IL GRANDE DEBITO DEL ‘GRANDE FRATELLO’ - ENDEMOL AL BIVIO NEL GIORNO IN CUI SCADE IL TERMINE PER LA RISTRUTTURAZIONE (MA LA PROROGA È QUASI CERTA): MEDIASET E GLI ALTRI SOCI DA UNA PARTE E APPETITI AMERICANI DALL’ALTRA - CRESCE L’IPOTESI DELLA CONVERSIONE IN AZIONI DEL DEBITO (BANCHE E HEDGE FUND DIVENTANO PROPRIETARI E METTONO ENDEMOL ALL’ASTA) - TIME WARNER OFFRE 1 MLD € CASH, MA I CREDITORI PREFERISCONO UN’INTESA PER I 2,2 MLD DI DEBITO…

1 - ENDEMOL TIME WARNER OFFRE 1 MILIARDO IN CONTANTI PER IL «GRANDE FRATELLO»
Maddalena Camera per "il Giornale"

Time Warner ha presentato una nuova offerta da 1,4 miliardi di dollari (1 miliardo di euro), questa volta in contanti, per rilevare Endemol, la società produttrice di contenuti televisivi di cui Mediaset è socia per circa un terzo. Lo ha riferito il New York Post e l'indiscrezione è stata confermata dalla casa di produzione de «Il grande fratello» e tanti altri format televisivi di successo.

In pratica, Time Warner ha rivisto la sua offerta promettendo un pagamento in contanti per la totalità delle azioni. Dall'altra c'è l'offerta di Mediaset, che è già azionista, e di Clessidra, il più grande fondo d'investimento italiano, che prevedono un'iniezione di 200 milioni di euro in contanti in cambio del controllo del 51% della società e, dunque, della gestione operativa della stessa.

La nuova proposta arriva in un momento decisivo: se entro oggi non si troverà un accordo sul riassetto della società indebitata per circa 2,2 miliardi di euro, le banche e gli hedge fund creditori potrebbero infatti convertire i crediti in azioni e procedere con la dismissione di Endemol tramite un'asta, cui il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, ha già detto di non voler prendere parte. L'ipotesi più probabile resta, comunque, quella di un posticipo della data di scadenza.

«Siamo certi - ha commentato un portavoce di Endemol - che è ormai imminente una soluzione che pone l'azienda su una solida base finanziaria». La società olandese, zavorrata dai debiti ma profittevole dal punto di vista operativo, è comunque nella fase finale della ristrutturazione, guidata dall'investment bank Houlihan Lokey, che mira a ridurre i suoi 3,7 miliardi di dollari di debiti a quota 650 milioni, sempre in dollari. Houlihan Lokey, ha spiegato il quotidiano Usa, «può portare a termine questa ristrutturazione nei prossimi giorni, spianando la strada a una possibile asta».

I creditori di Endemol, tra cui figurano Apollo management, Centerbridge, Providence Equity Partners, Barclays e Rbs, secondo indiscrezioni preferirebbero «una vendita della società dopo la ristrutturazione del debito, cosa che potrebbe averli indotti a non considerare la prima offerta presentata all'inizio di novembre dalla stessa Time Warner».


L'amministratore delegato di Time Warner, Jeff Bewkes, ha cominciato a interessarsi a Endemol nei mesi scorsi, mentre il manager stava già rilevando attività in Europa.

Nell'agosto 2010, Time Warner ha infatti acquistato la casa di produzione Shed Media. La scorsa settimana all'Ubc Media conference, ha riportato il New York Post, Bewkes ha dichiarato che sta considerando altre acquisizioni. «È una strategia che non abbiamo mai abbandonato», ha commentato il manager, ricordando che la società ha concluso negli ultimi tre o quattro anni 20 accordi, l'80% dei quali all'estero». Endemol era stata rilevata nel maggio 2007 da Mediacinco (Mediaset), dalla banca Goldman Sachs e dal fondo Cyrte, che fa capo al fondatore della società, John De Mol.

2 - ENDEMOL GRANDE FRATELLO O BIG BROTHER?
Alessandra Puato per il "CorrierEconomia" del "Corriere della Sera"

Si chiama «The money drop» il nuovo programma di Endemol, è un gioco televisivo: coppie di amici, fidanzati, parenti si sfidano davanti a un pacchetto di banconote per un milione di euro. L'obiettivo è vincere il milione, naturalmente, come il signor Bonaventura (anche se allora la somma era in lire).

Trasmesso già in 30 Paesi, il programma partirà stasera (ieri NdDago) su Canale 5, condotto da Gerry Scotti. Ci vorrebbero duemila di quelle pile di denaro per sanare i conti dell'azienda del Grande Fratello che, malgrado la leadership mondiale è a rischio default: fallimento.

