ligresti vegas nagel

INCIUCIO ALLA MILANESE – DALL’INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA SU UNIPOL-FONSAI EMERGONO LE RELAZIONI PERICOLOSE TRA MEDIOBANCA DI NAGEL E CONSOB DI VEGAS – TRATTATIVE RISERVATE E CHIACCHIERE SU ALTRE SOCIETÀ, ALLA FACCIA DELLA TERZIETÀ DELLA VIGILANZA

Paolo Fior per “ilfattoquotidiano.it

 

giuseppe vegas giuseppe vegas

Informalità, confidenze, favori, informazioni riservate. L’inchiesta milanese su Unipol-FonSai ha gettato un pizzico di luce sui rapporti tra controllori e controllati e quel poco che si vede non è tranquillizzante. All’epoca dell’annuncio dell’operazione destò scandalo il fatto che il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, avesse avuto un incontro informale con l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, per informarlo che se non fossero stati modificati i termini, l’autorità di vigilanza non avrebbe potuto dare il via libera all’acquisizione.

 

Un doppio scandalo, sia perché non è opportuno che il presidente di un’Authority abbia questo genere di interlocuzioni con i soggetti vigilati, sia perché formalmente Mediobanca non giocava alcun ruolo in commedia a parte quello di grande creditore del gruppo Ligresti e della stessa Unipol e di coordinatore dei consorzi di garanzia per i due aumenti di capitale. Sia Unipol sia i Ligresti avevano i loro consulenti finanziari e legali e tecnicamente erano gli unici soggetti titolati a trattare e discutere le condizioni e a interloquire con le Autorità di Vigilanza.

Alberto Nagel article Alberto Nagel article

 

L’anomalia di questo incontro Nagel-Vegas è dunque forte, ma purtroppo non è l’unica: dalle carte del filone dell’inchiesta sul papello Nagel-Ligresti depositate venerdì scorso, emerge infatti una straordinaria consuetudine di rapporti tra Consob e Mediobanca, così come era già emersa con l’Isvap, l’ex Autorità di controllo sulle assicurazioni travolta dagli scandali dei mancati controlli sul gruppo assicurativo della famiglia Ligresti.

 

Agli atti c’è infatti una serie di intercettazioni sull’utenza di un dirigente di Mediobanca, Stefano Vincenzi, definito dalla procura di Milano il “plenipotenziario di Mediobanca nella definizione della sorte del gruppo Fondiaria”. Ruolo che era emerso con chiarezza nel corso dei contatti con il vicedirettore generale dell’Isvap, Flavia Mazzarella, e che emerge ancora più chiaramente nei mesi successivi, nella gestione dei rapporti con la Consob e in particolare con il responsabile della Divisione Informazioni Emittenti, Angelo Apponi.

 

CARLO CIMBRI jpegCARLO CIMBRI jpeg

Dalle telefonate emerge una grande confidenza, un gran numero di incontri vis à vis, scambi di informazioni non strettamente legate a quello che dovrebbe essere il normale rapporto tra controllato e controllore. Addirittura scambi di informazioni riservate su altri emittenti. Un esempio? In una telefonata, siamo a dicembre 2013, Vincenzi dice al suo interlocutore – un collega di Mediobanca – che “purtroppo ci salta la riunione con Vegas a Milano […] perché hanno dei problemi in Toscana giganteschi”.

 

L’interlocutore gli chiede di che cosa si stanno occupando e Vincenzi dice che in Consob è andata la Fondazione del Monte dei Paschi, “c’hanno un casino, magari te lo spiego a voce martedì, questi vogliono votare contro […] sono andati là da loro (cioè in Consob, ndr) sembra che si dimettono, succede un casino, cioè non lo so adesso. Questi vogliono costringere a votare a favore con le buone o con le cattive , ma parliamone a voce va…”. Uno scambio davvero inusuale, considerando anche che Monte dei Paschi è una banca quotata e che i funzionari Consob sono obbligati al segreto d’ufficio. Ma non basta.

 

Salvatore LigrestiSalvatore Ligresti

Oltre alle informazioni, peraltro preziose, il controllore Consob sembra fare più di un favore al controllato Mediobanca. Da un’altra telefonata di Vincenzi al suo collega, in data 8 gennaio 2014, emerge che su una determinata operazione “non hanno trovato elementi ostativi” e che gestiranno “loro (la Consob, ndr) con Borsa Italiana la cosa senza scoprirci, per ora. Quindi ottengono diciamo un ok di Borsa Italiana sull’operazione di massa e poi andiamo noi a parlarci”. Il collega chiede se la Consob gestirà davvero così la cosa e Vincenzi risponde che la Consob dirà a Borsa Italiana “c’è un’operazione che si potrebbe fare così, secondo noi funziona etc. etc. è meglio, se no poi questi (Borsa Italiana, ndr) dicono magari qualcosa che contrasta con quello che decidono loro, capito?”.

 

Poi precisa: “Dice Angelo (Apponi, ndr) che per ora ha parlato informalmente e non gli ha parlato di Mediobanca, poi, alla fine qualcosa gli dirà. Però per ora non glielo ha detto”. E il collega di Vincenzi risponde: “Sì, ok, mi fido perché lui a te ti dice le cose come stanno”.

Salvatore LigrestiSalvatore Ligresti

Alla luce di questo piccolo spaccato di realtà, o meglio della realtà concreta dei rapporti che la Commissione presieduta da Giuseppe Vegas intrattiene con Mediobanca, passa quasi in secondo piano la notizia dell’iscrizione al registro degli indagati del presidente della Consob per la questione delle assunzioni a chiamata diretta.

 

La Commissione dovrebbe vigilare e garantire la trasparenza sui mercati e invece intrattiene rapporti impropri con la banca d’affari più nota e importante d’Italia. Relazioni pericolose che potrebbero indurre ad accendere un faro sull’attività della Commissione, da anni sempre più scandalosamente al centro dell’attenzione.

 

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…