto che inabissarsi. Da 2,4 euro è sceso a soli 53 centesimi di fine dicembre 2011. Cosa è successo di così grave? Poco o nulla. In realtà già all'atto dell'acquisto Snai non brillava di buona salute. Nel 2010 la perdita era di 32 milioni con un debito di 300 milioni sul groppone. L'anno dell'ingresso di Bonomi e il duo Meneguzzo e Drago le cose sono anche peggiorate: la perdita è arrivata a 44 milioni e il debito netto finanziario è salito a 354 milioni.

E non che i primi 9 mesi del 2012 invertano la tendenza. Snai è in rosso già a livello di utile operativo, produce perdite per 24 milioni e ha un rapporto tra il debito e il margine lordo che supera le 7 volte. Un livello di chiaro pericolo. I nuovi proprietari di Snai non sono riusciti a cambiare rotta alla società. Eppure in quel mercato non tutti perdono. Basti guardare al competitor quotato. La Lottomatica corre come un treno. Utili a 170 milioni nei primi 9 mesi del 2012 (+34% sull'anno precedente) e in borsa il titolo fa +56% su base annua. I giochi non sono uguali per tutti.

 

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