Domani scade il termine concordato con i creditori per la ristrutturazione del debito monstre - circa 2 miliardi solo quello senior, il più garantito: quasi il doppio del fatturato 2011, stimato in 1,35 miliardi - del gruppo di produzione televisiva che in Italia ha firmato programmi come «Chi vuol esser milionario», «Affari tuoi», «Centovetrine» e «Che tempo che fa», controllato con il 33% ciascuno da Mediaset, il fondo Cyrte di John De Mol e Goldman Sachs. I tre lo rilevarono nel 2007 a caro prezzo (fu valutato 3,6 miliardi, 14 volte l'Ebitda, il margine lordo), con classica e azzardata operazione di private equity: due terzi a debito (2,3 miliardi), un terzo in equity, cioè in contanti (1,3 miliardi).

Si contava sull'espansione del mercato e l'esplosione dei margini, invece è arrivata la crisi, gli accordi con le banche non sono stati rispettati, l'equity è bruciato. E il debito è rimasto in pancia.

LA VIA DEI FONDI
Con ogni probabilità la scadenza di oggi sarà prorogata, per la seconda volta: ci sarà ancora un po' di tempo, forse un mese. Ma bisogna fare in fretta e due sono le strade: la prima, che ha preso forza nei giorni scorsi, è la conversione in equity, cioè in azioni, del debito da parte dei creditori: le banche Rbs, Barclays e molti hedge fund o fondi di private equity come Apollo, Centerbridge, Providence. Che diventerebbero così i proprietari e poi metterebbero Endemol all'asta: quando, non si sa. Di certo questi fondi scommettono sulla valorizzazione dell'azienda, quindi vorranno un prezzo più alto (1,2 miliardi quanto, secondo fonti finanziarie attendibili, non confermate da Endemol, avrebbero chiesto finora).

La seconda via è la cessione del debito (non la vendita: non c'è equity da cedere) agli operatori interessati. Uno è Time Warner: che ha avanzato un'offerta da un miliardo, rifiutata, ma sarebbe ancora in lizza con, dicono fonti informate, eclatante proposta di pagamento cash, tutto in contanti. La spinta? Entrare nell'intrattenimento, settore che sta diventando strategico per gli studios. Un altro candidato è la cordata fra il fondo Clessidra e Mediaset: la soluzione italiana.

LA SOLUZIONE ITALIANA
Malgrado l'intenzione dei fondi di diventare loro stessi azionisti, infatti, Clessidra, che è guidata dall'ex amministratore delegato di Fininvest Claudio Sposito e ha già presentato un'offerta, vuole andare fino in fondo, dicono fonti accreditate. Ma la conclusione non sarebbe a breve. E c'è il nodo del prezzo: a questo punto, la cordata potrebbe dover offrire un po' di più di un miliardo. In ogni caso, il pagamento sarebbe, secondo indiscrezioni, per metà in equity (in genere Clessidra investe cash non più di 150 milioni, 350 circa potrebbe quindi metterli Mediaset) e il resto a debito. La spinta? La sinergia con Mediaset: il grande cliente di Endemol.

Già, ma come chiedere soldi alle banche oggi, per acquistare a debito? Non si chiederebbero: una delle ipotesi è infatti che le banche creditrici rimangano, svalutando del 50% la propria quota di debito e diventando socie. In questo modo Endemol non perderebbe per strada il socio Mediaset, che le garantisce condizioni favorevoli in Italia e Spagna (secondo il bilancio dei primi nove mesi 2011, Mediaset ha versato 23,7 milioni per produzioni tv di Endemol, considerata «parte correlata»).

Il peso del debito di Endemol si è del resto già riflesso (12,2 milioni di svalutazione a giugno) sui conti di Mediaset, che è anche creditore e in un anno ha dimezzato il valore in Borsa (-13,4% l'utile netto nei nove mesi).

Intanto in questi mesi Endemol ha visto all'opera il nuovo management, vale a dire Marco Bassetti, 54 anni, da luglio presidente ad interim del gruppo con le deleghe da amministratore delegato (non per la parte finanziaria, affidata a Just Spee). Che ha cambiato strategia. Malgrado la zavorra del debito, la società di Big Brother ritiene che gli affari, industrialmente, procedano (anche se in Italia il Grande Fratello è stato schiacciato da Fiorello, due settimane fa) e considera le risorse di liquidità sufficienti (per ora).

Così Bassetti - che era presidente non esecutivo e ha accettato l'incarico dopo avere lasciato quello di direttore generale nel 2008, dunque sapeva dove mettere le mani - ha lavorato sui costi, ridotto le spese di produzione e si è concentrato sul core business dei nuovi programmi, per aumentare l'efficienza di una società dove già per un dipendente assunto ce ne sono otto a tempo determinato. Nel suo ufficio romano, a fianco della Rai, ha un quadro con Murat morente. Forse ora è scaramantico.

 

ENDEMOLPiersilvio Berlusconi Marco Bassettiqcr 02 marco bassetti figliaSEDE TIME WARNER NEW YORKtime warner

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…